giovedì 5 gennaio 2012

L'amore ai tempi della crisi

c'est seulement un divertissement, bien sûr

Se potessi dirti vieni, amore, tu verresti?
Se potessi dirti parti, amore, tu andresti?
Verrei, rispondi, se mi dicessi dove sei
dove ti nascondi. Partirei, 
se ci fossero altri mondi 
da scoprire, oltre noi.

Conchiusi in questo disastro, affoghiamo
nel silenzio la nostra voglia di respirare.

Lo sai che sei un impiastro quando ti ci metti?
Perché non mi metti le mani calde sulle reni?
Perché non ce le tieni?

Perché le mani sentono la scossa,
il respingimento.
E non esiste altro unguento che possa
sciogliere il nostro rigido torpore.

Non ci chiamiamo più amore, non importa.
Se potessi dirti esci, amore, quella è la porta.
Se sapessi darti navi, amore, quello è il porto.

Siamo attraccati, straccati, dati.
Prigionieri
come i lavoratori della fincantieri.

Sapessimo costruirci un bastimento
salpare verso una promessa.
Ma qui ci licenziano tutti, lo sento
non c'è più alcuna commessa.

Attaccàti a nessuna speranza
il cucchiaio che portiamo alla bocca
brodo di lacrime a oltranza.
Ché piangi? Sei sciocca? Blocca la pena

Aspettiamo entrambi una sirena:
chi di noi due lega l'altro? 
chi si tappa le orecchie?

Se ti dicessi addio, amore, tu mi capiresti?
Se mi dicessi addio, amore, io ti capirei?
E se levassimo dio mantenendo
la sola preposizione semplice?

Sarebbe un amore troppo articolato:
non ce lo possiamo permettere.

A parte.
Consiglio la lettura di questo post di Amara.

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