giovedì 27 marzo 2008

Eugenio Montale, Madrigali fiorentini

11 settembre 1943

Suggella, Herma, con nastri e ceralacca
la speranza che vana
si svela, appena schiusa ai tuoi mattini.
Sul muro dove si leggeva MORTE
A BAFFO BUCO passano una mano
di biacca. Un vagabondo di lassù
scioglie manifestini sulla corte
annuvolata. E il rombo s'allontana.

11 agosto 1944

Un Bedlington s'affaccia, pecorella
azzurra, al tremolio di quei tronconi
- Trinity Bridge - nell'acqua. Se s'infognano
come topi di chiavica i padroni
d'ieri (di sempre?), i colpi che martellano
le tue tempie fin lì, nella corsia
del paradiso, sono il gong che ancora
ti rivuole fra noi, sorella mia.

nota di E.Montale
Un Bedlington (terrier), dunque un cane, non un aeroplano come fu creduto, si affacciò da un troncone del ponte di Santa Trinità
in un'alba di quei giorni. Il gong fa eco a quello che diceva alla famiglia: "il pranzo è servito".


da La Bufera e altro


martedì 25 marzo 2008

1991, coitus interruptus

E crebbi,
e più non ebbi di te bisogno.
Staccai la spina da cotesto sogno continuato
quale tu fosti per me, bambino a te nato.
Uscii fuori, all'aria aperta, dal carcere tuo paradiso
e di lacrime (ricordi?) riempii il tuo viso;
e il ventre tuo riempii ricordi di cosa
d'una sostanza liquida vischiosa
che come pallina da golf faceva buca
nell'ombelico tuo a cercar un altro Luca.

Mi spezzasti in due e persi ogni discernimento.
Vagavo tra le nebbie e gli orti di un convento
a cercar novizie o qualcuna nel vicinato
da portare a teatro per dirmi che t'avevo dimenticato.
Oh, com'ero disperato, oh come ti cercavo in ognidove
tra i rivoli impetuosi che diventan Gange quando piove!

Rielaboro un sogno e un saluto di sfuggita:
un marito che spinge un carrello della vita
un figlio più alto di te che non s'immagina nemmeno
chi prima di lui t'abbia baciato a lungo il seno.

Son diventato ciò che sono
o sono ciò che sono diventato?
So solo che avrei dovuto rimanere più a lungo
tra le cosce tue in mezzo al prato.

Così a lungo da non uscire più
da non consentirti più alcuno scampo,
da imprigionarti con la mia ardente sete
che ti bevve le viscere mia quiete
mio scandalo, mia pietra d'inciampo.

sabato 22 marzo 2008

Stille

Stille che s'asciugano sui pontili.
Afa che acquieta gli urli.
In sera s'odono i merli
gracchiar amore e donar monili
di mais. I miei sogni giovanili
si perdon lungo gli orli

delle banchine. Un murmure
lontano accompagna i miei pensieri:
s'insinua lento e lancia, come alfieri,
attacchi diagonali alle strutture
portanti dei miei mimetici desideri.
Ritornano, dentro me, mille paure.

venerdì 21 marzo 2008

Le Terrible

Arnaud de La Grange, Le Figaro, 20 marzo 2008
Le sous-marin nucléaire lanceur d'engins, le Terrible, ici en cale sèche à Cherbourg, est inauguré vendredi par le président de la République. Il sera opérationnel en 2010.
Le sous-marin nucléaire lanceur d'engins, le Terrible, ici en cale sèche à Cherbourg,
est inauguré vendredi par le président de la République. Il sera opérationnel en 2010.

Sarà la mia francesitudine, ma io spero fortemente che Alitalia venga comprata da Air France-Klm.

giovedì 20 marzo 2008

Marzo australiano

Via delle ruote, sono scalzo:
cammino sulle punte di questo
marzo australiano.
Incontro un tulipano,
mi fa una mezza voce, salto
un tombino, un motorino
in terra, saluto il Fortini
muratore reduce da una sporca
guerra, entro in un ristorante
vegetariano, piglio un cous-cous
marocchino e Parmenide
mi dice: "Vieni, ti rivelo il Nous".

L'ombra mia, anch'essa scalza,
domanda documenti alla questura.
D'un tratto, la paura
di perdere il sicuro, l'acquisito,
il benestare incipiente di piccolo borghese
senza pretese, né pronunciamenti.
Scricchiolo i denti dal terrore,
m'accosto alle mura, terribile rumore:
ah, è solo il rombo d'una spazzatrice!
Rilascio i denti a Berenice.

(Confesso: le fila d'un discorso
cominciato camminando
mi s'intrecciano in varie subordinate
divagatorie e perdo il senso
di un parlare che cerca di congiungere
presenza a presenza e cosa dico
non so bene. Bene so solo che
ti vorrei qui, a camminarmi)

mercoledì 19 marzo 2008

Allons enfants de la Patrie

Altro che Alitalia: la Francia dovrebbe comprare (leggi: conquistare) l'Italia.
Sì, lasciamoci invadere dai francesi, facciamoci comandare dalla loro Repubblica: se in fondo, come repubblicani e patrioti, non siamo stati capaci, noi italiani, di imitarli (a mala pena con qualche superbo rosso ci andiamo vicini), allora invochiamo il loro soccorso. Pensate: in quanto tempo il disastro vergognoso della spazzatura campana sarebbe da loro risolto?
Forza miei cari francesi, prendetevi Roma e fatene la vostra seconda capitale.

lunedì 17 marzo 2008

Ciò che non siamo

Anni fa (una ventina?) ricordo d'aver visto una trasmissione su Rai Tre dedicata all'anniversario della morte di Mario Pannunzio. Non ricordo chi fosse l'autore di tale trasmissione, ma ricordo che venivano intervistati vari giornalisti, scrittori, intellettuali che lo avevano conosciuto bene. Tra questi, mi pare Enzo Forcella, rispondeva a una domanda su come si definisse politicamente il creatore de Il Mondo. Forcella rispose: "Pannunzio diceva: non sono fascista per motivi d'intelligenza; non sono comunista per motivi di libertà; non sono democristiano per motivi di ragione". E io, poco più che baldanzoso ventenne, feci mia questa definizione montaliana della politica, aggiungendovi (l'epoca lo richiedeva) non sono socialista per motivi di onestà.
Bene: e oggi? Si può applicare la medesima definizione alla politica odierna? Quali sono le cose che non possiamo dirci?

domenica 16 marzo 2008

La bufera

La bufera che sgronda sulle foglie
dure della magnolia i lunghi tuoni
marzolini e la grandine,

(i suoni di cristallo nel tuo nido
notturno ti sorprendono, dell'oro
che s'è spento sui mogani, sul taglio
dei libri rilegati, brucia ancora
una grana di zucchero nel guscio
delle tue palpebre)

il lampo che candisce
alberi e muri e li sorprende in quella
eternità d'istante - marmo manna
e distruzione - ch'entro te scolpita
porti per tua condanna e che ti lega
più che l'amore a me, strana sorella, -
e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere
dei tamburelli sulla fossa fuia,
lo scalpicciare del fandango, e sopra
qualche gesto che annaspa...

Come quando
ti rivolgesti e con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,

mi salutasti - per entrare nel buio.

Eugenio Montale, La bufera e altro, 1957

P.S.

(com'è bello a volte semplicemente trascivere parole, versi che ti percorrono dando brividi, come una carezza)

sabato 15 marzo 2008

No alle Olimpiadi di sangue

mi associo a quando detto da Beppe Grillo. Che se le facciano da soli le olimpiadi, tanto sono abbastanza, questi ottusi massacratori di persone inermi.

Pazza idea

Leggendo Saviano su Repubblica stamani m'è venuta questa pazza idea (sicuramente non nuova). Perché non legalizzare la criminalità organizzata? Perché non costringere mafia, camorra eccetera a diventare delle normali Società per Azioni, persino quotate a Piazza Affari? Sarebbero in breve tempo il Primo contribuente italiano: sì, perché le tasse, anche se dovessero continuare a evaderle (come fanno in fondo tanti abbienti nostrani) non potrebbero evaderle tutte come ora. E parteciperebbero così beatamente alla crescita del nostro PIL. In più, smetterebbero di essere un "pericolo pubblico": anzi, manterrebbero "loro" l'ordine!
Pensiamo davvero a quanti problemi possono essere risolti: l'immigrazione clandestina sarebbe bloccata; le droghe e la prostituzione legalizzate; i rifiuti smaltiti in modo più consono; l'insicurezza delle città, dovuta alla micro-criminalità, sarebbe in poco tempo un pallido ricordo...
Via su, un bel patto col diavolaccio e l'Italia si ripiglia alla faccia della presunta recessione!

Per questo, rivolgo un appello ai futuri candidati al parlamento: basta con queste fasulle parole di lotta alla criminalità organizzata; rompete il muro dell'omertà e coinvolgete direttamente le varie mafie nella ripresa del miracolo italiano. In un semestre, a conti pubblici, anche la Germania ci farà una pippa.

giovedì 13 marzo 2008

Fratelli d'Italia

Cos'è che potrebbe portare effettivamente concordia in Italia? Cos'è che potrebbe farci sentire nuovamente fieri di essere cittadini di questa nostra Repubblica? Cosa potrebbe far sentir vicino un lombardo, un toscano, un siciliano, un campano, un piemontese, un veneto, un ligure, un umbro, un laziale, un abruzzese, un emiliano, un romagnolo, un sardo, un calabrese, un lucano, un pugliese, un valdostano, un friulano, un trentino, un altoatesino, un molisano? Quale ricordo? Quale evento storico? La Resistenza? Il Risorgimento, l'Unità d'Italia? La Costituzione? Quale cosa insomma potrebbe farci sentire partecipi di questa nostra nazione, una cosa così forte, importante che sovrasti e riduca al minimo l'inevitabile influsso vaticano su molti nostri concittadini?
E se si trovasse un bel capro espiatorio sul quale sfogare tutte le nostre collere, tutto questo "tutti contro tutti", facendo finalmente incanalare la nostra violenza, la nostra rabbia su un novello obiettivo sacrificale? Non si può fare? Eh, caro Gesù Cristo tu c'hai proprio levato un bel marchingegno e tu c'hai lasciato una bella eredità pietro-paolina, costantiniana in questa penisola... Lo so, non è colpa tua, è tutta colpa, di chi? di tutti questi novelli Caifa rintronati.