giovedì 15 novembre 2007

cromosomi

Mi sembrava non fosse
Necessario dirti che Minosse
M’ha stretto e avviluppato
Gettato in fondo al burrato
Là dove ho messo piede
Nessuno si mosse ché non vede
La mia ossitudine
La mia gravezza mescolata
Al sangue diuturno d’aranciata
Spremuta di solitudine
Spremuta d’angoscia
E le strinsi gridando una coscia
Non due ché con l’altra fuoriuscivo
Spargevo sementi sul ventre
Ma non interrompevo il vivo
D’amor che lei mi dava sempre
E io le davo consenziente
Oh com’ero felice oh che ancora
La porca della malora
Qui ritorna in mente mentre
Proponevo politica a pochi
Ascoltatori lungimiranti
Li scasso col sole d’un ricordo
Un pizzico d’arpa un accordo
Ma la rima mi porta via mi devìa
Mi fa inciampare mi cambia rotta
E quella rottanculo se ne andò
Lasciandomi in un mare di lagrime
Amare di rancore di rivincita
Di perduto onore di svilimento
A chi per amor aveva sempre interrotto
Il coito e gli sta bene
Così non s’è confuso il gene
Il ventitre mio col suo
Quarantasei a Napoli tesoro
Non ti ci portai e tu mi maledissi
E il mio pianto lo frissi
Friggendo poesie in distrutto
A carte giocai quarantotto
Teatro feci parlando di pene
Di fregne di acetilene
Di coppie doppie di tris
E persi un casino di miss
Piangendo colei che partì
Con quello che la seminò
Preoccupato di spargere a vuoto
Cromosomi. E io nacqui
E poi tacqui e non dissi nulla
Me ne andai a Spoleto
A bestemmiare un’opera di lirica
Di Menotti e di controfagotti
Di sfilate di Laura Biagiotti
Di modelle sognate dentro
La mia stanza d’hotel il Greto.
Con garbo pagai il conto
E mi iscrissi ai repubblicani
O ai socialdemografici, non ricordo,
La Malfa o Nicolazzi o Zanone
Intendendo far carriera nel penta
Partito. Ma è come non è
Arriva Di Pietro il ciclone
E tutti i miei intendimenti
Finiscono in delusione, anzi
M’arrestano perché colpevole
Di mancata concussione
Per fortuna arrivò Lui il Salvatore
L’unto bisunto del Signore
Il mastro Lindo sudicio visto che unto
Ma tanto imbellettato da troione
E per fortuna uscii di prigione.
Feci televisione, guizzi e frizzi
Quiz e blitz, strizzi struzzi, lazzi
E cazzi col capostruttura Iannazzi
Si trombò tutte quelle di colpo grosso
Col pensiero, naturalmente.
Son passati più di dieci anni
E tante cose in mezzo che è meglio
Rivolgersi a più fidati storici
Imparziali che a me parziale
Che nacqui da un tradimento
Da un lisciamento da un abbandono
Innocente ed esposto raccolto
Dal benevolo Benefattore.
Dicono che domani lo fotteranno
Milioni d’italiani tastandosi
I bassifondi, maschi e femmine
Alla ricerca delle risacche
Con le quali li ha definiti.
Io gli ho detto: hai sbagliato
Definizione, là dentro le ovaie
Dentro i coglioni ci stanno
I futuri uomini e le future donne
Che non ti sopporteranno.
E con un calcio di collo pieno
Ti scacceranno (speriamo).

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