domenica 30 settembre 2012

Proviamo a scriverne

Personal Message
«Quando l'uomo esce dall'infanzia, e ciò accade solo attraverso la coscienza della propria morte, allora comincia la ricerca dei sentieri e delle possibilità della vita. Sapere che la vita non sarà consumata invano, questo ci consente di resistere e forse anche di vincere la morte. Soltanto l'amore può dare all'uomo questa forza».
Danilo Kiš, Homo poeticus, Adelphi, Milano 2009

- L'amore? Che cos'è l'amore?
- Una carezza, un abbraccio, sesso orale fatto bene, uno sguardo che comprende e non giudica, un contatto tra umani che in qualche modo dona gioia e desiderio struggente che non termini mai.
- Tutto qui?
- Al momento non saprei individuarne altre modalità, vittima come sono del mio egocentrismo.
- Ok, pigliamole per buone tali espressioni d'amore. Ma da qui a dire che esse vincano la morte...
- «Forse», ha detto l'autore in difesa, consapevole forse di spararla grossa.
- E l'amore declinato come resistenza, cosa ne dici?
- Ne dico bene, soprattutto come resistenza all'assurdo.
- Cosa intendi per assurdo?
- In primo luogo, la logica perversa che gli umani adottano per far soffrire il prossimo consapevolmente. In secondo luogo, l'affannosa ricerca di senso della vita, soprattutto quella ultramondana.
- Dunque, per te la vita non ha un senso.
- Aspetta: la vita ha più di un senso, li ha tutti in sé contenuti dentro il suo svolgimento. Come si insegna ai bambini: i vostri sensi e il vostro pensiero sono le finestre che vi affacciano sul mondo: non sporgetevi troppo, ma comunque guardate, ascoltate, annusate, gustate e, soprattutto, toccate.
- Ma un giorno le finestre si chiudono.
- Sarà il giorno in cui non usciremo più fuori e torneremo a non essere.
- E il nostro essere stati che fine farà?
- Proviamo a scriverne.

1 commento:

Minerva ha detto...

Ma che meraviglia, grazie! :-)