martedì 13 settembre 2011

Oui


È la mia risposta alla domanda che Maïa Mazaurette propone in un suo imperdibile post:
Peut-on remplacer Dieu par le sexe?
In effetti, anche lei arriva a tale conclusione, con brillante senso logico.
Mi piace molto questo passaggio, che traduco per divertimento:
Diciamo che Dio è l'Apple e che il sesso è l'open-source. Per questo propongo di meditare sulle parole di Benedetto XVI: «Sì, l'amore è “estasi” ma estasi non nel senso di un momento di eccitazione, ma estasi come cammino, come esodo permanente che va dall' io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé, precisamente verso la scoperta di se stesso, più ancora verso la scoperta di Dio». Con ciò dicendo che l'open-source dovrebb'essere utilizzato solo per sviluppare prodotti Apple.
Appunto. Le parole del Papa [e non so dov'egli scriva questo, do per buono che lo abbia scritto], implicitamente, dicono che sì, fare sesso è importante, ma non tanto per il godimento in sé, quanto per liberare se stessi e, ancor più, per scoprire Dio, meglio ancora: per far godere Dio, ovvero la Chiesa. Dunque, il sesso come accesso al divino; ma visto che il divino si manifesta nei modi e nei termini che la Chiesa dispone, il sesso, più che far scoprire Dio, sviluppa e sostiene la Chiesa di Dio. Insomma, fottere sì, ma per far godere la Chiesa. 

Inoltre, mi chiedo: tra i vari tipi bondage e il cilicio della Binetti c'è un nesso? Tra il frustarsi le palle o la schiena, differenze? Si potrebbero fare molteplici considerazioni in merito. Tuttavia, come fa ben notare Maïa, avere noi umani tra le mani (e non solo tra le mani) un potente strumento di gratificazione corporale e psichica come il sesso consapevole e liberamente scelto, ci consentirebbe di rimpiazzare Dio con qualcosa di più divino e gratificante, con qualcosa di più religioso (in senso etimologico di re-ligare) e fondante di un Ente che, dopo aver ispirato la scrittura dei Libri sacri, non ha più avuto il coraggio di farsi vedere, o sentire, oggi, che abbiamo ben più evoluti mezzi di registrazione.

2 commenti:

Marco Fulvio Barozzi ha detto...

Non mi sorprende il fatto che la provocazione venga dalla Francia. Mi è venuto in mente Bataille, e ti copincollo quello che scrissi per un saggio sul sacro che poi piantai lì incompiuto:

Bataille (1957*) lega il concetto di sacro a quello di eccesso. L'esigenza di eccesso sottostà a tutta la sua opera teorica e narrativa: "[i momenti di eccesso] mettono in gioco il fondamento sul quale è posta la nostra vita; è per noi inevitabile pervenire all'eccesso, nel quale abbiamo la forza di mettere in gioco ciò che ci fonda. Negando invece tali momenti, noi neghiamo ciò che siamo". Tra le pratiche dell'eccesso Bataille concentra l'attenzione sul sacrificio e sull'erotismo. Entrambi sono legati al sacro, perché radicalmente separati dal corso abituale, profano, dell'esistenza. Questa separazione si produce sia verso l'alto, sia verso il basso: nell'erotismo come nel sacrificio, l'uomo obbedisce ad un movimento ascendente, che lo mette in comunicazione con un ordine superiore (il divino, la santità, l'amore e la morte idealizzati), e ad un movimento discendente che lo mette in rapporto con un ordine inferiore (la sporcizia, il sangue, l'amore e la morte materializzati). Basandosi sui dati acquisiti dalla storia delle religioni, Bataille conclude che il sacrificio corrispondeva ad un'esigenza di sacro - un'esigenza d'eccesso - insita nell'umanità. Che il sacrificio sia scomparso sotto l'effetto del cristianesimo non significa che sia scomparsa anche quest'esigenza, poiché essa si mantiene sotto altre forme, principalmente nella pratica dell'erotismo. L'erotismo è il nome dell'esperienza che l'uomo può fare del sacro al di fuori della religione. Il suo regno è la "dissoluzione delle forme costituite", in opposizione al regno del lavoro e della produzione; la sua forma è quella della trasgressione dei divieti, che permette di accedere alla sfera separata del sacro.

*Georges Bataille, L'erotismo, Edizioni ES, Milano, 1991. Il pensiero di Bataille in proposito è presentato da Emmanuel Tibloux alle pagine 31–32 dell’esauriente saggio Georges Bataille

Luca Massaro ha detto...

Bello, chiaro, da "compiere".
Grazie