domenica 15 gennaio 2012

Il padre nobile della Repubblica a venire

Conosciamo tutti i particolari modi di smanceria e servilismo che Ferrara usa nei confronti del suo amore, il suo tentativo di distinguersi nella bolgia di leccapiedi che circondano il Cavaliere. Anche oggi, per esempio, nel suo consueto editoriale domenicale su Il Giornale, Ferrara tenta, da par suo, di dar suggerimenti amorevoli a Berlusconi per farlo rientrare “in campo” senza che lui, come al solito, pisci fuori dal vaso con comportamenti e parole che contribuiscono soltanto a renderlo sempre più impresentabile. Ma nel compiere questo tentativo, Ferrara non s'accorge del danno “storico” che fa al suo eroe. Leggiamo e poi commentiamo
Ecco che Berlusconi qualcosa potrebbe fare. Non la minaccia di staccare la spina, ma far correre una ventata di energia politica nuova, decisiva, necessaria. Dare un orizzonte alla politica democratica. Parlare, dire la verità. Impegnarsi per un patto di riforma serio del sistema, sollecitarlo, e costruire un orizzonte credibile e responsabile per la ripresa e il rilancio della democrazia offuscata. Berlusconi potrebbe fare del 2013 una scadenza felice, un’opportunità, potrebbe diventare il padre nobile della Repubblica a venire, e un coautore decisivo della salvezza nazionale e di una Europa della quale si possa pensare che non esiste solo per una astratta e punitiva disciplina fiscale.
Non sembra anche a voi di leggere qui la dichiarazione che i diciassette anni di politica berlusconiana siano stati soltanto un fallimento “politico”? «Berlusconi qualcosa potrebbe fare», e cioè tutte cose che finora non ha mai fatto, come «dire la verità», per esempio; oppure «impegnarsi per un patto di riforma serio del sistema, sollecitarlo» (non solleticarmi troppo Giuliano che mi stai facendo venire i crampi dal ridere), «costruire un orizzonte credibile e responsabile per la ripresa e il rilancio della democrazia offuscata» (qui ci vuole Mastro Lindo). Ma, infine, quando scrive che Berlusconi «potrebbe diventare il padre nobile della Repubblica a venire», a parte che sto per avere un orgasmo dal troppo ridere, Ferrara confuta clamorosamente l'amor proprio e l'alto giudizio che egli ha di sé*, attestando con ciò che Berlusconi, più che uno statista, è stato un te-statista (stavo per dire peggio) che ha pensato, prima di tutto e sempre e soltanto, ai cazzi suoi**.

Io sono stato di gran lunga il miglior Presidente del Consiglio che l'Italia abbia potuto avere negli ultimi 150 anni della sua storia» (vedi e ascolta verso 5'30").
**Anche le sue dimissioni lo dimostrano: lo ha fatto per la roba, altro che bene dell'Italia (anche se, a onor del vero, ha sempre identificato il suo interesse con l'Italia).

2 commenti:

demopazzia ha detto...

Beh, Ferrara ti risponderebbe che non sono cose che Berlusconi non ha mai fatto, ma che gli è stato impedito di fare, oppure che adesso può farle con una prospettiva diversa, oppure ancora che ha perso l'energia propulsiva del 94, ma che è ancora il migliore sulla piazza e l'unico che può farle, etc...

Luca Massaro ha detto...

Certo, certo, quello che dici è vero. Ma mi piaceva mostrare lo iato tra quello che Ferrara consiglia e quello che Berlusconi pretende, in cuor suo, di esser già.