domenica 26 agosto 2012

Il potere ha sempre a che fare con il sacro

Massimo Firpo sulla prima pagina della Domenica de Il Sole 24 Ore odierno, presenta la raccolta di saggi dello storico professor Paolo Prodi (Storia moderna o genesi della modernità?, in uscita il 30 c.m. presso Il Mulino), con un articolo dal titolo «Quanto è cristiana la modernità?».
È una presentazione favorevole quella di Firpo, anche perché egli non manca di criticare alcune tesi dello stesso Prodi. Purtroppo, a quanto mi risulta, tale articolo non è ancora reperibile in rete¹. 
Io vorrei velocemente meditare su un passaggio del libro di Prodi che Firpo riporta, questo:
«Il potere ha sempre a che fare con il sacro e la grandezza dell'Occidente è consistita soprattutto nel recintare il sacro, non nell'espellerlo come un demone».
Innanzitutto bisognerebbe verificare se Prodi abbia ricavato questa tesi anche e soprattutto dal pensiero di René Girard. Poi, bisognerebbe chiedergli: 
  • cosa intende Prodi con la parola sacro
  • chi è che definisce il sacro? Il potere (religioso, politico)? 
  • se è sempre il potere a definire il sacro e, quindi, a recintarlo, è per questo che sono sempre i vari Caifa (o Caiafa) del mondo a decidere cosa può stare dentro il recinto e cosa no?
  • ogni potere ha necessità di un recinto (confine) che preveda un dentro e un fuori: ed è qui che sorge la profonda contraddizione tra la vocazione universale cristiana e il suo radicamento in un particolare territorio, o sbaglio?
  • ma in buona sostanza: perché ancora oggi il potere deve sempre avere a che fare con il sacro? Appunto perché il sacro è materia che può essere maneggiata soltanto da sacerdoti o da personale di «alto livello»²?
  • ma non è poi questa, in fondo, la debolezza assoluta dell'Occidente, ovvero che il potere abbia, ancora oggi, sempre a che fare con il sacro? Ogni tentativo di resistenza alla desacralizzazione del mondo cozza contro l'assunto numero uno della modernità: «Dio è morto e noi l'abbiamo ucciso»³. Siamo soli in questo cazzo di pianeta a decidere del nostro destino, fenomeni naturali sul groppone a parte. E se l'Europa non lo capisce presto accelererà il suo ineluttabile tramonto.

¹Se lo sarà domani lo linkerò.
²Fabrizio Cicchitto il magnifico.
³Friedrich Nietzsche, La gaia scienza

2 commenti:

astime ha detto...

Trovo che il tuo post abbia connessioni con questo:
http://www.uaar.it/news/2012/08/26/cielle-in-vetrina-un-esibizione-di-decadenza-morale/

Luca Massaro ha detto...

Bell'articolo. Grazie della segnalazione. :-)