sabato 31 maggio 2008

frammento di apologia


.......

Tutto vero è il guasto del verme
L'intatto una traccia minima
E un'intenzione la luce filtrante per la cloaca
Anch'essa tuttavia minimamente vera

Ma solo abolendomi potrai saperla
Duro viso di perla che ormai ne disperi
Vedere un amore e un'amàca
Miei unici desideri

Giovanni Giudici, Il male dei creditori, da Poesie 1953-1990, Garzanti, Milano, 1991

sabato 24 maggio 2008

Salisburgo, Italia


Così, nel corso dei secoli e in pochi decenni, l'essenza di questa città è diventata intollerabilmente – ma sarebbe più giusto dire morbosamente cattolico-nazionalsocialista, una città nella quale, ormai, non esiste più niente che non sia o cattolico o nazionalsocialista. Il collegio mi ha prospettato ogni giorno, con la forza incisiva dell'autenticità, quest'essenza cattolico­nazionalsocialista: intellettual­mente incastrati fra cattolicesimo e nazionalsocialismo, siamo stati allevati per essere poi stritolati fra Hitler e Gesù Cristo, usati entrambi alla stregua di decalcomanie per il rimbecillimento del po­polo. Occorre dunque stare all'erta e non farsi abbindolare, perché l'arte di darla a intendere al mon­do, non importa su che tema, è esercitata in questa città con maestria impareggiabile, e qui ogni anno migliaia e decine di migliaia se non centinaia di migliaia di persone rimangono incastrate.
Quando si parla del piccolo­borghese come di un essere inoffensivo, si compie in realtà una dedu­zione errata, grossolana e superficiale, e tale da provocare sovente lo stravolgimento del mondo e la sua distruzione, e questo ormai dovremmo saperlo. Qui dalla sera alla mattina il nazionalsocialismo potrebbe tornare a manifestarsi e a prevalere subentrando al cattolicesimo, esistono in questa città tutte le premesse perché ciò accada, e in effetti abbiamo a che fare oggi in questa città, con un equilibrio costantemente oscillante fra cattolicesimo e nazionalsocialismo, e un'improvvisa preponde­ranza del peso nazionalsocialista è possibile in ogni momento. Tuttavia, se qualcuno esprime questo pensiero, che pure in effetti è presente costantemente nell'aria a Salisburgo, così come se esprime al­tri pensieri, parimenti pericolosi e presenti nell'aria, costui è dichiarato pazzo, proprio come sempre è dichiarato pazzo chiunque esprima ciò che pensa e ciò che sente. E questi non sono che accenni e nient'altro...

Thomas Bernhard, L'origine, Adelphi, Milano, 1982, pag 92-93

I sotterranei del Vaticano





Lo Stato Vaticano par benedica la proposta del Governo di costruire centrali nucleari. Perché non se ne costruiscono una nel proprio territorio di competenza?

domenica 18 maggio 2008

Il a besoin de cette hypothèse



Alcuni giorni fa, Berlusconi ha ottenuto la fiducia delle Camere del Parlamento Italiano. Nel discorso di ringraziamento ha invocato anche l'aiuto di Dio: perché? E innanzitutto: quale dio? Il nostro, italico dio cattolico apostolico romano, ovvero il dio ebraico, ovvero il dio musulmano, eccetera?
Oppure un dio tutto suo, personale, il dio de' frizzi, lazzi, intrallazzi, un dio bagaglino da avanspettacolo, un dio costa smeralda, un dio bernarda?
Possibile che nessuno tra i parlamentari, nemmeno tra i veri credenti, abbia avuto un moto d'indignazione verso tale invocazione? Possibile non abbian fiutato l'odore del comandamento "non nominare il nome di Dio invano"? Ci manca solo che il prossimo giuramento dei ministri avvenga sulla Bibbia, anziché sulla Costituzione.

Peccato che il nostro Napoleone nostrano non abbia vicino un Laplace a ricordargli che dovrebbe anche lui fare a meno di questa ipotesi.

sabato 17 maggio 2008

me, diviso


Immagine tratta da http://static.flickr.com/31/96453716_cd0df8b7f5_o.jpg

Ho fatto un salto nel vago:
ho trovato un mago disposto
a segarmi in due lungo l'asse
verticale; credevo che si sentisse
male e invece eccomi qui, diviso
in i + o, ipocondriaco sereno.
Me ne vo in giro come un ( e con un) coglione
solo, con mezza fava e mezzo cervello:
ma mi guardo allo specchio
e mi vedo più bello, meno vecchio.
Soprattutto: mi vedo dentro, m'indago
mi psicanalizzo. Mi stupisco però
che nessuno scandalizzo,
nessuno che scappi schifato
da questo mezz'omo rinato.
Oh, non ho più il torcicollo;
mi sento come mezzo pollo
arrostito, finalmente scomposto
senza più una doppia personalità.
Chissà mia moglie che dirà,
e mia madre poi: chiameranno
soccorso o mi accetteranno?
In fondo sto bene. Riesco a usare due
computer contemporaneamente.
Ma stasera s'è presentato un agente:
m'ha intimato di ricompormi
all'istante o m'avrebbe arrestato
per dissociazione indebita.
Ho richiamato il mago:
ha spalmato un collante
speciale, m'ha stretto a forza
dentro una morsa gigante.
Son tornato lo stesso di pria
con lo stesso torcicollo
con lo stesso sdoppiamento latente,
con lo stesso trauma esistenziale.
Che fortuna però, che bello:
m'hanno reso il certificato elettorale.

giovedì 15 maggio 2008

La Venere di Scialoja



Toti Scialoja, Venere,1990vinavil su canapa, cm. 170x250
Roma, proprietà dell'artista
(foto cortesia Claudio Crescentini)


Il sospetto ha un respiro
irregolare - invano
s'insinua nell'avaro
colloquio - sul divano

porti le braccia in alto
ti disfi dello scialle
per mescermi il vin santo
delle tue calde ascelle.

T.Scialoja,
Poesie, Garzanti, Milano 2002

mercoledì 14 maggio 2008

lunedì 12 maggio 2008

I lampi della magnolia



Vorrei che i vostri occhi potessero vedere
questo cielo sereno che si è aperto,
la calma delle tegole, la dedizione
del rivo d'acqua che si scalda.

La parola è questa: esiste la primavera,
la perfezione congiunta all'imperfetto.
Il fianco della barca asciutta beve
l'olio della vernice, il ragno trotta.

Diremo più tardi quello che deve essere detto.
Per ora guardate la bella curva dell'oleandro,
i lampi della magnolia.

Franco Fortini, Paesaggio con serpente, Einaudi, Torino, 1984

mercoledì 7 maggio 2008

Se non fosse


Se non fosse il tuo volto che feconda
e fonde l'acqua e i monti
e si fonde in sospiri...
Frutti effusi a un crepuscolo di seta,
prati che a forza districa dal cielo
un azzurro dolore,
e gerani lassù
tra uccelli comignoli e vette
Come incenso la stanza,
trapassata
la luna appena sul telaio e tutta
accennata per lacrime per palpiti
una gioventù sventurata
E' il paese nel guscio,
è il paese nel vetro dove premono
uccelli comignoli bandiere,
dove il fiume schiaffeggia la tua guancia
algido e fabuloso
e il dolcissimo melo già nel velo
delle piogge conversa
giustamente recline sul tuo cuore.
Ancora un tocco a gridii di ghirlande
ancora a venti senza accordi
a torbide lamiere
a ghiacciai spalla a spalla
qui sconfinati.
Ancora uno sguardo al giardino
al braciere di frane e di vette.
Andrea Zanzotto, Vocativo, 1957
tratto da Le poesie e le prose scelte, Meridiani Mondadori

martedì 6 maggio 2008

La radice di ogni male?



Ho trovato il documentario Root of All Evil di Richard Dawkins sottotitolato in italiano. Non posso far altro che allegare gli indirizzi delle tre parti in cui è suddiviso e ringraziare l'encomiabile lavoro di traduzione:

Root of All Evil? Seconda puntata: The Virus of Faith



  1. parte prima;

  2. parte seconda;

  3. parte terza.

Ringrazio sentitamente il Pastafarianesimo italiano

sabato 3 maggio 2008

L'eterno movimento strascicato


Abbiamo iniziato con una visione abbastanza infantile di un Dio Artigiano, antropomorfo, e abbiamo riconosciuto che questa idea, presa alla lettera, era ragionevolmente in via di estinzione. Quando abbiamo osservato con gli occhi di Darwin i processi progettuali effettivi di cui noi e tutte le meraviglie della natura siamo oggi i prodotti, abbiamo trovato che Paley era nel giusto considerando questi effetti come il risultato di una gran quantità di lavoro, però ne abbiamo trovato una spiegazione non miracolosa: un processo algoritmico, carattterizzato da un imponente parallelismo e quindi da un'eccezionale quantità di sprechi, di tentativi di progetti, senza la guida di una mente, in cui, tuttavia, le minime aggiunte progettuali sono state amministrate con grande parsimonia, copiate e riusate per miliardi anni. La meravigliosa particolarità, o individualità, della creazione non è dovuta a un genio inventivo shakespeariano, ma agli incessanti contributi del caso, a una sequanza crescente di quel che Crick ha chiamato «accidenti congelati».
Quella visione del processo creativo, comunque, lascia apparentemente un ruolo al Dio Legislatore, che è seguito a sua volta dal ruolo newtoniano del Dio Scopritore di Leggi; poi anche quest'ultimo svanisce nel nulla, come si è appena visto, non lasciandosi alle spalle alcuna Azione intelligente nel processo. Ciò che rimane è quanto trova (se trova qualcosa) il processo con il suo eterno movimento strascicato e senza la guida di una mente: una platonica ed eterna possibilità di ordine. In verità, si tratta di un esempio di bellezza, come hanno sempre sostenuto i matematici, ma non è di per sé qualche cosa di intelligente bensì, meraviglia delle meraviglie, di intelligibile. Essendo astratto e fuori dal tempo, non è qualche cosa che abbia avuto un avviamento o un'origine per cui sia necessaria una spiegazione. L'origine che ha bisogno di una spiegazione è l'origine dell'universo concreto e, come chiese tanto tempo fa il Filone di Hume: «Perché non fermarci al mondo materiale?». Quest'ultimo, si è visto, in effetti esegue una versione dello stratagemma essenziale di bootstrap (autoelevazione); si crea da solo ex-nihilo, o comunque da qualche cosa che è quasi indistinguibile dal nulla. A differenza dell'autocreazione di Dio, misteriosa, incomprensibile e fuori dal tempo, questa autocreazione è un'acrobazia non misteriosa che ha lasciato una grande quantità di tracce. Inoltre, poiché non è soltanto concreta, ma è anche il prodotto di un processo storico di mirabile singolarità, è una creazione della massima eccezionalità - che comprende e oscura tutti i romanzi, i dipinti e le sinfonie di tutti gli artisti - che nell'iperspazio delle possibilità occupa una posizione diversa da tutte le altre.
Nel secolo XVII, Spinoza identificò Dio con la Natura, sostenendo che la ricerca scientifica è il percorso corretto della teologia. Per questa eresia fu perseguitato. La visione eretica di Spinoza, Deus sive Natura, ha una preoccupante (o, per qualcuno, attraente) caratteristica bifronte: nel proporre la sua semplificazione scientifica, Spinoza personifica la Natura o spersonalizzava Dio? La visione di Darwin è più produttiva e fornisce la struttura in cui è possibile vedere l'intelligenza di Madre Natura (o si tratta soltanto di un'intelligenza apparente) come una caratteristica non miracolosa e non misteriosa - e quindi ancor più meravigliosa - di questa autocreazione.

Daniel C. Dennett, L'idea pericolosa di Darwin, Bollati Boringhieri, Torino, 1997, pag. 232-3.

venerdì 2 maggio 2008

Radio Lausanne da Saigon



Dice che soffre molto.

Dice che soffre molto.

Signori delle stazioni in ascolto.

Cameriere una piccola Perrier.

Gli domandi se soffre molto.

Mi risponde che soffre molto.

Gli domandi per favore com'è che.

Abbassare la radio restituire il maltolto.

In effetti il ferito soffre molto.

Gli domandi il bambino di chi è.

Mi assicura che soffre molto.

A che ora la sveglia monsieur.

Può domandargli se soffre molto.

Io penso che soffre molto.

Si copre gli occhi si copre il volto.

Caffellatte o semplice tè.

Dottore cosa intende con la parola touché.

Vorrei sapere se soffre molto.

Mi dice che soffre molto.

Che esplosivo s'il vous plait.

Ne avrà per poco ne avrà per molto.

Gli domandi degli altri tre.

Gli domandi se soffre molto.

Aspettate signori in ascolto.

Giovanni Giudici, Autobiologia, 1966

Tratto da G.Giudici, Tutte le poesie 1953-1990, Garzanti, Milano, 1991