lunedì 16 gennaio 2012

Pensare e parlare sono quasi la stessa cosa. Quasi

«Tuttavia le società segrete cercano mezzi per favorire psicologicamente il silenzio che non è direttamente coercibile. Il giuramento e la minaccia di punizione vengono qui al primo posto e non hanno neppure bisogno di essere commentati. Più interessante è la tecnica, che si incontra abbastanza spesso, di insegnare come prima cosa ai novizi a tacere sistematicamente. Innanzitutto, di fronte alla difficoltà di tenere completamente a freno la lingua [...] soprattutto considerando il nesso facilmente rilevabile esistente a livelli più primitivi tra pensiero ed espressione - per i bambini e per molti popoli che vivono allo stato primitivo pensare e parlare sono infatti quasi la stessa cosa - bisogna imparare a tacere in assoluto prima che ci si possa aspettare il silenzio di determinate rappresentazioni».

Georg Simmel, Il segreto e la società segreta, SugarCo Edizioni, Varese 1992 (traduzione di Giuseppina Quattrocchi, titolo originale: Das Geheimnis und die geheime Gesellschaft, 1906-1908).

Pensare e parlare erano, infatti, quasi la stessa cosa. Non è più così da tempo, da molto tempo. Le parole si sono allontanate, a esse corrisponde difficilmente la cosa che esse dicono di essere. A ogni parola corrisponde una maschera. È dietro la maschera che si nasconde la cosa. Il potere, soprattutto, fa un uso sfrenato della rappresentazione, del simbolo dietro al quale si cela soltanto un esercizio di dominio. Il problema è che per togliere la maschera al potere si corrono dei rischi, poiché il potere non è che sta lì bellin bellino a farsi smascherare per mostrare al mondo il suo vero volto.

Ma lasciamolo perdere il potere, parliamo io e te, amica, e ti rendi conto che se fosse vero tutto quello che dico io sarei... cosa sarei? Beh, dillo tu. Usa una parola o due, che le mie tanto sono finte, le mie vanno in giro a cercare di rappresentare quello che penso, ma quello che penso, poi, difficilmente riesco a dirlo a voce alta, figuriamoci a farlo. Vorrei che corrispondessero pensiero e parole, soprattutto: pensiero, parole e azione. Andare fuori per il mondo e dire tutta la verità, nient'altro che la verità, anche cose semplici, tipo, madonna come tu puzzi di sudore, ma lo sai che mi stai veramente sul cazzo, non riesco a seguirti perché quando parli mi viene lo struggimento ai coglioni? Molti si fanno vanto di essere diretti, sinceri, spontanei - ma in fondo non lo sono mai veramente: è difficile dire fino in fondo quello che si pensa, e - di conseguenza - quello che si pensa troppo spesso rimane a mezz'aria, inespresso, come la mia mano che si ferma prima di avvicinarsi troppo al tuo... volevo dire cuore.

2 commenti:

astime ha detto...

Spero di non essere troppo invadente: come sottofondo a questo post metterei questa http://www.youtube.com/watch?v=b6jq37OiH0U

ciao :))

Luca Massaro ha detto...

Che meraviglia, che splendido regalo, che stile! Grazie di... cuore ;-)