mercoledì 14 novembre 2012

Profittatori

Le gerarchie cattoliche italiane sono in fermento: aspettano con ansia la decisione del Consiglio di Stato circa la validità del decreto governativo che solleva gli enti no profit (della Chiesa e non solo, ma in Italia, tali enti, sono quasi tutti della Chiesa) dal pagamento dell'IMU.
In questo articolo di Avvenire, i toni moderati e persuasivi del presidente della Cei, cardinal Bagnasco, fanno da introduzione alle dichiarazioni combattive e ferventi di Federico Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, il quale afferma, 
"Nel dibattito senza fine sul pagamento dell'Imu degli enti non profit si inserisce ora il Consiglio di Stato che con un'interpretazione becera del concetto di libero mercato metterebbe in grave e forse letale difficoltà l'intero Terzo settore. Il no profit rappresenta una specificità italiana e un segno di speranza per il futuro dell'intera società. Non è ammissibile che l'Europa frustri un capitale sociale di questa entità. Attribuire, ora ai fini del pagamento dell'Imu ma in prospettiva ad una serie interminabile di gabelle, una funzione economica a un'attività di natura socio-assistenziale e senza fini di lucro è una forzatura inaccettabile.
Il Consiglio di Stato, che ancora si deve esprimere, è messo in guardia: ogni giudizio che farà pagare la tassa alle associazioni no profit (della Chiesa e non) sarà frutto di una «interpretazione becera».
«Il no profit rappresenta una specificità italiana». Davvero? Cioè, gli altri paesi europei non hanno tale tipo di associazioni che svolgono attività «di natura socio-assistenziale e senza fini di lucro», ovvero in Europa, in alcuna nazione, si trova qualche ente, religioso o non, che svolga «un'attività di natura socio-assistenziale senza fini di lucro»?
Il Belletti prosegue:
L'accusa formale è che queste attività farebbero 'concorrenza sleale' alle imprese profit. Non è chiaro una mensa della Caritas, una casa famiglia o una scuola a chi dovrebbero fare concorrenza. Forse allo Stato che in questo modo sarebbe costretto a colmare a costi semplicemente inimmaginabili una lacuna aperta dell'inevitabile chiusura di migliaia di enti non profit. La verità è che in questa polemica scontiamo una storica carenza culturale e una sovrabbondanza di ideologia. Un dibattito franco e scevro di pregiudizi sarebbe senz'altro utile all'Italia. Ma vogliamo sperare che la politica e il governo non intendano assumere come proprio il parere del Consiglio di Stato e facciano della difesa di un inestimabile capitale sociale un'urgenza prioritaria". 
L'animosità, a volte, è controproducente. Infatti, se una mensa dei poveri offre pasti gratis ai bisognosi, se una casa famiglia accoglie e accudisce minori che non hanno chi li tutela, una scuola, soprattutto quella cattolica, fa concorrenza eccome alla Scuola Pubblica se, grazie all'esenzione dell'Imu, si permette di tenere relativamente “basse” le rette che gli studenti devono pagare.
Le scuole cattoliche sono, a tutti gli effetti, scuole private che svolgono, eccome, un'attività profit.
Infine, riguardo all'accorato appello, c'è da rassicurare il Belletti: la politica e il governo italiano, come finora hanno dimostrato, faranno di tutto per accontentare il Vaticano anche contravvenendo ad organi istituzionali che controllano la bontà dell'operato del governo e dello stesso parlamento secondo i dettami costituzionali. 


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