venerdì 28 settembre 2012

Un conto sono le cose serie

In attesa di un prossimo venturo (ma chissà quando) intervento televisivo di monsignor Pizzarro (mi raccomando di guardarlo e ascoltarlo con viva attenzione), è sempre istruttivo e stimolante leggere le dichiarazioni del segretario della Cei, Monsignor Mariano Crociata. Ne dà conto, e ci mancherebbe, Avvenire, il quale riporta i punti salienti del suo intervento alla conferenza stampa conclusiva dei lavori del Consiglio episcopale permanente della Cei.
«I detenuti debbono poter avere condizioni di vita consone alla dignità umana. Le modalità per ottenere questo possono essere diverse. Anche l'amnistia, perché no?»
Bravo. Di sicuro varrà anche per Paolo Gabriele, nevvero?
Di seguito il monsignore incalza il governo a deliberare «un intervento di sgravio fiscale a favore delle famiglie», dato che «le famiglie sono l'ultimo ammortizzatore sociale rimasto». Giusto, non c'è che dire. Però questo vale solo per le famiglie “normali e regolari”; per quelle “poco normali e per niente regolari”, nisba. Anzi, il «tentativo di regolamentazione giuridica delle cosiddette unioni di fatto», in ispecie quelle formate da coppie dello stesso sesso, indebolisce la famiglia classica - anche se Crociata non si sofferma a spiegarne le ragioni concrete del perché si verificherebbe ciò. Allora facciamo sposare anche gli omosessuali, no?
Ma non voglio essere polemico. Proseguiamo.
Riguardo all'insegnamento della religione cattolica, monsignor Crociata dichiara che esso
«non è una forma di indottrinamento, ma un modo scolastico per imparare la storia e la cultura di un Paese: un mezzo per imparare la lingua culturale di un Paese».
Vediamo, analizzando grammaticalmente questa frase, se impariamo la lingua culturale italiana:
accidenti al papa e a chi lo prega
accidenti = interiezione
al = preposizione articolata “a + il”
papa = nome comune di persona, maschile, singolare.
e = congiunzione
a = preposizione semplice
chi = pronome relativo
lo = pronome personale
prega = voce del verbo pregare, ausiliare avere, prima coniugazione, modo indicativo, tempo presente, terza persona singolare.

Potremmo fare anche l'analisi logica, ma sarebbe meglio analizzare la logica imperialista di Crociata nei confronti del Paese, intendendo con Paese - va da sé - non lo Stato Pontificio ma l'Italia tout court. Per tali ragioni, raccomandiamo vivamente i docenti di IRC di non dimenticare il Sillabo, formidabile, icastico modo per imparare la storia e la cultura italiana.

2 commenti:

Alberto ha detto...

Beh, uno con quel nome che altro potrebbe dire, che altro potrebbe fare?

Luca Massaro ha detto...

Appunto. È che ho nostalgia di Pizarro.