lunedì 19 novembre 2012

All'asta dei bond israelo-palestinesi

Sul conflitto e sulla (quasi imminente) guerra tra israeliani e palestinesi (di Gaza) non so quasi niente, ho perso la lettura di quasi tutti gli editoriali e cronache, vedo solo le bombe, il fumo, le macerie, con degli umani al centro.
Più che cercare le ragioni degli uni e i torti degli altri, la prima cosa che cercherei è sapere come, entrambe le parti, finanziano la spesa “pubblica” dei propri armamenti. Ok, Gaza, embargo, fame, economia soffocata, ma chi glieli paga ai miliziani i razzetti che fanno piovere su Israele? Quanto costa sul mercato nero un razzetto? E i razzoni telecomandati israeliani? Già, Israele: se non avesse bisogno del suo potente esercito (uno dei più potenti al mondo, forse) per proteggere la patria, se, cioè, invece di spendere chissà quanto per tutti quegli armamenti e le truppe, li spendesse per...  boh, per qualsiasi altra cosa, che Paese del Bengodi sarebbe? E poi: com'è che i Mercati preferiscono penalizzare gli stati del Mediterraneo occidentale, anziché quelli del Mediterraneo orientale? Allo spread piace l'odore di bruciato?

E infine Dio, il Grande Assente, o meglio, i due Dio: Yahvè vs Allah
Quanta parte ha ancora la religione in questo conflitto? 
Tanta. 
Tanta quanta? 
Troppa. 
E se invece avesse meno importanza? Vale a dire: se ci fosse meno fede
Sarebbe meglio: ci sarebbero meno infedeli.

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