sabato 3 marzo 2012

La stabilità del sonno

Viviamo in una civiltà democratica borghese che ci fa sentire, a parole, tutti uguali davanti alla legge e tutti detentori dei medesimi sacri diritti. È una civiltà, la nostra, che illude le masse alfabetizzate e secolarizzate di poter concedere, a chiunque ne abbia il merito¹, l'accesso alla felicità. Ma, «la società civile, dopo quella religiosa, è diventata scismatica», dacché «la lotta delle fazioni è l'unico elemento stabile nella instabilità contemporanea»². 
Già. 
A chi fa bene questa instabilità? Ovvero, quali umani sguazzano bene in essa?
 Quelli che comandano, quelli che hanno il potere.
Le fazioni in lotta provocano disordine e scompiglio. Esiste un modo per riconciliare i contendenti, per ritrovare l'unità perduta o per instaurare una nuova unità? Sì, trovare un obiettivo comune o un nemico comune. La seconda cosa, di solito, consente migliori risultati sul breve periodo. Per questo è sovente adottata, anche perché permette, alle parti normalmente divise su tutto, una riconciliazione temporanea che, una volta scaduta, le rivedrà nuovamente in lotta.
E quindi? Quindi ora ho sonno, mica intenzione di scrivere un trattato.

¹Meriterebbe qui esserci una digressione che non ho la forza di compiere.
²René Girard, Menzogna romantica e verità romanzesca.

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