venerdì 21 gennaio 2011

Buongiorno narciso


«Tra il neonato e lo psicotico ci siamo noi, le cosiddette persone normali. Come già Freud aveva avuto modo di osservare, il narcisismo riveste un ruolo più o meno importante per ognuno di noi. Prendiamo per esempio un uomo che si innamora di una donna, alla quale però non interessa affatto. Se costui è molto narcisista, sarà incapace di ammettere che la donna non prova interesse per lui. L'unico pensiero, che non si stancherà di ripetere, sarà: “Com'è possibile che non mi ami, se io l'amo tanto?”. Per quest'uomo l'unica realtà è il proprio amore: il fatto che ci sia una donna che forse prova altri sentimenti e reagisce in modo diverso, per lui non è una realtà.
Conoscerete di certo la storiella dello scrittore che incontra un amico con cui si mette a parlare del suo ultimo libro. Dopo un quarto d'ora dice: “Non ho fatto altro che parlare di me, adesso parliamo di te. Ti piace il mio libro?”. È lo stesso tipo di narcisismo, solo che ci è già un po' più familiare e appare meno minaccioso e meno patologico che nell'altro esempio. [...]
Al vero narcisista non importa nulla di ciò che gli altri pensano di lui, poiché non dubita del fatto che ciò che pensa di sé sia reale, e che ogni parola che gli esce di bocca sia semplicemente meravigliosa. Un vero narcisista entra in una stanza, esclama: “Buongiorno!”, e pensa: “Non è meraviglioso?”. Il fatto di essere lì e di dire: “Buongiorno!”, per lui è una cosa bellissima»*.
*Erich Fromm, I cosiddetti sani. La patologia della normalità, Mondadori, Milano 1996 (traduzione di Marina Bistolfi, pag. 92-93

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