sabato 28 febbraio 2009

Poesia per il PD

UN SOGNO

Ero a passare il ponte
su un fiume che poteva essere il Magra
dove vado d'estate o anche il Tresa,
quello delle mie parti tra Germignaga e Luino.
Me lo impediva uno senza volto, una figura plumbea.
«Le carte» ingiunse. «Quali carte» risposi.
«Fuori le carte» ribadì lui ferreo
vedendomi interdetto. Feci per rabbonirlo:
«Ho speranze, un paese che mi aspetta,
certi ricordi, amici ancora vivi,
qualche morto sepolto con onore».
«Sono favole, - disse - non si passa
senza un programma». E soppesò ghignando
i pochi fogli che erano i miei beni.
Volli tentare ancora. «Pagherò
al mio ritorno se mi lasci
passare, se mi lasci lavorare». Non ci fu
modo d'intendersi: «Hai tu fatto
- ringhiava - la tua scelta ideologica?».
Avvinghiati lottammo alla spalletta del ponte
in piena solitudine. La rissa
dura ancora, a mio disdoro.
Non lo so
chi finirà nel fiume.

Vittorio Sereni, Gli strumenti umani, Einaudi, Torino 1965.

venerdì 27 febbraio 2009

Finanza creativa



by Mark McHugh

In questo momento di crisi finanziaria bisogna tutti fare uno sforzo per aiutare il nostro Ministro dell'Economia.

The new Big Bang



Ha ragione Vito Mancuso (vedi post precedente): ci vuole un Concilio Vaticano III, soprattutto per ragioni comiche (o cosmiche). Infatti, alla luce di un famoso proverbio ebraico che dice: «L'uomo pensa, Dio ride», se Dio ci fosse, davvero si farebbe delle risate da provocare un nuovo Big Bang.

mercoledì 25 febbraio 2009

La Chiesa del Boh



Vito Mancuso mi ha favorevolmente abituato coi suoi sorprendenti articoli su Repubblica. Dico sorprendenti perché essi offrono ogni volta stimolanti spunti di riflessione e danno voce probabilmente a una parte consistente di cattolici e/o cristiani che non sono appiattiti sulle posizioni vaticane; e sentire questo tipo di voci, diffuse da un'importante testata, è per me, appunto, una sorpresa. Invito quindi alla lettura del suo intervento di oggi (che potete trovare anche qui).
In modo precario vorrei fermarmi su alcuni passaggi:

«A mio avviso è necessario iniziare a coltivare nella mente l'idea di un Vaticano III, applicando lo spirito del Vaticano II a ciò che di più urgente c'è nel nostro tempo, cioè la comprensione della natura e della vita umana in essa.»

E se tale comprensione ci allontanasse sempre più dall'idea di Dio; cioè, se si arrivasse onestamente a farne a meno, grazie all'acido universale di matrice darwiniana [leggere], cosa dovrà fare il Concilio Vaticano III? Inventare un Contenitore universale che impedisca d'intaccare il concetto di Dio?


«La svolta positiva che il Vaticano II ha introdotto nel rapporto tra cattolici e storia deve essere estesa al rapporto con la natura.»

Ma la storia si doma, si rivisita, si interpreta. La natura invece è più complicata; ci offre i nudi fatti e questi cozzano contro ogni pretesa creazionistica di un Dio padre onnipotente.

«Una volta fatto ciò, avverrà che, come oggi i cattolici sono tra i piu equilibrati nell'interpretare le questioni economiche e sociali, e tra i pochi ad avere una coscienza profetica di fronte alla forza militare, lo stesso equilibrio apparirà sulle questioni bioetiche.» Si tratta solo di estendere alla natura il medesimo principio di laicità applicato alla storia dal Vaticano II. Il criterio è quello indicato dal Concilio nel punto 7 della dichiarazione "Dignitatis humanae": "Nella società va rispettata la consuetudine di una completa libertà, secondo la quale all'uomo va riconosciuta la libertà più ampia possibile, e non dev'essere limitata se non quando e in quanto è necessario".»

Questa dichiarazione non promette nulla di buono. Molti cattolici potrebbero correttamente interpretarla come segue: finché l'individuo è cosciente gli si riconosce la possibilità di decidere; se invece non è più cosciente, a nulla potranno valere le dichiarazioni che lo stesso aveva fatto precedentemente in coscienza.

«Se questa libertà, come insegna il Concilio, deve essere garantita agli uomini nel rapporto con Dio (che è il bene più prezioso che c'è),»...

...tipo gli hedge funds?


... «è evidente che una sana teologia non puo non estenderla anche alla deliberazione degli uomini sulla propria vita naturale mediante il principio di autodeterminazione. È questo passaggio che la dottrina della Chiesa, in fedeltà a sé stessa, è chiamata a esplicitare.»

Autodeterminazione: caro Mancuso, sarà difficile che al futuro Concilio - dove, se non vado errato, ci saranno anche i lefebvriani - la Chiesa possa accettare, o esplicitare, che gli uomini e le donne possano disporre della propria vita come credono meglio.

Comunque, auguri.

Domanda e risposta



DOMANDA
O credenti di ogni genere di fede, è a voi che cortesemente mi rivolgo: davvero credete che i rappresentanti ufficiali del vostro credo siano in contatto diretto con Dio o altre divinità? Davvero credete che il Papa, il Pope, l'Imam, il Dalai Lama, la Regina d'Inghilterra, i vari Reverendi evangelici, i Rabbini capo, i ministri di Scientology, Rael, Berlusconi, eccetera eccetera, siano essi degli autentici portavoce di Dio?

RISPOSTA
Sì.


martedì 24 febbraio 2009

Discorsi a sega



Le argomentazioni di Alessandro Baricco su come finanziare la Cultura in Italia potranno anche essere condivisibili. Tuttavia, per favore, qualcuno mi spieghi questo discorso a sega, altrimenti domani dovrò recarmi dal mio falegname di fiducia.

«Riassunto. L'idea di avvitare viti nel legno per rendere il tavolo più robusto è buona: ma il fatto è che avvitiamo a martellate, o con forbicine da unghie. Avvitiamo col pelapatate. Fra un po' avviteremo con le dita, quando finiranno i soldi.»

lunedì 23 febbraio 2009

Altro che Social card!



Fossi Tremonti assumerei questa gioviale signora come sottosegretaria allo sviluppo economico.

Volti nuovi della politica



Spero che [a ottobre] il prossimo segretario del Partito Democratico abbia una faccia così.

La ronda del piacere

TANGO DELLE CAPINERE

Per Bixio e Bixio-Cherubini

Angolo del fonografo, mano che gira
La manovella.
Fruscii e scrosci, sbattuti usci,
Agonizzanti note.
Tra Dio mio e troppi soldi
Un riso modulato.

Sul feltro verde piume
D'aria ben nota vestiva
Quel vago uccello tango
Cielo degli Argentini.
E più raschiavi, e più impensa
Vita da te fluiva,
Puntina.

- Ricaricalo! Ancora! -
E riaccendevasi
L'incantamento.
Delusa vestaglia chiusa
Ricaricavi, Lisa,
Pettine in mano, lenta.
"Un bandolero stancooo..."
Ban-do-le-ro... Chi è? - Uno che suona
Il bandolino ai pic-nic! Paste di meliga,
Pane e burro, Vin Santo! -
Cactus e calicanto...

L'Ebrea è medium! Volumi su volumi
Ha già riempito, di profezie!
Morti vocianti. Castighi in vista. Ingiunzioni:
"Amatevi! Tutte sorelle, nazioni!"
(Facile dirlo... assassini,
Cannibali, porconi).
- Polenta, peperonata, porcini! -
- Ehi, è finito... ricarica, Lisa! -
Non ho appetito. Ma proprio, ti dico,
Niente... -
- Saranno i postumi... -
- Se non ti senti... -

E il tango, onda, gettava
Quel grido forfettario:
OGNUNO VUOL GODEREEE... Vuole, sì, ma
Ci riesce, poi? Prima di mezzanotte
Tutti a letto, schiene rotte.
Passa l'ultimo tram. Buenas noches.

Oh Bixio! Oh, Cherubini!
L'Arizona tra pendule
Tute blu impolverava
Di magico pepe crepe
Critiche tra le ringhiere.
- Ah io questo lo scrivo a Mussolini! -
Tremolii di abbaìni...

"Laggiù nell'Arizona
Terra di sogni e di chimere..."
- Si cena o non si cena? -
- Chi te li cuce, i calzini? -
"... la ronda del PIACERE,
E nell'OSCURITÀ..."

- Lisa, la Carmen! Basta Capinere! -
Pagliuchi e Tagliavini.
Bixio tac. Bizet guasto. "Se tu
Non m'ami ebben io t'amo ebben io t'amo..."
Saludos dalla tua Pina. Diciotto luglio Trentasei,
Siviglia.

Curve sull'ago, madre e figlia.
"A mezzanotte va..."
E rieccola. - Chiudi la finestra! -
Ancora aspettano, nell'oscurità.

Guido Ceronetti, Scavi e segnali, Tallone Editore Stampatore, 1992.

domenica 22 febbraio 2009

Nuovo forno a microonde



Via Pignology

Lettera a Dario

Caro Dario,
ieri, nel tuo discorso d'insediamento, hai detto:
«È accettabile pensare di votare una norma come quella imposta dalla destra che impone l'alimentazione artificiale a una persona anche contro la sua volontà? Certo, io rispetterò e difenderò chi nel partito non se la sente di condividere questa scelta, ma mai dimenticando che per tutti noi è inviolabile il principio sacro della laicità dello Stato».
Bene Dario, anche se con una formula, tipicamente democristiana (data da una domanda retorica che prevede una risposta affermativa), la tua pare una posizione favorevole al testamento biologico e all'autodeterminazione dell'individuo su scelte riguardanti la propria vita. Tuttavia, se così è, mi pare automatico il tuo rispetto per le posizioni di coloro che ritengono la propria vita un dono indisponibile; ma non puoi portare rispetto, né puoi difendere chi, nel partito, si batte a fianco proprio delle posizioni della destra populista, cattolica e clericale, che sono assolutamente irrispettose di chi, invece, vuole decidere liberamente della propria vita. Quindi delle due l'una: o espelli la Binetti, la Bianchi e gli altri che la pensano come la Roccella, oppure si continuerà con la stessa melassa veltroniana che non porta da nessuna parte se non allo sfacelo.
Dammi retta: è da questi punti essenziali che bisogna ripartire. Senza compromessi, né viltà. Saluti di buon lavoro.

P.S.
Se davvero la Binetti e affini verranno espulsi, prenderò la tessera del partito.

Ingerenze giornalistiche



Gentili redattori del Time, potreste per favore farvi i cazzi vostri?

Non so nulla, ma secondo me può essere che il Renzi abbia qualche infiltrato nella redazione del settimanale statunitense.

sabato 21 febbraio 2009

Bravo Fazio, però...

Bisogna ringraziare nuovamente Fabio Fazio per aver ospitato il signor Beppino Englaro, a Che tempo che fa di stasera. Ottima intervista. M'è piaciuto poco il finale con la citazione, da parte di Fazio, di un articolo di Roberto Saviano - scritto per El Pais - dove si legge «Come italiano senti la necessità di sperare che il mio paese chieda scusa a Beppino Englaro. Perché agli occhi del mondo l'Italia ha dimostrato di essere un paese crudele, incapace di capire la sofferenza di un uomo e di una donna inferma. Un paese che invece ha preferito... accusare, lanciarsi accuse, dividersi per bande. Non dovrebbe essere così. Non ci sono bande. Non si tratta di dividersi tra chi è per la vita e chi è per la morte»*. Non mi è piaciuta l'ultima frase lasciata così in sospeso, senza chiarimenti; e credo non sia piaciuta nemmeno al signor Englaro. Infatti, chi ha sostenuto e sostiene le sue ragioni, non è certo appartenente a una presunta banda della morte. Sono invece coloro che hanno lottato e lottano per togliere l'autodeterminazione dell'individuo nei confronti della propria vita che hanno accusato e accusano chi difende la libertà di scelta di essere un omicida, un boia. La ragionevolezza, la libertà, il richiamo alla Costituzione laica e democratica è quindi da una parte; mentre dall'altra c'è una posizione fideistica e teocratica, intollerante delle ragioni dell'altro, anticostituzionale e antidemocratica. Non esiste una posizione terza in questo caso. C'è già il Partito Democratico a stare in questa via di mezzo, in questo limbo in cui si cerca una mediazione tra due posizioni che non possono essere assolutamente messe sullo stesso piano.

*L'articolo di Saviano in fondo non si conclude certo così.

A come Agricultura



Nel suo discorso di commiato, Veltroni ha sostenuto che una delle cause del suo fallimento è dovuta al fatto che in Italia Berlusconi «ha vinto una battaglia di egemonia culturale».
Questo è uno dei tristi effetti dell'alfabetizzazione di massa (o analfabetismo di ritorno), della cultura pubblicitaria di cui parlavo qui, e di quanto benissimo argomentato nei commenti da Weissbach.
Ricordarsi: mai gettare le perle ai porci.

giovedì 19 febbraio 2009

Piccolo Spazio Pubblicità



Ieri sera su Tv: va in onda il futuro») v'è stato un dibattito sulla televisione. In studio v'era tra gli ospiti Carlo Freccero del quale ammiro l'intelligenza. A un certo punto egli ha tessuto una lode alle tv commerciali italiane dei primordi (leggi: alle tv berlusconiane, dov'egli è stato, tra l'altro, direttore di rete), dicendo che esse sono state estremamente innovative; le tv, secondo Freccero, hanno rinnovato il linguaggio, il costume, la mentalità non solo dei media, ma anche della popolazione italiana. D'accordo, su questo non ci sono dubbi: ma a che prezzo è avvenuto questo rinnovamento?
In primo luogo, abbiamo assistito a un vero e proprio scadimento culturale del paese: infatti, tali tv son presto diventate una fabbrica di successo mediatico ed economico e si sono stagliate a modello socio-culturale della moltitudine. Diventare ricchi e famosi senza saper far niente sarebbe diventato possibile per chiunque fosse stato capace di apparire in tv.
In secondo luogo, con le tv commerciali è cominciata in Italia l'invasione sistematica della pubblicità; essa è diventata in breve tempo pervasiva e persuasiva al massimo grado, educando gli italiani, dalla culla alla pensione, a comprare cose inutili di cui si potrebbe perfettamente fare a meno.
In terzo luogo, ha dato modo al proprietario di tali tv di dissetare la sua insaziabile sete d'essere (è un malato ontologico); costui, infatti, che avrebbe potuto tranquillamente vivere secondo i costumi consueti dei vari magnati del pianeta, ha preferito e preferisce (grazie, soprattutto, a favorevolissime congiunture storiche precipue dell'Italia) l'agone politico, dove primeggia diuturnamente da ospite d'onore della quotidiana messa in onda dello squallore italico.

Per concludere: le tv commerciali saranno sì state innovative sotto molteplici aspetti, ma hanno altresì contribuito pesantemente a una recessione culturale, civile, mentale degli italiani. E, soprattutto, hanno permesso al Grande pubblicitario di trasformarsi nel suo prodotto: una pubblicità vivente, continua, incessante, presente su tutti gli scaffali, impossibile da evitare; un'autentica pietra d'inciampo (skandalon).

mercoledì 18 febbraio 2009

Lamentazioni democratiche



Mi rincresce Walter. Ci hai provato, hai fatto del tuo meglio, anche se è servito a poco. Tutto è molto complicato e per questo occorre ripartire da pochi, semplici punti essenziali. A mio avviso, la prima cosa da fare è considerare che una grande fetta di coloro che hanno votato PD non vogliono più interferenze vaticane a determinare la guida politica del partito. Occorre mettere tutti i cosiddetti teodem spalle al muro o fuori della porta. Si perderanno ulteriori consensi? Pazienza, ma si riguadagneranno punti fermi, oserei dire ideali. Ascolta: non sono stati i crolli elettorali a farti prendere questa decisione, caro Walter. Non lo credo. Sono stati tutti questi tentennamenti, questo ondivagare tra posizioni inconciliabili, tutto questo annaspare in cerca della sintesi. Io credo che i veri cattolici democratici siano i primi a essere intolleranti coi vari Rutelli, Binetti eccetera. I veri democristiani di sinistra (perlomeno quelli di una volta) non hanno mai abdicato in favore delle pretese vaticane contro la laicità dello Stato (se sbaglio, correggimi). Il fallimento del progetto del Partito Democratico deriva dalla mancanza di ideali forti, di punti di riferimento precisi. Se tu avessi espulso dal partito coloro che parevano (e paiono) orientati a votare a favore di questa proposta di legge vergognosa sul testamento biologico, ancora saresti al tuo posto, te l'assicuro. E questo perché avresti ritrovato quel fermento giusto, quella carica ideale che rende forti anche nei momenti di crisi e di sconfitta. Avresti in pratica dimostrato di dare una linea al partito, di indicare una rotta. Questo non è avvenuto e, probabilmente, nemmeno avverrà col futuro segretario (figuriamoci se avviene ora con Franceschini). Mi viene quasi da piangere. Ieri sera a 8½ la Bindi si ostinava a dire che su certi temi non ci può essere una disciplina di partito, che occorre sempre trovare una mediazione, che le posizioni divergenti sono una ricchezza, che la Sinistra in Europa non è in nessun luogo maggioritaria (dimenticava la Spagna). Ecco, ascoltandola, ho capito che l'unica soluzione è sfasciare il progetto del PD a costo di una lunghissima traversata nel deserto. Bisogna mostrare fino in fondo agli italiani che esiste una differente maniera di vedere le cose, d'intendere la politica, la vita; che esiste la possibilità di essere uno Stato libero e indipendente da ogni intromissione ecclesiastica; che esiste la possibilità di essere finalmente cittadini veri, adulti, liberi, responsabili. Democratici.


Noticina a margine.
Questo post di Speculum Maius mi ha ispirato questo commento che mi permetto di aggiungere in calce a quanto scritto sopra.

Volare alto: proprio così. Il PD non ha tentato per ora nemmeno di decollare, dacché inchiodato a terra in cerca della Sintesi. Dissento un po’ dalla presunta assenza di «carisma». Mi dirai: Obama. D’accordo. Ma Zapatero? Secondo me, viene prima la chiarezza, l’ideale, la meta, lo scopo, la direzione. E il difetto principale di Veltroni, come capitano, è stato di non aver levato le àncore, le zavorre alla nave democratica.

martedì 17 febbraio 2009

Consigli economici



Solo questo governo non ha capito l'importanza dell'energia alternativa.

Egregio Onorevole Giulio Tremonti,
se io fossi in Lei, questi boss mafiosi, più che tenerli senza far niente in prigione a intorbidirsi la mente, li sfrutterei per rilanciare una seria politica economica statale. In pochi mesi aiuterebbero l'Italia ad uscire dalla crisi. Veda Ministro, questa è gente che di economia se ne intende e non ha nemmeno studiato alla Bocconi.

Vox populi, vox Dei



Come ogni serio studio del fenomeno religioso rileva, la massima Vox populi vox Dei significa, appunto, che dietro ogni volere di Dio si nasconde il volere del popolo, della moltitudine, della folla scatenata che lincia ogni volta il capro espiatorio di turno.
Che cos'è che fa di Giobbe prima un idolo e poi una vittima? Dio, cioè il popolo.
Questo sacro meccanismo d'innalzamento di un individuo col suo successivo (nel tempo di crisi) abbassamento e vittimizzazione, funzionava benissimo nel religioso primitivo. Dopo la Crocifissione di Gesù, si è via via depotenziato e adesso, praticamente, non funziona più. O meglio: funziona a basso regime. Le gerarchie ecclesiali e politiche di ogni genere cercano continuamente di riattivare questo meccanismo, dacché esso garantisce loro il perpetuare del potere, della gerarchia, del Degree. Muoia un solo uomo, insomma, è la formula magica di ogni politica, di ogni religione che si rispetti. Tuttavia ormai non può più essere applicata, perché non è più possibile oggi raggiungere (perlomeno nei paesi democratici) l'unanimità contro un solo responsabile di qualsivoglia crisi (sacrificale, politica, economica, ecc.).
Dove voglio parare con questo discorso? Al fenomeno Berlusconi. Alla sua fortuna di vivere in questa dimensione storica: non raggiungerà mai l'unanimità, ma sempre la maggioranza relativa. Sarà questo che gli consentirà di andare avanti e di perpetuare il suo dominio. L'unico modo che abbiamo di vederlo sconfitto è auspicare che raggiunga un' effettiva unamimità, una maggioranza bulgara o coreana, un consenso vertiginoso pari a più del 90% della popolazione. Solo allora, una volta raggiunta la cima dei vertici di idolatria mediatica, basterà probabilmente togliere una piccola tessera del domino (dominio) sul quale si regge, per veder crollare tutto, per vederlo precipitare là dove finiscono tutte le pietre che rotolano.
Ha solo una fortuna: vivere in una società di diritto nella quale, grazie alla sua potenza di fuoco economica e al suo potere politico, può sguazzare tranquillo e indisturbato. L'ultimo vero capro espiatorio della politica italiana è stato Craxi; e anche di questo Berlusconi dovrà essergli debitore.

P.S.
Mi tocca rimpiangere, dopo Andreotti, anche Craxi, per delle ragioni toto coelo diverse da sua figlia Stefania.

domenica 15 febbraio 2009

Prova: privarsi di Dio

Io stimo molto Vito Mancuso. Il suo L'anima e il suo destino è un libro che offre numerosi spunti e inviti ad una seria riflessione. Tuttavia, a mio avviso, il suo pensiero filosofico-teologico è troppo “consolatorio”: cerca di porre pezze agli squarci inesauribili che la scienza (conoscenza) provoca a qualsiasi sistema teologico-religioso. A scanso di equivoci, trovo che il tentativo di Mancuso sia nobile e coraggioso, anche se probabilmente destinato al fallimento (mi auguro il contrario). E questo perché credo occorra essere “spietati” con l'idea di Dio. Tale idea - da noi esseri umani prodotta e affinata nel corso dei secoli - è arrivata al capolinea: bisogna farla scendere dalla storia, avere il coraggio di guardarsi in faccia e dirsi: esiste davvero questo Dio da noi pensato e creato a nostra immagine e somiglianza? L'idea pericolosa - e per questo tanto osteggiata - di Darwin ha rotto gli ultimi argini di resistenza teologica: adesso la diga fa acqua da tutte le parti, siamo in balìa di un flusso di conoscenza che rende la vecchia idea di Dio ridicola, soprattutto se lo s'intende come Creatore o Demiurgo. Occorre per questo liberarsi di ogni illusione, di ogni velleità, di ogni inganno religioso: dal più dolce al più tetro.
Se qualcosa va conservato della Scrittura giudaico-cristiana non è dunque il riferimento creaturale dell'essere umano e qualsivoglia piano escatologico e/o morale con il riferimento surrettizio a ogni possibile aldilà. No. Ciò che ci serve della Bibbia è il grido di Giobbe e Geremia, o del Servo sofferente di Isaia; ci serve la giustizia di Salomone pronto a tagliare in due l'infante conteso; ci servono i dubbi del Qoelet; ci serve in definitiva la verità antropologica dei Vangeli che è tutta al di qua di ogni possibile orizzonte di salvezza. In tutto questo la parola Dio diventa soltanto un orpello, diventa l'ultimo idolo sul quale si fondano sciaguratamente tutte le chiese. Privarsi di Dio per ritrovare l'uomo, forse per ritrovare il fratello.

Severo Monito (di un piccolo Blogger)

Alla luce dell'ottimo articolo di Marco Politi su Repubblica di oggi («L’armata del Vaticano alla battaglia dell’etica» - se non avete l'edizione cartacea potete reperirlo qui), o il Partito Democratico decide pubblicamente di non farsi più in alcun modo influenzare dalle gerarchie vaticane nelle sue deliberazioni politiche, mettendo così dei chiari paletti a quei cattolici democratici (i cosiddetti teodem) che sono più fedeli al Papa che ai loro elettori; oppure - se il PD resterà titubante e non attuerà una politica adulta, sanamente laica, che non discrimina nessuna fede, senza però diventare succube di alcuna - non lo voterò più (nemmeno turandomi il naso).

P.S.
Comunque oggi vorrei essere sardo per votare Soru.

La Grande Fava



Stamattina mi son alzato col piede giusto. Il cielo terso e l'aria frizzante mi hanno invitato a camminare nel bosco. Un pensiero religioso è baluginato nella mia mente facendomi inciampare su secchi rami spezzati dal vento. E ho capito: io sono una fava. E se sono una fava, posso di sicuro sentirmi parte della Fraternità dei Le Faviani.
L'Arcivescovo Monsignor Favay sarà ben lieto di accogliermi nella Confraternita.

venerdì 13 febbraio 2009

La libertà della vita del corpo

«Preservare la vita del corpo significa anche proteggerne la libertà da arbitrarie violazioni. Il corpo umano non può mai diventare una cosa né cadere sotto il potere illimitato di un altro uomo che lo usi esclusivamente come mezzo per i propri fini. Il corpo umano vivente è l'uomo stesso. Violentarlo, sfruttarlo, torturarlo, privarlo arbitrariamente della libertà sono gravi violazioni del diritto conferito all'uomo all'atto della creazione e comportano presto o tardi, come tutti gli attentati contro la vita naturale, la conseguente punizione. [Quale?]
Violentare significa esercitare un'illecita prepotenza per usare il corpo altrui ai propri fini, specialmente in campo sessuale. Vi si oppone il diritto dell'essere umano di concedere o di rifiutare liberamente il proprio corpo e in particolare la propria sessualità. [...]
Parliamo di sfruttamento del corpo umano quando le forze fisiche di un uomo diventano proprietà assoluta di un altro uomo o di una istituzione: questo stato di cose non è altro che schiavitù. Ma con questo termine non intendiamo soltanto il ben noto sistema in auge nel mondo antico. Esistono determinate forme storiche di schiavitù in cui la libertà essenziale dell'uomo è meglio protetta che non in certi sistemi sociali che mettono severamente al bando il concetto di schiavitù ma in realtà riducono al rango di schiavi coloro a cui danno il nome di uomini liberi. [...] V'è schiavitù tutte le volte in cui l'uomo diventa veramente un oggetto in balìa di un'altra persona, ed è ridotto a mero strumento degli scopi altrui.»

Dietrich Bonhoeffer, Etica (cap. IV. Le cose ultime e penultime), Bompiani, Milano 1969, pagg. 153-154.

P.S.
Invito a leggere l'interessante pacca sulla spalla alla gerarchia vaticana che Vito Mancuso ha dato con l'articolo L'etica di fronte alla vita vegetale, pubblicato da Repubblica di oggi.

giovedì 12 febbraio 2009

Tracotanza della parola

«Dopo Aristotele non ci si è preoccupati a sufficienza in filosofia di indagare che cosa vogliamo esprimere, quando diciamo ‘essere’; piuttosto si è partiti dalla parola ‘essere’ e le si sono dati di volta in volta i più svariati contenuti e significati. In tal modo il linguaggio diventò creatore di filosofia, mentre la sua natura è soltanto quella di un tramite propulsivo che deve conservare, purificare, ordinare e annodare, ma non sarà mai un'arché. La fantasia pre-linguistica è la matrice della filosofia.»

Vorrei prendere spunto da questo notevole paragrafo di Giorgio Colli* per rilevare che, in questi giorni cruciali legati alla vicenda di Eluana, la nobile richiesta di molti di fare silenzio, di portare rispetto nei confronti della famiglia Englaro - massimamente disattesa prima dall'ingerenza vaticana, poi dal vaniloquio berlusconiano, infine dal vociferare dei nuovi inquisitori - implicasse probabilmente la consapevolezza che il linguaggio, la parola, in determinate occasioni, non riesce a esprimere fino in fondo lo stato d'animo di chi si trova a vivere, appunto, certi momenti. E lo scandalo principale è, secondo me, dovuto al fatto che proprio coloro che sono accusati dalla miopia clericale di essere lontani dal rispetto della vita, dalla libertà e dal mistero sotteso alla condizione umana, sono coloro che invece riescono a usare un linguaggio che conserva, che purifica, che ordina e che annoda quel filo minimo di senso che ci caratterizza in quanto esseri umani. Mentre proprio coloro che si sono ostinati e che si ostinano a credersi difensori della vita, coloro che credono che non si possa disporre come si vuole della propria vita, che parlano di "scrigni" da conservare, di "sentenze assassine", eccetera, sono loro che dissipano, che ammorbano, che scombinano e che sciolgono il linguaggio che ci tiene legati, con un tenue filo, ad una possibile verità che ci accomuna in quanto esseri umani.

*Giorgio Colli, Filosofia dell'espressione, Adelphi, Milano 1969

Grazie, Charles



Darwin è vivo e lotta insieme a noi.

mercoledì 11 febbraio 2009

Eppure il Catechismo dice che...



L'eutanasia

2276 Coloro la cui vita è minorata o indebolita richiedono un rispetto particolare. Le persone ammalate o handicappate devono essere sostenute perché possano condurre un'esistenza per quanto possibile normale.

2277 Qualunque ne siano i motivi e i mezzi, l'eutanasia diretta consiste nel mettere fine alla vita di persone handicappate, ammalate o prossime alla morte. Essa è moralmente inaccettabile.

Così un'azione oppure un'omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un'uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. L'errore di giudizio nel quale si può essere incorsi in buona fede, non muta la natura di quest'atto omicida, sempre da condannare e da escludere.

2278 L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'“accanimento terapeutico”. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.

2279 Anche se la morte è considerata imminente, le cure che d'ordinario sono dovute ad una persona ammalata non possono essere legittimamente interrotte. L'uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile. Le cure palliative costituiscono una forma privilegiata della carità disinteressata. A questo titolo devono essere incoraggiate.


Tratto dal Catechismo della Chiesa Cattolica,Articolo 5, Il Quinto Comandamento, Il rispetto della vita umana, parte III, sezione II, pag. 421-422.

*Grassetto mio.

Mah, sarò anche un cattivo ermeneuta, tuttavia leggendo tali parole trovo una profonda contraddizione tra quello ch'è ivi scritto e il fanatismo clericale. O sbaglio?

martedì 10 febbraio 2009

La storia siamo noi

Come molti [prima pareva la maggioranza degli italiani, poi la metà, poi una cospicua minoranza... adesso non so, boh, anche in due o tre va bene lo stesso] in questi giorni neri della Repubblica sono stato male. Quanto è accaduto mi si è infilato nelle viscere e nella mente ed è divenuto pensiero dominante. Sentimento di rabbia, di ribellione, sentimento di prendere le armi contro il mare di guai e, combattendo, finirli... E tuttavia, nonostante questa impotenza di fatto, nonostante questo grido di rabbia e dolore di fronte a tanta truculenza, tanta protervia, tanta sciacallaggine del governo, del Vaticano e di tanti fanatici, ecco che mi pare di aver vissuto una delle pagine di vera storia della nostra Repubblica. Una pagina storica, nel senso che segna una svolta tra prima e dopo. Ci sarà tempo per dire e riflettere, studiare, meditare. Intanto ringrazio Beppino Englaro, sua moglie ed Eluana per tutte queste ragioni qui ben espresse da Giuseppe Regalzi; ringrazio tutti gli amici linkati, e altri giornalisti e scrittori, parenti e amici e colleghi, per aver partecipato e condiviso questo momento. Nonostante sia, nella sua presunta maggioranza e nella sua guida esecutiva un pessimo paese clericale e nichilista, l'Italia ancora riserva qualche piccola riserva di speranza. Voglio credere, voglio sperare che piano piano questa povera patria diventi un paese normale. E vivo questa illusione perché non voglio vivere col dente avvelenato contro tutta questa gente che non sa fare altro che vomitarsi addosso. Voglio cercare di camminare nel vento sereno, con la stessa baldanzosità e ingenuità del poeta walseriano, la faccia sorridente, sempre pronto a dire grazie a chi riesce a ignudare il re.

lunedì 9 febbraio 2009

Silenzio



Riposa in Pace.
Silenzio e rispetto per sempre.

Grazie di quello che Tu e la Tua Famiglia avete fatto per la Nostra Libertà.

(Parole di Andrea Zanoncelli, amministratore del gruppo su FB A Beppino e Saturna. Ed Eluana).

domenica 8 febbraio 2009

Ceronetti in tv!



Stasera c'è Ceronetti da Fazio.
Questo è un vero evento televisivo dato che Ceronetti ha sempre manifestato "orticaria" per la televisione. Ora io non so se egli promuoverà le sue ultime Ballate dell'angelo ferito [Il Notes Magico, Padova, 2009, pagg. 112, € 13] perché, a proposito della promozione dei libri in tv, ricordo che una volta lo stesso Ceronetti scrisse mirabilmente che la televisione ha lo stesso credito nel promuovere la lettura quanto lo ha un macellaio che invita a diventare vegetariani.
Vedremo se stasera il Nostro si presenterà con un bel panino al prosciutto in mano, una birra, un caffè espresso, una sigaretta.

Grazie Giulio

A volte rimpiango sempre più la Democrazia Cristiana: quella vera, di una volta, ché i pregi bilanciavano perfettamente i difetti.
Lo spessore politico, intellettuale, umano di quella classe politica sono oggi ineguagliati. Craxi, Andreotti erano dei giganti di fronte a questi nani di politicanti. Credo sempre più che Mani pulite abbia peggiorato le cose della nostra Repubblica. Non voglio dar la colpa a tale inchiesta, certo necessaria, ma che poteva esser condotta senza azzerare, insieme ai difetti (che prosperano ancora purtroppo), tutte le virtù (ahimè sparite) della precedente classe dirigente della cosiddetta Prima repubblica. La colpa principale però è di noi italiani che non siamo stati capaci di vedere il peggio in arrivo.

P.S.
Un consiglio all' Onorevole Gianni Letta: quest'altra volta telefoni al suo modello di riferimento per chiedere lumi, prima di far commettere simili sciocchezze al suo Presidente.

Lettera ai cattolici



O ferventi cattolici che vi opponete con forza affinché le volontà di una persona siano finalmente rispettate! Fermate un momento, vi prego, la vostra foga e riflettete. Su cosa si fonda la vostra religione? O meglio, qual è l'elemento fondante il vostro credo, il dato ineliminabile dei Vangeli senza il quale Gesù non sarebbe diventato il Cristo?
La Passione. Bravi. Ora seguitemi in questo ragionamento.
Se non ci fosse stata la Passione ci sarebbe stato il cristianesimo? Se voi foste stati lì, in quel momento preciso - e vi concedo persino il fatto che sareste stati dalla parte di Gesù, nello scarno gruppo dei suoi seguaci: cosa avreste fatto nel giardino del Getsemani, ai piedi del Monte degli Ulivi la notte del Giovedì Santo? Vi sareste addormentati? Gesù poi vi avrebbe rimproverato, d'accordo, perché incapaci di vegliare e pregare, ma mai vi avrebbe detto di prendere le armi al momento dell'arresto, come fece pare Pietro, brandendo una spada e colpendo l'orecchio del servo del sommo sacerdote. Ecco cosa mi sembrate adesso voi, ferventi cattolici che fate della vita un feticcio: tanti piccoli discepoli con la misera spada vaticana in mano che cercate d'impedire le Altrui volontà. Se Gesù non avesse impedito la vostra rivolta non sarebbe stata rispettata la Volontà divina, che voleva che il Figlio dell'Uomo andasse verso la Crocifissione, verso la Morte, verso la (supposta da chi crede) Resurrezione.
Vi prego dunque, addormentatevi. Che sia fatta la volontà del Padre.

sabato 7 febbraio 2009

Elezioni

Forza Silvio, non tornare indietro sui tuoi passi, forza, usa tutta la protervia di cui sei capace e di cui disponi: andiamo alle elezioni. Fai cadere il governo, fai sciogliere le camere, chiedi una nuova investitura per cambiare le istituzioni. E vedremo. O avrai tutto, come un novello imperatore o... e qui mi taccio. Non arrivo a credere che la trascurabile maggioranza degli italiani possa guarire dal suo fascismo endemico. Ma è l'ora di saperlo; è ora di sapere se saremo degni di essere chiamati cittadini o sudditi.

Uno strano dono di Dio



Il Professore Emanuele Severino, eminente filosofo e chiarissimo docente universitario, ieri sera sulla trasmissione 8½ ha detto che «per i cattolici la vita è un dono di Dio.» Ha poi proseguito, tra sorrisi, affermando che «se così è, si tratta di uno strano dono, posto che se uno fa un dono, chi lo riceve può farne quel che vuole e chi ha donato non si sogna nemmeno di chiedere conto del dono che ha fatto.»

«Mah - ha continuato - e se fosse un prestito? Si sa che le cose date in prestito (comodato?) vanno restituite al proprietario. Quando egli le reclama... A meno che, qualcuno non le abbia sottratte al comodatario, contro la sua volontà. Infatti, sottrarre un dono dato in prestito con la "complicità" di colui che provvisoriamente detiene il dono, significa che il "ladro e il comodatario" sono d'accordo... dunque complici. La sottrazione del dono può certamente avvenire, ma deve essere all'insaputa di colui che detiene il dono, affinché egli od ella non sia d'accordo con chi ruba. Mah! In realtà altra è la linguistica da utilizzare

Tale sintesi l'ho reperita qui.

Alla destra del Papa

Invito alla lettura.

Suggerisco anche questo articolo* di Hans Küng su Repubblica di oggi.

venerdì 6 febbraio 2009

Grazie Giorgio

Grazie Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per non aver firmato lo scandaloso decreto governativo.
Spero possa essere un argine a tanta tracotanza anticostituzionale del Governo.
Ma il punto è: ancora non è un anno che questo Governo è in carica; ci aspettano altri quattro anni pieni pieni di questo squallore? Ci sarà presa di coscienza e il formarsi definitivo di una società civile che si erga a baluardo contro questa democrazia totalitaria (pregasi di leggere questo formidabile post di Sghembo)?

Intanto il Vaticano è deluso dal nostro Presidente. Sapessero quanto saranno delusi tanti cittadini starebbero più zitti e rintanati nel loro piccolo Stato.

Avrei tanta voglia di dire cose offensive, ma non voglio dargli soddisfazione. Devo restare calmo. Sappiano però che di fronte a tutta questa produzione continua di merda m'è venuta la diarrea anche a me e ogni volta che tiro lo sciacquone penso a loro, e desidero.

giovedì 5 febbraio 2009

Che pezzi di merda



Non ho altro da dire.

Post preventivo se la bozza del Decreto Legge divenisse realtà. Glielo dico avanti, per aiutarli nella riflessione.

Berlusconi è brutto

«Ogni nuova realtà estetica ridefinisce la realtà etica dell'uomo. Giacché l'estetica è la madre dell'etica. Le categorie di "buono" e "cattivo" sono, in primo luogo e soprattutto, categorie estetiche che precedono le categorie del "bene" e del "male". In etica non "tutto è permesso" proprio perché non "tutto è permesso" in estetica, perché il numero dei colori nello spettro solare è limitato. Il bambinello che piange e respinge la persona estranea che, al contrario, cerca di accarezzarlo, agisce istintivamente e compie una scelta estetica, non morale.»

Iosif Brodskij, Dall'esilio, Adelphi, Milano 1988

E io, come il bambinello di sopra, per le sue stesse ragioni, respingo questo nostro Governo italiano e, primariamente, il suo Presidente. Per una ragione estetica: perché Berlusconi è proprio brutto, brutto dentro, come bruttissimi sono coloro che gli vanno dietro a pecoroni, o davanti... a pecorina.

mercoledì 4 febbraio 2009

Vedi alla voce

Mi fermo a pensare e mi dico
costantemente attenzione
alla fuga possibile: il varco è aperto,
lo sprone c'è.
E tuttavia preferire il certo
è meglio che ferire l'incerto.
Resto, resisto per non dar credito,
troppo credito al vento, all'inflazione
del mio cinque per cento
di vissutezza.
Lascio soffiare la brezza,
ascolto la voce, apro la giacca a rondone
e volo saliscendendo tra erba e cielo,
disegno tra nuvole sparse una croce
come un ritmo, una nota a margine, un punto
una sottolineatura. E trovo un porto
nei bassifondi di quella che un tempo
avrei chiamato anima,
o amica o presenza o sentore,
come se qualcosa sussistesse oltre i propri neuroni,
oltre lo specchio che mi riflette diverso
da come mi vedi.
Vedi alla voce: amore, coglioni, ho perso.

Consigli democratici



Fossi Veltroni raggiungerei Ségolène Royale a prendere, insieme a lei, un po' d'aria caldo-umida a Belem; e altresì per ascoltare il congresso degli Altermondialisti del Forum Sociale mondiale.
Una vacanza per "apprendere e riflettere" fa sempre bene, soprattutto di questi tempi.

martedì 3 febbraio 2009

Dalla parte di Fabio



Non ho letto tutto l'articolo, ma da quanto appare qui, ciò che scrive Andrea Scanzi su Micromega riguardo Fabio Fazio non è per me condivisibile.
Il tono e lo stile di Fabio Fazio sono questi: è un po' troppo ossequioso, riguardoso, a volte noioso. Ma il suo programma è uno dei pochi spazi televisivi dove ogni tanto vi sono ospiti interessanti che dicono cose notevoli. Aver invitato Beppino Englaro, avergli fatto questa domanda, banale quanto vuoi, ma decisiva, per me è sufficiente per meritargli la conduzione del suo programma per altri vent'anni di fila.

Specialisti in omaggi postumi



Il Vaticano loda Giorgio Gaber.
Dicono anche per Io se fossi Dio.
Sicuri sicuri?

lunedì 2 febbraio 2009

Candelora



«Unis par leurs équations et leur outillage, les peuples demeurent désunis par leurs goûts et leurs prières. Leur façons de calculer et de fabriquer des machines - science et techniques - les rendent interchangeables, les sons qui sortent de leur bouche et leurs rêves - langue e piété - les rendent non compatibles.»


Régis Debray, Le Feu Sacré. Fonctions du religieux, Fayard, pag. 164

Come dire: la Téchne unisce là dove la religione disunisce. Di più: qualsiasi speranza ecumenica è votata al fallimento. Se mai un giorno i popoli della terra dovessero arrivare veramente a una riconciliazione, non sarà certo in nome di Dio. Quale Dio infatti potrà andare bene per tutti?
Io credo tuttavia che i Vangeli contengano una verità antropologica fondamentale che riguarda l'umano: è lo svelamento definitivo del meccanismo vittimario, la verità della vittima. Ma credo altresì che questa verità non possa dar luogo più a una religione. Essa deve essere liberata da qualsiasi forma di credo e lanciata nell'aria a formare una sorta di nuovo strato di ozono che permetta all'umanità di instaurare una forma di buona reciprocità. E questo pena lo sfacelo, la caduta libera nella mimesi violenta, nel tutti contro tutti.
I veri cristiani dovrebbero per questo rinunciare al proprio Dio, rinunciare veramente a qualsiasi forma di idolo, anche allo stesso Cristo se questo deve diventare una forma di scandalo. Non può più, la Croce, essere brandita dagli uni contro gli altri. La Croce non è un'arma (o è la Vera Arma di Verità?). E il primo a dare l'esempio deve essere il Papa e il Vaticano tutto: rinunciare alla propria identità perché non esiste altra identità che quella umana. Ricordarsi: Gesù era Figlio dell'Uomo.

Perché scrivo questo? Perché sono incazzato con tutto il panegirico papalino che il mio Girard riserva nel suo ultimo Achever Clausewitz a Benedetto XVI. Sono deluso, perché se da un lato posso sorvolare sulla sua fede tenace, dall'altra non posso tollerare queste sue lodi sperticate al discorso di Ratisbona. Per carità, il libro contiene notevoli passaggi rivelativi e, per me, illuminanti. Ma questo finale mi ha deluso. Occorreva che in qualche modo lo dicessi (comunque al mio René voglio sempre bene).

A scarpe in faccia



E se un giorno un brasiliano del Milan, in un attacco di follia patriottica, tirasse una scarpa al suo Presidente?

domenica 1 febbraio 2009

I panni degli altri

Tutta questa escalation di stupri, unita a scoppi tremendi di violenza insensata, schifosamente razzista fanno emergere il dato per eccellenza: l'uomo è una bestia, una bestia fatta male. Occorre uno sforzo d'immaginazione e d'immedesimazione. Occorre provare cioè a pensarci lì, noi quieti spettatori, in quel momento, in quel luogo, in quell'occasione. Bisogna provare a vedere noi stessi come stupratori, come selvaggi razzisti imbecilli e capire. Fare questo esercizio senza alcuna mira giustificatoria. Uomini più o meno sfavati a cui non bastano più le sane seghe, o un sesso riscaldato; col testosterone a mille e qualche litro alcolico che scorre negli interstizi. Ecco davanti la preda, le nari si allargano, la foia ci prende alla gola, il cuore sembra esplodere nelle vene del collo. Il nostro sesso si gonfia e attacchiamo, stringiamo, colpiamo, squarciamo, penetriamo e, mentre l'odore selvatico del nostro lercio sudore investe l'aere, ecco ci muoviamo come forsennati, digrignando i denti, gridando puttana e milioni di troia a colei che giace e che piange e il cui urlo soffochiamo a forza di pugni. Ecco, abbiamo finito, ci siamo svuotati della nostra semenza, invadiamo e infettiamo una terra che non ci voleva. Sentiamo l'eccitazione svanire, e quasi con senso di schifo, pisciamo. Ecco, la nostra serata è finita. Il vuoto che abbiamo dentro non si riempe con la merda che siamo. Via dunque, via, a casa, a ripulirsi, a cambiarsi; domattina non sapremo nemmeno cosa avremo fatto.

God's swords




Segnalo la lettura di questa intervista al vescovo lefebvriano Richard Wilkinson (pardon, Williamson)

P.S.
Ringrazio Fabio Brotto per la segnalazione.