sabato 5 maggio 2012

Little Tony Blair


C'è questa intervista di Lorenzo Fazzini a Tony Blair su Avvenire che merita di non essere letta.
Ma io l'ho letta, e lo dico nel merito. C'è questo Blair che gongola con la sua fede, bella, tascabile, che mette avanti come uno scudo per affermare che è bello sperare in un mondo migliore anziché no. Ma guarda un po' questi credenti che sperano in un mondo migliore. Ma perché, per sperare in un mondo migliore, bisogna credere necessariamente in un ultramondo? Di più: non è proprio la speranza, la certezza che ci sia un aldilà a impedire la realizzazione di un mondo migliore qui? Son domande, me le pongo e le faccio rimbalzare sul tavolo come pongo. 
C'è un'affermazione di Blair che trovo di particolare interesse, questa:
«Dai credenti arriva il 50% dell’assistenza sanitaria in Africa»
Bravi, indubbiamente. Tuttavia, occorreva aggiungere da chi arriva il restante 50%. Ché arrivi forse da non credenti, o comunque da istituzioni non religiose? Fregato. Tu non pensavi ch'io loico fossi. 
No, non è che mi diverto, giammai. È che arrivo sempre meno a comprendere coloro che vanno in giro a dichiarare quanto è bello credere, quanto fa bene a se stessi e al mondo. Sono persone che mi mettono ansia, giacché guardo alle mie incertezze, alle mie perplessità e alzo gli occhi al cielo mormorando: «Boh». Secondo me questa è gente rimasta al livello dei ragazzini che fanno a gara a chi ce l'ha più grosso. Bravi. E ora che ce l'avete grossa, la fede, chi pensate di (censura)?

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