lunedì 1 agosto 2011

Pensierini


Quando uno non sa cosa dire si rifugia in ciò che dicono gli altri. Lo stesso vale per lo scrivere. Qualcuno considera questo un vuoto di pensiero. Io, invece, l'ho sempre considerato un pieno. In fondo tutto quanto si dice, o si scrive, è una rimasticatura del già detto (del già scritto). Nella Biblioteca di Babele c'è già scritto tutto quanto tu devi ancora scrivere. Ogni tanto si applaude l'originalità di uno stile, o la novità di certi argomenti: sappiamo tutti che sono applausi a delle repliche.
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Ho letto oggi che il nostro cervello ha raggiunto il suo limite, che più di così non si può diventare intelligenti. Ora, io vorrei che questo fosse vero. È un auspicio il mio, perché così, paradossalmente, cadrebbero tutti gli alibi della nostra limitatezza. Siamo già perfetti, e non ce ne rendiamo conto. Possiamo solo “discendere” nella nostra linea evolutiva. Se qualcosa sarà più intelligente di noi, non sarà “noi”, ma un'altra specie. Sono comprensibili anche i limiti della democrazia, e si capisce perché non ce la facciamo a inventare un sistema migliore di questo, così pieno di difetti; e quindi siamo costretti a credere che questo sia il migliore.
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Ho ascoltato questa bella intervista a Mark Strand. E la cosa che mi ha colpito di più è stata quando l'intervistatrice gli ha ricordato che lui a 24 anni ha deciso di vivere da poeta a tutti gli effetti e di fare quello nella vita. Io a 44, se proprio devo dirlo, non ho ancora deciso niente. Sono nel guado. O forse sì: ho deciso di vivere da (o di essere un) blogger. Con tutte le conseguenze del caso e in completa assenza di progettualità. Immerso nel presente. Se dovessi presentare un progetto di ricerca, su quale argomento potrei avere subito delle idee? L'antidecisionismo di un tale chiamato Luca(s).
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«Io sono strutturalmente antifascista», pensavo questo, oggi, durante una passeggiata, mentre costeggiavo una villa abitata da una signora che, pare, abbia il ritratto del duce appeso in camera. Sarei curioso di vederlo per interrogarmi sui misteri dolorosi della mente umana. Eppure, in linea d'aria, Predappio è a un tiro di schioppo. Quanti visitatori oggi ci saranno stati a quel cimitero? Alessandra, la nipote, porterà sempre dei fiori al nonno? Lo ricordate che Mussolini, prima di diventare il capo del governo, era un intellettuale? Non sarà stato mica un blogger ante-litteram?

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