domenica 7 aprile 2013

Della rettitudine sessuale

Da quando Benedetto XVI si è dimesso, la filosofia del gender è passata (sembra) in secondo piano nelle preoccupazioni teologiche vaticane. Papa Francesco pare essere meno attento alle problematiche del genere, al momento gli preme più fare il Vescovo di Roma che stare a discutere di relativismo e di antropologia atea.
La Chiesa ha bisogno di nuovi argomenti perché il popolo torni ad ascoltarla; e il neo pauperismo francescano (che a taluni appare stucchevole), va benissimo: piace alla plebe e, allo stesso tempo, non disturba l'ordine costituito, poiché ben s'inserisce nel quadro sociale dato; insomma, al momento presente, è più trendy dare attenzione alla povertà anziché alla sessualità, anche perché con la miseria sul groppone, i coglioni al popolo girano per altri motivi. Vero che gli istinti sessuali permangono, ma restano confinati nella norma, i voli del vizio rimangono bassi, come quelli dei tacchini.
Tuttavia, è auspicabile che la filosofia del gender, intesa come scardinamento dell'idea di una natura metafisicamente determinata dentro i confini della eterosessualità (ovvero dell'idea di considerare perversione ogni desiderio sessuale fuori della norma), si diffonda universalmente e “penetri” in tutte le culture umane, soprattutto in quelle tormentate dalla psicosi teocratica. 
Per restare nei nostri confini occidentali, io mi auguro che alle varie liberazioni sessuali seguano nondimeno le liberazioni sociali, ben più urgenti e necessarie.

Pochi giorni fa, Agnès Giard ha redatto un post interessante - che vi invito a leggere - sulla differenza dei costumi sessuali nelle diverse classi sociali d'occidente:
«Les intellectuels, femmes et hommes, et les personnes de milieux favorisés se pensent souvent bien plus ouverts et plus imaginatifs en matière de sexualité que les personnes de milieu populaire, qu’ils voient comme conservatrices. Mais est-ce bien vrai  ?»
Non sto a riassumere perché non ne ho voglia, e poi non vorrei che il tema non mi sfuggisse di mano; così lo riporto nella mia mano (tante cose, da un punto di vista sessuale, mi finiscono in mano) e mi domando: se io, per circostanze non meglio definite, mi trovassi in una situazione orgiastica ultracapitalista tipo quella in cui si ritrova Tom Cruise in Eyes Wild Shut, come mi comporterei? Parteciperei al fottimento generale? Terrei la maschera fino in fondo? Sarei scoperto o sarei castrato? Oppure una vittima si sostituirà al mio sacrificio?

Difficile càpiti, il mio milieu è poco ozioso e vizioso. L'è tutto cerebrale, per intendersi. 
Ed ecco che, magicamente, senza prima aver saputo come, riesco a far entrare in gioco una stupenda lettera di Anne Archet (vietata ai minori) che ribalta magnificamente il genere, e mi restituisce e palesa un'idea di sessualità che sottoscrivo. Senza offesa per le mie colleghe.

P.S.
Ho trovato simpatico questo video che ribalta i luoghi comuni del genere di chi frequenta le palestre.

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