martedì 18 ottobre 2011

Le abluzioni di Todi.

Todi, 18 ottobre, dopo la relazione di uno che cattolico non era, né tanto meno cristiano:


[37] Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. [38] Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. [39] Allora il Signore gli disse: "Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. [40] Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? [41] Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo. [42] Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. [43] Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. [44] Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo". [45] Uno dei dottori della legge intervenne: "Maestro, dicendo questo, offendi anche noi". [46] Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! [47] Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. [48] Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. [49] Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; [50] perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, [51] dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. [52] Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito".  Luca, 11, 37-52.

Lucas non abita lontano da Camaldoli, luogo dove acquistò la Bibbia di Gerusalemme negli anni in cui pensava che un po' di teologia l'avrebbe aiutato a restare cattolico-cristiano, ma invece.
Sono luoghi meravigliosi quelli di Camaldoli, soprattutto in queste stagioni. Si raccolgono castagne come in un giardino. E il monastero, se ci vai nei feriali, quando c'è solo il silenzio e il ciabattare di qualche frate scalzo, ha un suo fascino; e la Foresteria ti attrae e ci vorresti, più che pregare, portare in preghiera una raffinata Milf laica che si mette ginocchioni a regalarti le gioie dell'eterno. Di Camaldoli ora mi ci vorrebbe una di quelle caramelle alla menta e all'eucalipto - che fanno fare, non mi ricordo più dove giù nel Lazio - che poi spacciano come prodotto locale, hai capito, i frati sono millenni che sono nel commercio.
La Chiesa si preoccupa tanto per le sorti dell'Italia. Che carina, a Lucas piacerebbe tanto che l'Italia, un giorno, possa ricambiarle il favore. Vale a dire, dice Lucas, perché anche noi italiani, indipendentemente dal fatto se siamo religiosi o meno - non ci ritroviamo un giorno a Camaldoli o a Todi per preoccuparci delle sorti del Vaticano? Perché, insomma, in Vaticano - che è uno Stato a sé, come l'Italia - gli italiani non possono occuparsi attivamente della vita politica e religiosa dello Stato Pontificio? 
Fondare così un bel partito repubblicano che si batta, in primo luogo, per l'elezione a suffragio universale dei propri rappresentanti, per portare una ventata democratica in un luogo che non la conosce affatto. La democrazia, intendo.

1 commento:

bag ha detto...

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