venerdì 16 marzo 2012

La verità può essere ritrovata

«L'inconscio è quel capitolo della mia storia che è marcato da un bianco od occupato da una menzogna: è il capitolo censurato. Ma la verità può essere ritrovata; il più spesso è già scritta altrove. Cioè:
- nei monumenti: e questo è il mio corpo, cioè il nucleo isterico della nevrosi in cui il sintomo isterico mostra la struttura di un linguaggio e si decifra come un'iscrizione che, una volta raccolta, può essere distrutta senza grave perdita;
- nei documenti d'archivio, anche: e sono i ricordi della mia infanzia, impenetrabili al pari di essi, quando non ne conosco la provenienza;
- nell'evoluzione semantica: e questo corrisponde allo stock e alle accezioni del vocabolario che mi è proprio, così come al mio stile di vita e al mio carattere;
- e nelle tradizioni, addirittura nelle leggende che informa eroicizzata veicolano la mia storia;
- nelle tracce, infine, che di questa storia conservano inevitabilmente le distorsioni rese necessarie dal raccordo del capitolo adulterato con i capitoli che l'inquadrano, e delle quali la mia esegesi ristabilirà il senso.»
Jacques Lacan, Funzione della parola e del linguaggio in psicoanalisi¹, in La cosa freudiana, Einaudi, Torino 1972

Insisto con questi post sul tema della scrittura come scoperta di sé. 
Il caso ha voluto che oggi m'imbattessi in questo Lacan d'annata - ed io, novello Lucan, provo a impossessarmene per farmene sia vanto che vento, in vista di ulteriori comprensioni del mio essere qui.
Riscriviamo la prima frase, dacché non amo il grassetto: «l'inconscio è quel capitolo della mia storia...» - e già qui interruzione. Capitolo, libro, trattato, blog... : l'inconscio è chiuso lì dentro, occorre scriverlo per tirarne fuori la storia dando particolare rilievo all'aggettivo possessivo “mia”; «...che è marcato da un bianco...» - il foglio, di carta o (più spesso oramai) elettronico sul quale, appunto, scriverlo (l'inconscio) «...od occupato da una menzogna:» menzogna romantica che occorre trasformare in verità romanzesca, ovvero andare alla radice del nostro desiderio, che normalmente è (sempre) desiderio mediato da un modello; modello che (quasi sempre) è misconosciuto - per queste ragioni occorre toglierci di dosso la censura e la scrittura è un ottimo strumento per ritrovare una verità che spesso è già scritta altrove. Segue elenco. Potrei aggiungere cose. Ma ora no, ora è tardi. Le sognerò.                               

¹Relazione del Congresso di Roma tenutosi presso l'Istituto di Psicologia dell'Università di roma il 26 e 27 settembre 1953

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