giovedì 3 gennaio 2013

Forme e limiti


Quanti anni ancora durerà questa situazione planetaria? Molti, troppi, difficilmente contabili col metro dell'unità: si passi alle centinaia o alle migliaia di anni.
Pessimismo cosmico? No, semplice constatazione dovuta al fatto che la coscienza di classe planetaria - con conseguente rivoluzione -  è di difficile applicazione. Più probabile la catastrofe; più probabile ancora un'«involuzione di tipo autoritario».
Suggestioni suggerite dalla lettura di questa “lezione” da collezione di Olympe de Gouges.

Sinceramente, vorrei che qualcuno riuscisse a sconfessare, razionalmente, tali evidenze - evidenze che sono, di fatto, viste per prime da quei pochi che sono riusciti e riescono ad essere capitalisti. Evidenze che sono oscurate, soprattutto, dai servi zelanti del capitale, i servi di prima categoria, i politici in primo luogo, e dai professionisti dell'informazione in secondo luogo.
Dicevo, vorrei fossero sconfessate perché potremmo ancora sperare nelle riforme (ah, ah, ah).

Non si tratta di additare quella decina di luridi budelli primi in classifica, i quali sono, da un punto di vista borghese, cittadini modello che pagano le tasse e “creano” posti di lavoro e fanno girare l'economia.
Anche se, fatti due conti semplici semplici, uno si dice: ma che cazzo se ne fanno di tutti quei quattrini?

Se li tengono.

Prendiamo il padrone dell'Ikea, Ingvar Kamprad, che vive come un morto di fame in Svizzera.
Egli ha guadagnato solo 6 miliardi di dollari nel 2012, dunque 500 milioni di dollari al mese, ovvero 16, 66... milioni di dollari al giorno.
Prendiamo ora diecimila dipendenti Ikea e diciamo che, per fare conto pari, guadagnano 2000 dollari al mese cadauno: il totale è 20 milioni di dollari al mese di stipendi, ovvero: il totale dello stipendio mensile di diecimila persone è di poco superiore a quanto il padrone, da solo, guadagna in un giorno.

Perché, o fottuta democrazia “liberale”, consenti queste cose?

Perché la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Forme e limiti. Limiti e forme. Tette, culi, cazzi, fiche. Un'orgia di forme e di limiti. La dispensa e il frigo pieni di forme e di limiti. Unica speranza: come tutti gli alimenti, un giorno anche le forme e i limiti avranno una loro naturale scadenza e saranno buttati nel compost della storia.

E poi? 

P.S.
I decrescitori felici sono diffidati dal credere che il compost si riferisca alle loro teorie da morti di fame biologica.

2 commenti:

Weissbach ha detto...

Luca, onestamente credo che i "decrescitori felici" (tra i quali non mi metto) si meritino tutte le critiche di questo mondo, ma non quello che mi sembra un insulto, da parte tua.

Luca Massaro ha detto...

Accolgo il tuo rilievo, mi sono lasciato prendere la mano.