martedì 11 ottobre 2011

Il taglio del pelo greco

Dice Juncker (non Jünger - era meglio) che, probabilmente, saranno «possibili perdite fino al 60% per i creditori della Grecia». Uhi. Quindi, se avessi comprato mille euro di debito greco e lo rivendessi, mi renderebbero soltanto quattrocento euro. Insomma, meglio di niente sempre qualcosa è. Ma io, a parte qualche yogurt o un po' di feta lo scorso luglio per farci un'insalata, di greco non ho comprato nulla. Certo, negli anni ho comprato molti autori greci, dai Sapienti (curati da Giorgio Colli), giù giù fino ai poeti greci del Novecento. Essi non si sono certo svalutati, come i bond.

Ciò nonostante, non so in quali modi indiretti, ho sentore che qualcosina debba io rimetterci lo stesso. Io e molti altri cittadini europei che sono nella mia identica situazione. È il cosiddetto “effetto boomerang”, senza nemmeno aver avuto la soddisfazione di lanciarlo in faccia a qualcuno, il boomerang. Qualcuno l'ha lanciato (le banche europee, soprattutto franco-tedesche), ed esso torna indietro - ma colpisce noi, non il responsabile del lancio.
Il debito greco faceva gola agli ingordi perché dava molti interessi: ora che lo stato greco non garantisce più di pagare tali interessi - di più: ora che non rende nemmeno il valsente di quanto comprato, tutti a pararsi il culo con il culo degli altri. Che bellezza il capitalismo. È la nuova forma di razzismo. Un razzismo dolce e soave che ci lascia liberi di pensare e dire tutto quello che si vuole, tanto l'azione (leggi: il potere) è nelle loro mani. La verità non ci rende liberi, ma diversamente schiavi.

Il titolo allude all' voce finanziaria dell' haircut.

1 commento:

giovanni ha detto...

Il paradosso è proprio questo, chi più si riempie la bocca di liberismo non solo non può fallire ma nemmeno rimetterci.