martedì 31 luglio 2012

Io vengo dopo il tg

Quando sono in vacanza perdo alcune abitudini. Per esempio quella di non guardare i telegiornali. Per esempio prima ho visto il TgUno. C'è quel conduttore che assomiglia a Christian De Sica che parla a bocca spalancata. Poi è stato affiancato da quell'altro che si occupa di sport che quando parla - sono cattivo - cerco di imitarne i movimenti della bocca (non ci posso fare niente, è più forte di me). Quello che mi stupisce è che i conduttori non parlano: urlano. Ma che cazzo urlano a fare che hanno il microfono non lo so. Per dire: nella scala del volume del televisore che va da zero a cinquanta, sono stato costretto a mettere il volume a tredici sennò mi tremolavano le orecchie.
Che impressione guardare il tg, non ero più abituato. Mi ha lasciato un senso incondizionato di vuoto, come se nel mondo non fosse successo niente. Dal minestrone delle dichiarazioni dei politici sulla legge elettorale, agli sfollati di Aleppo uno sta lì e sorbisce le cose come se non accadessero. La disoccupazione cresce? Monti è in Francia? La Pellegrini s'è fatta un tatuaggio con su scritto una cosa che non me la ricordo ma quando l'ho sentita manca poco rigetto? Non fa niente. Tutto sotto controllo. Il telegiornale è lì, fermo, immobile. Il conduttore urla, ma è rassicurante. Non è successo niente. Continuiamo a mangiare.
Tuttavia c'è stata una perla del tg di stasera che ancora brilla nella mia mente: la cerimonia del Ventaglio che si svolge annualmente al Senato. Le dichiarazioni del presidente Schifani hanno cesellato il servizio della giornalista Ida Peritore. (È una che vinse il concorso anni fa alla Rai Toscana, non so di dove ella sia, forse di Viterbo, Teramo, Isernia, non saprei, vinse il concorso, stette alcuni anni in sede a Firenze a condurre il tg regionale toscano poi il grande salto a fare quel mestiere sublime di notista politico dei telegiornali della Rai, ti imbelletti tutta se sei donna e porgi i microfoni ai politici e, se ti va bene, crei anche un salotto alla Anna come la si chiama di cognome non me lo ricordo, meno male la memoria perde pezzi di miseria umana)
Insomma la giornalista parlava e parlava con quella voce gracchia e sotto scorrevano le immagini della sala Koch, con Schifani che conferiva agli astanti tutti intenti ad ascoltarlo mentre diceva qualcosa sull'Euro, sulle regole, sulla sua esperienza toccante ed entusiasmante di uomo delle istituzioni e mentre premiava non so bene chi, ho riconosciuto solo quella giornalista di La 7, la Sardoni mi sembra, e perché lei sì e la Peritore no, la Peritore, dovevate vederla la Peritore com'era imbellettata, chissà in quale boutique di Roma vanno le giornaliste della Rai a comprare i loro tailleurini bianchi con camicetta a fiori, e chi le trucca per andare in onda quei dieci secondi per strada per far vedere la loro presenza video che sarà indennizzata. Che spettacolo, altro che le olimpiadi, proprio una goduria.