domenica 2 ottobre 2011

Ombre della perfezione

Vale la pena leggere le meditazioni weiliane di Morena Martini. E parto dalla sua conclusione.

Oggi il mondo è ingiusto, lo sappiamo bene. Ovunque, non si sentono che lamentazioni. Il problema sorge quando ciò che percepisci tu come ingiusto, e poi quel che è ingiusto per me, non collimano, si sbilanciano. Tu avverti la tua indignazione nei confronti dell' ingiustizia a te cara come assoluta priorità, e così affossi la mia, di cui non t'accorgi. Potresti guardarmi morente, e non cambieresti opinione, dentro di te.
Serve l' ordine. Una perfetta scienza sociale. Come si fa. Ed ho appena scoperto che non c'è alcuna via di scampo. Bisogna amarsi. Il resto sono chiacchiere.

Sono pronto, le vorrei dire. Ma pronto a che? L'unica cosa là fuori disposta ad abbracciarci in completa gratuità sono gli alberi, forse, almeno quelli che restano, integri, e non ancora offesi. Questo imperativo sociale dell'amore implica la possibilità di guardarsi negli occhi con chiunque, per scoprire nell'altro un altro io che chiede giustizia e aiuto. Più spesso, però, negli occhi dell'altro intravediamo le nostre paure. Legittime paure di chi troppo spesso ha visto la belva umana addentare la carne dell'innocente.
Non siamo perfetti e il principio primo di ogni tranquilla vita sociale è riconoscerlo. E soprattutto, non aspirare a diventarlo. Certo, Cristo da qualche parte dice: siate perfetti - ma lui scherzava e lo sapeva bene. Duemila anni dopo lo possiamo dire con sicurezza: la perfezione è sinonimo di sterminio. “Perfetti” sono solo coloro che tali non si riconoscono e mettono sul mercato i loro difetti, le loro paure, le loro miserie e meschinità. Il primo passo verso la guarigione, è risaputo, avviene quando uno prende coscienza della propria malattia. Ostinarsi a credere nella nostra santità, ovvero a ritenere che il confine dei nostri cento anni sia l'eterno, è il più grande inganno compiuto dall'uomo sull'uomo. Bisogna insegnare a saper morire fin da piccoli, ricordarlo ogni giorno, così come ricordare che sesso e morte sono intrinsecamente legati, gioia e dolore, salute e malattia. Non voglio farla lunga sentenziando cose note, precetti di saggezza che i sapienti di ogni tempo non fanno che ripeterci. Voglio solo sùggere la vita, non suggerirla, stagione dopo stagione, mano dopo mano, abbraccio dopo abbraccio. 
La perfezione diventa solo un'ombra dietro il castagno; passa un cane e ci orina contro.

2 commenti:

Giovanni Jan Rossi ha detto...

Grazie per la lettura suggerita. Forse può interessare anche "Elogio della depressione", del sociologo Aldo Bonomi insieme allo psichiatra Eugenio Borgna (Vele 69, Einaudi)

sirio59.mm ha detto...

Oh sì! Anch' io. Vorrei.
Morena