martedì 20 marzo 2012

Valori in uso



I attended school and I liked the place –
grass and little locust-leaf shadows like lace.

Writing was discussed. They said, « We create
values in the process of living, daren't await

their historic progress ». Be abstract
and you'll wish you'd been specific; it's a fact.

What was I studying? Values in use,
« judged on their own ground ». Am I still abstruse?

Walking along, a student said offhand,
« “Relevant” and “plausible” were words I understand ».

A pleasing statement, anonymous friend.
Certainly the means must not defeat the end.

***

Frequentavo la scuola, e il posto mi piaceva –
erba e ombre di piccole robinie, come fosse una trina.

Il tema era lo scrivere. Dicevano: « I valori
li creiamo vivendo. È inutile aspettare

il loro progresso nella storia ». Se cadi nell'astratto,
rimpiangi di non essere concreto: questo è un fatto.

E che cosa studiavo? I valori in uso,
« da giudicare sul loro terreno ». Sono ancora astrusa?

Uno studente, nel passarmi accanto, diceva:
« “Rilevante” e “plausibile” erano parole che capisco ».

Bella dichiarazione, amico anonimo.
È certo che i mezzi non devono tradire il loro fine.

Marianne Moore, O to be a dragon, [1959], in Le poesie, Adelphi, Milano 1991, a cura di Lina Angioletti e Gilberto Forti.

Quali sono i miei valori in uso (o d'uso)? Quali sono le merci (che consumo, che uso) senza le quali sentirei che la mia vita non sarebbe degna di essere vissuta? Non so rispondere d'acchito, dovrei pensarci, al momento direi: un compùtero personale avente una connessione internet, dato che, adesso, sto usando tale valore. Mi sbaglio? Cioè: sto prendendo una cantonata sulla reale entità dei miei valori d'uso? Se ora stessi facendo merenda, per esempio un tè e un pan di ramerino, sarebbero quelli i miei valori d'uso
So soltanto che siamo dentro una società sì complessa che senza soldi non puoi fare un cazzo. Senza denaro siamo pesci fuor d'acqua, a dibattersi a margini della strada o delle stazioni, a rompere le palle ai passanti che vanno in cerca di valori. Tutto dipende, maledettamente, dalla quantità di denaro presente nel proprio portafoglio (o nei propri conti bancari o depositi in cassette di sicurezze, svizzere preferibilmente). Non mi sono mai posto il problema prima e forse sto sbagliando a pormelo: ma perché un mezzo, quale dovrebbe essere il denaro, ha tradito il suo fine, diventando esso stesso un fine
Ma soprattutto: se avessi un conticino da x milioni di euro presso qualsivoglia istituto bancario (non necessariamente lo IOR), mi porrei tali quesiti rilevanti e plausibili? No.

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