giovedì 10 maggio 2012

Uscire dal quadro

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Così come sei messa, Lea, non si capisce se tu voglia uscire oppure no, tornare dentro, dentro al quadro che nemmeno prevede una cornice. Ti sei messa in una brutta posizione, così, a mezza strada, incerta, lasciandoti sommergere dall'indolenza, dal timore di essere te stessa - è questo che ti tiene ferma, frenata, e impedisce alle tue braccia di muoversi come ali. Eppure saresti pronta, ne sono sicuro, si vede dalle scarpe che hai messo, per camminare per le vie della città, per salire e scendere le rampe della metropolitana con quella sicurezza che rende voi donne, a volte, invulnerabili come dee. Ti senti triste e ti vergogni per qualcosa che non ti appartiene. È solo un attimo, il bastardo è andato via dalla tua vita, ha scelto di ferirti perché trovava tenera la tua carne: bella forza prendersela con chi non si può difendere, con chi a malapena riesce a coprirsi il viso. Ma tu esci, ti prego, esci, butta via quell'aria malinconica che impedisce al tuo sorriso di sbocciare. Assaggia l'aria, metti fuori la lingua quando sei sicura che nessuno ti vede e bacia il fiocco di pioppo che vola verso te perché desideroso di posarsi sulle tue labbra. Ecco, così va meglio: laggiù in fondo al vagone ci sono occhi che si domandano che vita potrebbe essere quella passata insieme a te. Tu rispondigli, sicura: “Bella”. Vedrai, appena avrai riconquistato l'azzurro del cielo dopo il breve tragitto della metro, ti accorgerai che le stelle si vedono anche di giorno per chi le vuol vedere, per chi da esse si vuol far guidare sempre, e non certo secondo i dettami dell'astrologia. Siamo esseri gettati dentro l'universo, dispersi in una particolare sfera fatta di luci e ombre. La nostra vita è quello di cui maggiormente dobbiamo essere responsabili. E la responsabilità, se ce la diamo reciprocamente - tu lo sai - aumenta le probabilità di trovare un senso alla vita stessa, senza che però esso diventi una nuova religione. La libertà di essere legati a terra - e che gli unici lacci siano abbracci che liberano. Lo so, stai sorridendo ora davanti allo specchio del bagno del tuo ufficio. Non hai bisogno di rifarti bella, lo sei.

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