martedì 8 maggio 2012

Professore, mi permetta una domanda

Leggendo, via Olympe, questi conti della serva, oltre che domandarmi perché questo governo di professori, Monti in primis, non dica una parola su tali questioni di capitale importanza per il futuro del lavoro e dell'economia in Italia e in Europa, mi domando altresì cosa potremmo fare noi cittadini sovrani* - oltre che astenerci o votare Grillo per protesta o il Pd per inerzia - nella vita di tutti i giorni per dare un segnale forte al governo, affinché esso si renda conto dell'urgenza e affronti la situazione.
Per esempio: fino a che punto si potrebbe vivere oggi senza qualcosa che è stato prodotto in Cina, in Polonia o in Vietnam** o altri paesi che hanno un costo del lavoro nettamente inferiore alla media europea?
Rapida occhiata a ciò che è intorno a me: pc, monitor, stampante, scanner, modem, telefono made in China ... via; scrivania, tavolo, sedia Ikea made in Lettonia... via; cuscino sedia made in Pakistan... via; pantofole made in Vietnam... oddìo, mi fermo, l'elenco sarebbe lungo; non mi resta che la finestra in alluminio fatta in Italia e una tazzina del caffè di porcellana tedesca.
In buona sostanza: se dovessimo fare un gran falò di tutti i prodotti fatti in paesi esteri in cui, ripeto, il costo del lavoro è nettamente inferiore a quello della media dei paesi europei, nelle nostre case a parlare si sentirebbe l'eco.
E dunque? E dunque nulla, io non sono un professore, solo un piccolo servo che ogni tanto si permette di alzare la mano e chiedere.

*Sovrani un cazzo, ndr.
**Cito queste tre nazioni perché sono oggetto della tabella nel post segnalato.

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