domenica 27 maggio 2012

Sappia la (mano) Sinistra cosa fa Destra

Sul Corriere della Sera cartaceo di oggi (ma non ancora online) v'è un editoriale di Antonio Polito sulle “ambizioni del PD” dal titolo: «Se la sinistra vuole governare dimostri di essere cambiata». Cavolo!, mi sono detto, qui non si scherza, leggiamo.
Ho letto.
Bastava il titolo.
In effetti, tale editoriale non dice altro, non una proposta sul come la sinistra dovrebbe cambiare o su cosa dovrebbe cambiare. Niente. Polito si limita soltanto a ricordare il fallimento dei precedenti governi del centro-sinistra della cosiddetta Seconda Repubblica, e che:
«Insomma: è quantomeno legittimo non fidarsi, visti i precedenti. A questo passato si potrebbe ovviare offrendo una garanzia per il futuro. La sinistra potrebbe cioè convincere gli italiani che la prossima volta non sarà come le due precedenti. Però, a differenza che in tribunale, in politica l'onere della prova incombe sul sospettato. Non sono gli elettori a doverci credere, ma la sinistra a doverlo dimostrare. Per ora, a dire la verità, né le possibili alleanze, né il personale politico, né i contenuti programmatici sembrano discostarsi significativamente da quelli che furono alla base degli insuccessi precedenti. Non è che se c'è Vendola al posto di Bertinotti e Di Pietro al posto di... Di Pietro, le cose cambino molto. Per giunta, stavolta non c'è neanche un Prodi».
Anche il personale giornalistico dovrebbe essere rinnovato, non trovate? Occorreva Antonio Polito per arrivare a comprendere queste cose? Perché Polito, invece di limitarsi a queste scontate analisi, non ha provato a dare qualche suggerimento - anche riformista e cerchiobottista - alla sinistra?
Perché egli si pasce della fuffa politicante che alimenta il suo non luogo ad essere un autorevole editorialista politico. Discorso complicato riassumibile in: di quel che scrive Polito non importa un cazzo a nessuno - a me oggi un pochino, visto che ho abboccato al suddetto titolo.

Comunque, dato che siamo persone ragionevoli e propense all'altruismo intellettuale, qualche consiglio glielo possiamo pure dare noi a Polito, affinché dalle pagine del Corsera, col suo prossimo editoriale, egli possa proporre qualcosa di concreto per il cambiamento della sinistra. Vediamo:
  • La Sinistra per cambiare dovrebbe rendersi conto di essere di sinistra.
  • La Sinistra per cambiare dovrebbe semplicemente essere la parte politica che difende il lavoro contro il predominio del capitale.
  • La Sinistra per cambiare dovrebbe essere la parte politica che tutela gli interessi del ceto popolare e del ceto medio contro quella minuscola parte di individui sfruttano il popolo, altrimenti detti padroni.
  • La Sinistra per cambiare dovrebbe avere a cuore un idea di Stato laico che non si arrocca in alcun tipo di nazionalismo, e che imponga con forza l'idea di un'Europa dei popoli e non un'Europa degli interessi finanziari.
  • La Sinistra per cambiare non dovrebbe mai più farsi condizionare dalle pressioni vaticane (o di altra natura confessionale) riguardo ai temi di natura civile e bioetica.
Eccetera... Al momento mi sono stancato di proseguire. Accolgo volentieri i suggerimenti di chi volesse. Tanto per farsi un'idea su cosa bisogna intendere con la parola (politica) sinistra.

2 commenti:

sirio59.mm ha detto...

Ma loro lo sanno benissimo, Luca caro, che cosa dovrebbero dire e poi fare per essere 'di sinistra'.
E gli opinionisti eccellenti sanno benissimo che loro lo sanno.
Diciamo che questo è il tempo della grande (democratica)ipocrisia trasversale. C'è ancora qualcosina da raschiare, per la Casta, in fondo all'italico barile, la gente -è evidente- non sta abbastanza male, l'agonia si prolunga, per i principi e per le azioni.

Luca Massaro ha detto...

Hai ragione, cara Morena, ma io sono un inguaribile "romantico" per le ragioni della "sinistra". Insomma, mi sforzo di crederci per non agonizzare. :-)