mercoledì 25 gennaio 2012

Ci vuole calma

Calma e gesso. La guerra tra “poveri” non porta da nessuna parte se non allo sfilacciamento totale dei tenui legami della convivenza civile.
Sputare le proprie ragioni in faccia alle ragioni altrui fa sì che nessuno veramente venga colpito: entrambi gli sputi, incontrandosi, si annullano e le parole-saliva cadono a terra lerciando il nostro cammino.
Il problema è sempre lo stesso, che si ripete dall'alba dei tempi: la comunità umana trova pace soltanto solo se riesce a canalizzare la propria rabbia, il proprio odio, la propria violenza verso un obiettivo comune. E oggi, come ieri, il busillis è trovare questo nemico almeno un minuto prima della catastrofe generalizzata, della guerra vera e propria.
Siamo ancora maledettamente primitivi sotto questo punto di vista. Nonostante esista una scienza che spiega le cause della crisi – cause che sono intrinseche ai meccanismi di funzionamento del sistema capitalistico – noi umani ci facciamo cogliere sempre dalla parte della ragione perché tutti gli altri hanno torto.
A forza espellerci, a forza di dare la colpa a questo o a quello, non riusciremo mai a venirne fuori e resteremo aggrovigliati nei nostri risentimenti, finché questi non esploderanno nella violenza indiscriminata, nel ritorno all'orda primitiva che si picchia i pugni sul petto per far sentire a tutti la propria possanza.
La scena iniziale di 2001 Odissea nello spazio è l'insuperabile rappresentazione di quello che veramente siamo.
Non ho soluzioni da dare. Leggo, m'informo, partecipo marginalmente al disagio che ci investe. Non stiamo affatto bene come umani. Non riusciamo a darci obiettivi, immanenti obiettivi, che elevino consapevolmente la nostra specie verso quelle cose minime che ci renderebbero collettivamente meno affamati di giustizia.
Sia chiaro: esistono i padroni ed esistono gli schiavi. Esiste lo sfruttamento e il depauperamento di qualcosa che appartiene a tutti i viventi, umani compresi. Ma bisogna prima di tutto essere realisti nel riconoscere che, questo gioco bastardo delle parti, ci vede protagonisti casuali di una lotta che dovremmo rifiutare di combattere se l'obiettivo è soltanto cambiare ruolo. Vale a dire: bisogna confessarsi amaramente che se noi fossimo loro (e con loro intendo chiaramente quella fottuta minoranza di potenti-roditori del mondo) saremmo come loro.
27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia.28 Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché costruite i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti 30 e dite: "Se fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nello spargere il sangue dei profeti!" 31 In tal modo voi testimoniate contro voi stessi, di essere figli di coloro che uccisero i profeti. 32 E colmate pure la misura dei vostri padri! (Mt, 23).
Le parole di Gesù sono inequivocabilmente vere. Senza questa coscienza primaria, basica, non potremo tentare di raggiungere l'altra, la scientifica. Solo a condizione di queste conoscenze minime che dovrebbero penetrare le nostre menti, potremmo andare da un Bill Gates (non certo uno dei peggiori) e dirgli: «Cazzo dici, Bill: disfatti di tutto, mantieni solo il necessario per vivere bene e poi parliamone».
E adesso vado a letto ché domani devo pescare trote e cogliere le ultime nespole (non mi chiedete spiegazioni di quest'ultima frase).

3 commenti:

bag ha detto...

il grosso problema di individuare cause intrinseche nel sistema capitalistico per l'attuale disparità tra ricchi e poveri ha un paio di difetti:

1. la divisione c'è sempre stata, anche prima che la borghesia uscisse dall'umanesimo rafforzata nella sua posizione socioeconomica dominante.

2. la soluzione proposta per le magagne del sistema non è una soluzione solo economica. anzi, dal momento che sottomette alla sovrastruttura economia il resto, suggerisce un cambiamento che costruisce un sistema politico che è ben diverso da quello che abbiamo inventato noi occidentali (i greci e i romani prima di tutti), e cioè una democrazia liberale. si può dire che non lo è abbastanza, che ci sono dei parassiti che approfittano della società ecc, ma la soluzione proposta per il rovesciamento del capitalismo conduce a un sistema politico che non possiamo accettare.

bag ha detto...

correggo: da come ho scritto sembra che la democrazia liberale sia il sistema che uscirebbe dal rovesciamento del capitalismo.
non è così: la democrazia liberale è il sistema che verrebbe cancellato nella realizzazione del "nuovo" sistema economico. la democrazia liberale è quello che abbiamo (per quanto imperfetta e incompleta, ma l'idea ce l'abbiamo) e che dobbiamo tenerci, e rafforzarla.

Luca Massaro ha detto...

Sono d'accordo sul fatto che dovremmo tenerci cara la democrazia liberale, solo che dovremmo liberarla dalle catene che la opprimono.
Se penso alla nostra Costituzione, per esempio, è un assillo ripetermi l'articolo uno e trovare conciliazione tra il potere che il popolo ha e il suo modo di "praticarlo/esercitarlo" dentro confini (limiti) e modi (forme) che dovrebbero essere continuamente rinnovate. In una parola: votare non è più sufficiente. Occorre trovare altre modalità di esercizio...