martedì 14 agosto 2012

«Perché gli schiaffi di Dio appiccicano al muro tutti»


Quando tutto apparterrà a pochi, e questi pochi saranno fratelli, gli umani si distingueranno chiaramente in padroni e in servitori. Coloro cospicui che serviranno, con i loro talenti e le loro competenze, i padroni, saranno lautamente ricompensati e condurranno una vita luminosa, irraggiata e foraggiata da un sole che non sarà mai loro.
Il resto dei servitori si contenterà dei posti di second'ordine, delle ferie comandate, di un lavoro da bile e una pensione che diventerà un miraggio. 
Poi ci sono i disadattati, da tenere sotto controllo, farli sfogare ogni tanto in manifestazioni apposite, per spaccare due vetrine e un autoblindo, magari per ferire un poliziotto e giustificare così, dipoi, in quali mani deve stare la forza. 
Questo è il nostro mondo e la sua prospettiva di qui a qualche decennio.
Non ho io certo ricette rivoluzionarie. Constato. Solo una cosa: non mi si rompano le palle fra qualche mese sull'importanza di andare a votare.
Purtroppo, ancora, vale di più una preghiera del Papa.
A quale Dio?
Un dio assente - e stranamente, per una settimana almeno, sul sotto fondo musicale gaberiano, vorrei provare io a essere Dio.

3 commenti:

melusina ha detto...

In che senso "da qui a qualche decennio"? La tua visione mi sembra già saldamente realizzata.

Luca Massaro ha detto...

Forse l'ho detto tenendo conto che, dal crollo del muro di Berlino e, di seguito, dalla fine dell'impero sovietico, pareva, un ventennio fa, inaugurarsi una prospettiva di fratellanza, che anno dopo anno si è sgretolata, prima con il presunto scontro di civiltà imposto da una certa propaganda, e poi con la piena affermazione del capitalismo come unica modello possibile.

Luca Massaro ha detto...

Un decennio, insomma, per passare dalla consapevolezza all'azione.
Voglio dire: noi occidentali non abbiamo ancora abbastanza fame di libertà e di pane e le umiliazioni del potere sono ancora ben ponderate per farci rischiare di perdere tutto.