lunedì 7 maggio 2012

Metodologia

A un ex blogger che vorrei tanto ritornasse a fare il blogger (anche se lui non vuole)
Sono in una fase strana di tempo in cui sento me stesso mancare di metodo – come se poi ce lo avessi mai avuto un metodo. Mi sembra di subire tutta una serie di accadimenti che mi tengono impiegato in un soprassalto di esistenza, come se ora fossi costretto a fare i bagagli di corsa, prendere il primo treno di notte al volo e andare a Parigi a trovare Spora per chiederle se lei fosse disposta ad aiutarmi a fare la rivoluzione, la miarivoluzione (lei è una brava insegnante).
È così esaltante sentirsi prossimi a qualcuno che si ama, perché in tale prossimità si avverte un sovrappiù di vita e ci si sente come alzati da terra, sospesi come un dirigibile, a mezz'aria, con la paura massima che qualcosa turbi questo benessere, un cazzo di spillo per esempio o un piccione dal becco aguzzo che mi scambia per un suo compagno di volo. Vattene via piccione, vai a rompere altrove.
Dicono che l'amore all'inizio sia qualcosa di facilmente deperibile, tipo il latte, e come il latte richiede un trattamento termico per farlo diventare a lunga conservazione: prima un innalzamento della temperatura e poi un repentino abbassamento, così si tolgono tutte le impurità, e resta l'amore tel quel, che puoi tenere anche fuori dal frigo, tanto mica va a male, certo ha perso alcune sue proprietà organolettiche, ma la sostanza non cambia. Mi domando dove facciano questi trattamenti specifici, forse in Finlandia, ma non credo, i nordici sanno affrontare la questione in modo più misurato, visto l'alto tasso di suicidi, non certo per motivi economici.
Non lo so, ma scherzare col fuoco e col ghiaccio non l'ho trovato mai troppo simpatico. Devo trovare una forza, credo che l'unico posto sia la piazza. Ma fuori non vedo alcuna piazza, o meglio la vedo, è questa: la rete. Io sono un acrobata, la rete è sotto, per questo mi butto, so di cadere nel morbido, difficilmente la rete cede.
A volte, per affogare l'inquietudine basta un bicchier d'acqua - e la cosa più saggia è crederci. La famosa storia di affogare in un bicchier d'acqua vale sempre la pena sperimentarla prima di affogare nelle lacrime davvero. Prima, tornando a casa, mi sono fermato in una piazzola panoramica, con accanto abeti bianchi abbastanza giovani per essere accarezzati. Ho pensato che sarebbe una bella esperienza spalmarsi il corpo di resina per vedere se il proprio cuore riesce a incollarsi meglio in quello degli altri. Parlo di altri così tanto per dire, per confondere, mi piace ogni tanto giocare a nascondino. Riuscirò a fare tana libera tutti? Con questo profumo, questo cielo rosa cenere, questo castello, sì, credo proprio di sì.

7 commenti:

melusina ha detto...

Sei un raffinato.

Luca Massaro ha detto...

Come 'o zucchero
;-)

bag ha detto...

così per far finta di. ho riguardato l'unico mio blog che ancora è leggibile pubblicamente, e devo ammettere che in certi punti scrivevo davvero bene!

bag ha detto...

(ps eventualmente <a href="http://i23depo.wordpress.com/>un link</a> potevo metterlo)

Luca Massaro ha detto...

Alex, penso davvero dovresti tornare, anche con piccole incursioni sporadiche.

bag ha detto...

avessi cose da dire.
ma al momento non sono "esperto" di niente. ho vaghi interessi per il buddhismo, la megafauna del paleozoico (ma questa più che vera conoscenza è proprio una fascinazione come quella che possono avere dei bambini: vedere dei bestioni giganti cattivissimi fortissimi che spaccano tutto), e qualcosa di "futuro e tecnica". cose diverse tra loro che non si possono mischiare, e che se tenute separate non permettono grande scialo di parole.
mah, ya veremos.

Luca Massaro ha detto...

Alex, perché io sono esperto in qualcosa? ;-)
Di cose da dire le avrai nel dirle.