giovedì 31 maggio 2012

Dentro le uova

in un'aula completamente vuota
sbocciano dentro e fuori germogli di fico
la fuga primaverile, la levità
prepara frutti pesanti e miele fecondo,
a mia insaputa vengo spinto in altro luogo
il viaggio è cominciato, pieno e vuoto
in tappe successive denti aguzzi di volpe
attaccano i germogli e foglie nuove
forzano i sigilli socchiudono
invisibili bocche soffiano
parole che ritornano
dentro le uova.

Antonio Porta, Andate, mie parole, in Tutte le poesie, Garzanti, Milano 2009

Ripetiamo: «invisibili bocche soffiano / parole che ritornano / dentro le uova». 
Le parole quando tornano dentro la cosa, la riproducono, la realizzano. È un atto d'amore, è una congiunzione, è un ritornare dentro l'utero che le sviluppò e fece nascere. Le parole ritrovano la casa, si sentono a casa, si caricano di significato, di senso. Parole in viaggio di ritorno, finalmente, dopo anni di scorribande, di pensieri incerti, di voli. Eccole là, tutte in fila, come calzini appesi ad asciugare: le puoi dire, pronunciare con sicurezza, sono tue, tutte tue, te le sei dette e ripetute non so quante volte nella vita e ora sono vere parole ritornate a essere cose.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Confermo. Sissì. Belblog! Bella la poesia, ancora! ancora! Che non ne so abbastanza.

melusina ha detto...

Sono la parole a dare un senso alle cose o le cose a darne uno alle parole? Certo, l'obiettivo di chi scrive è quello di farle combaciare al punto che anche chi legge le riconosca.
Bonne journée.

Luca Massaro ha detto...

Grazie Francesca. Riguardo alla tua richiesta ("ancora, ancora"), posso solo dirti un sì incerto; e riguardo al tuo non saperne abbastanza, mi rifugio nel mio animo socratico (o presunto tale)

Luca Massaro ha detto...

Cara Melusina, ecco, hai colto il punto: il "com-baciamento". :-)

Bonnne journée toi aussi.