domenica 27 gennaio 2013

Allarmi cattolici

Sarò diventato un materialista (storico), ma oramai credo che i problemi di natura religiosa passino in secondo piano rispetto a quelli di natura economica.
Ciò nonostante, forse perché i paladini del religioso fanno meno caso alla caterva di stronzate che comunicano, non riesco a restare indifferente faccia a certe dichiarazioni:
Siamo al «congedo dalla natura umana», è infatti il grido d’allarme che lancia il quarto Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa che l’arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, ha presentato, nella sua veste di presidente dell’"Osservatorio cardinale Van Thuan", oggi nel capoluogo giuliano. «Il tratto principale che emerge in questo rapporto è la colonizzazione della natura umana – anticipa Crepaldi – ossia le enormi pressioni internazionali affinché i governi cambino la loro tradizionale legislazione sulla procreazione, sulla famiglia e sulla vita».

Il Rapporto esamina le legislazioni intervenute nel 2011. Parte tutto dalla vecchia Europa – sì, quella dell’ideologia coloniale –, «sempre più espressione di una cultura nichilista che intende ormai superare completamente il concetto di natura umana», come sottolinea Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio.
Lasciando per un attimo da parte il concetto di «congedo dalla natura umana», che - se isolato dal contesto - potrebbe anch'essere ripreso ed esteso da un punto di vista umano e non religioso, mi domando come i sunnominati personaggi del casting vaticano possano accusare la «vecchia Europa» di colonizzare la natura umana con la «cultura nichilista», senza rammentare come la stessa «vecchia Europa», in nome di Dio Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, ovvero in nome della cultura cristiana, in molti casi cattolica, ha colonizzato e convertito - sovente a forza - intere popolazioni nel corso della Storia. Insomma, come fanno a dimenticare le gesta eroiche dei Conquistadores? Che ingrati.
Da - più o meno - diciassette secoli, il cristianesimo opera la sua influenza ideologica in Europa; di più: per quasi quindici secoli è stata una delle due ideologie dominanti (l'altra essendo l'Autorità laica dell'Impero). E ogni volta che l'Europa, per esigenze razionali e mercantili, ha cercato e cerca di affrancarsi dai dettami ecclesiastici, ecco che l'Autorità religiosa interviene perché teme gli siano tolti gli ultimi brandelli di legittimità e di potere.

L'assurda battaglia contro il relativismo è dettata dall'invidia che i cattolici nutrono, al momento, nei confronti degli ortodossi russi; infatti, questi ultimi, repressi per quasi un secolo, viaggiano a braccetto col regime putiniano, ne costituiscono l'ideologia di supporto e negli ultimi anni hanno accumulato un patrimonio enorme (vedi Internazionale, n. 984 del 25 gennaio 2013, «L'impero ortodosso»); mentre la Chiesa Cattolica arranca: dal calo delle vocazioni e della partecipazione popolare e dall'indipendenza del potere europeo (fatto salva l'Italia, ultimo bastione), la Chiesa si vede gradualmente sfilare di mano quel ruolo ideologico di autorità morale, che gli Stati dovrebbero tenere sempre in debito conto.

Ma gli Stati borghesi occidentali sono ideologicamente arrivati a un punto tale che non possono dare troppo ascolto alla Chiesa; la garanzia e l'estensione dei diritti civili resta la modalità principale per mostrare al popolo che liberal democracy è in modalità on. A scanso di equivoci, io sono a favore del matrimonio tra omosessuali e della, di loro, adozione di bambini; così come io sono favorevole a ogni tipo di fecondazione assistita, all'ivg, alla pillola del giorno dopo, alla liberalizzazione delle droghe, eccetera. Voglio soltanto dire: per i regimi democratici occidentali è diventato più semplice garantire i diritti testé elencati, che quelli che forse sono un po' più basici, ma indispensabili allo sviluppo di ogni pensiero: e cioè: il diritto al lavoro, al riposo, alla casa, alla salute, all'istruzione, alla parità delle condizioni di partenza tra i cittadini di ogni ceto sociale sono più difficili (ultimamente) da garantire, data la globalizzazione e gli scalpi sociali che il dio-mercato richiede - e stranamente, su questi temi, la Chiesa è meno morale e più padronale, meno religiosa e più schifosa.
Sentite qua di cosa accusano l'Europa:
Dalle informazioni che l’Osservatorio raccoglie quotidianamente in tutti i continenti, risulta che l’«ideologia del genere» può contare su grandi risorse economiche di lobbies internazionali e su appoggi politici di Stati e organizzazioni. «L’Unione Europea è la principale finanziatrice dell’aborto nel mondo – conferma Fontana, dati alla mano – e le agenzie dell’Onu sono attivissime nel farsi da tramite di queste nuove ideologie antinaturali e antifamiliari». Insomma, «l’ideologia del genere è un nuovo colonialismo dell’Occidente sul resto del mondo», sintetizza Fernando Fuentes Alcantara, direttore della Fundación "Pablo VI" di Madrid.
«L'Unione Europea è la principale finanziatrice dell'aborto nel mondo»: bum! Letta così a bruciapelo sembra un'affermazione abbastanza spaventapassere: sembra, cioè, che il compito principale della UE sia quello di pagare sottobanco i ginecologi dei consultori dell'intero pianeta, affinché appena si presenta  loro una donna in stato interessante, zac!, la mettano a gambe divaricate per praticar loro uno svuotamento strumentale.
Se così fosse, non capisco cosa aspettino tanti fondamentalisti pro-life, Giuliano Ferrara in testa, a prendere d'assalto il Parlamento di Strasburgo, baionetta in pugno.
E poi, per ribadire che, in fondo, non tutti i colonialismi sono da buttare, il direttore Fernando Fuentes Alcantara (come la pelle degli interni delle Lancia) ammette che il problema non è il colonialismo in sé, ma il colonialismo che esporta «l'ideologia del genere»*. 
Sbaglierò, ma con questi “allarmi” la Chiesa recupererà poco del terreno perso ai danni della secolarizzazione. Certo, dalle parti vaticane non sono di questo avviso e sanno che resistere per rivendicare la loro ideologia è il modo migliore per chiamare a raccolta chi, nella Santa Madre Chiesa, ancora vi si riconosce o vi si appoggia, ipocritamente, per difendere i cosiddetti valori della tradizione. Tuttavia è evidente che, un minuto prima di perdere questa guerra contro il relativismo e affini, pur di non scomparire dal gioco di potere che sinora li ha visti (quasi) sempre parte in commenda, gli ecclesiastici (Papa in testa) ammetteranno quanto adesso hanno in orrore, dall'adozione alle coppie gay, all'inseminazione eterologa. È una questione di tempo, forse, anche se l'arrocco, al momento, sembra nettamente prevalere, con buona pace dei cattolici progressisti alla Vito Mancuso.

*Ammesso e non concesso che tale ideologia sia un male, non si capisce perché anche all'Europa non possa essere permesso di esportare un po' di generi, anche trans, per contrastare per es. il mercato dei viados brasiliani che, di fatto, detengono il monopolio del genere transessuale in Europa. Chissà se i recenti incontri bilaterali tra i vertici della UE e il governo brasiliano è stata affrontata la questione dei generi (non solo alimentari).

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