mercoledì 4 gennaio 2012

Domani iniziano i saldi della nostra mente

«Se non si fosse instaurata l'alleanza tra piante e funghi, la vera e propria colonizzazione delle terre emerse da parte delle piante e degli animali superiori, avvenuta da 450 a 400 milioni di anni fa, probabilmente non sarebbe stata possibile. Il terreno nudo, spazzato dalla pioggia, a quel tempo non poteva offrire ospitalità a organismi più complessi di un batterio, di una semplice alga, o dei muschi. Le prime piante vascolari non possedevano né foglie né semi, e superficialmente assomigliavano agli equiseti e alle isoete attuali. Alleandosi coi funghi, esse riuscirono, per così dire, a mettere piede a terra. Alcuni di questi pionieri si evolvettero nelle licofite arboree e nelle felci delle grandi foreste del Paleozoico, trasformatesi più tardi in giacimenti di carbon fossile. Altre diedero origine agli antenati delle moderne conifere e delle angiosperme, la cui vegetazione è divenuta, col trascorrere del tempo, dimora del più vasto dispiegamento della vita animale che  sia mai esistito. Oggi, le foreste pluviali tropicali, che probabilmente contengono più della metà delle specie di piante e di animali della Terra, crescono su un fitto intreccio di funghi micorrizici

Edward O. Wilson, La diversità della vita, Rizzoli, Milano 1993 (traduzione di Diego Maria Rossi).

Il caso e la necessità determinarono, inconsapevolmente, quella “sacra” alleanza tra piante e funghi. La vita si trasferì, gradualmente, anche sulle terre emerse. Dopo qualche milionata d'anni, con le testa presa negli affari o nella smania di dominio e affermazione, è possibile non dico mettersi d'accordo con i funghi (siamo già di nostro abbastanza velenosi) o con le piante (ne stiamo già segando abbastanza senza ripiantarle, per farne pascoli per carne da macello), ma tra noi umani, face to face heart to heart, consapevolmente, forzando il caso e la necessità per far star bene noi nel maggior numero possibile? Che non stiano bene, insomma, sempre e solo i padroni del mondo (essere superricchi e non fare niente per smettere di esserlo è una colpa*) foraggiati da noi sempre più inconsapevolmente, dato che non sappiamo far altro che assistere all'esercizio del potere di sobri Superciuk che prendono ai poveri per dare goffamente ai ricchi il conforto di vivere una vita così maledettamente distante dalla disperazione umana. E visto ch'è insensato attaccarsi alla fede nel benessere ultraterreno (beati i poveri un cazzo, insomma), addentiamola quella ricchezza, come zombi, anziché desiderarla, come la luna o una vincita al superenalotto. Addentare la ricchezza sì, ma non quella che domani sarà messa a saldo nelle vetrine degli outlet o dei negozi in centro. Addentare la ricchezza per sfamare la giustizia, qui e ora.

*Qui si intende, chiaramente, la ricchezza smisurata, soprattutto quella ereditata, non prodotta cioè dal   proprio ingegno (anche malavitoso).

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