lunedì 8 aprile 2013

La saggia gentilezza degli impotenti


«Se questa realtà noi potessimo conoscerla in tutte le sue propaggini e conseguenze, la storia – la vita – non sarebbe che accordo continuo di volontà libere: idillio, o svolgimento infallibile di un piano razionale. Agiremmo così “a ragion veduta”, ossia non agiremmo affatto, ma eseguiremmo coscientemente un disegno prestabilito e sterile. Non saremmo liberi. Ma siamo liberi, e ciò significa letteralmente che non sappiamo quel che facciamo. Nell'agire, non abbiamo altra guida tranne ciò che crediamo gli uni degli altri e del mondo in cui viviamo. Napoleone, Kutuzov, l'ultimo dei loro soldati, l'uomo più geniale come il più mediocre, il più lucido e raziocinante come il più sciocco, nessuno può mai oltrepassare il limite che, all'ultimo, fa di ogni sapere un semplice credere, di ogni azione un colpo di dadi a rischio di se stessi e d'altrui. Nel campo degli eventi umani, la nozione di causa non ha senso.
«Questo è il limite che rende così stolta l'arroganza dei potenti».

Nicola Chiaromonte, “Tolstoi e il paradosso della storia”, in Credere e non credere, Il Mulino, Bologna 1993 (pag. 57)

E tuttavia ci sono aspetti della realtà che si possono (devono) conoscere, che sono lì, alla portata di tutti, semplici dati oggettivi che solo «l'arroganza dei potenti» tende a sminuire, camuffare, nascondere sotto il tappeto della mente. Ma con un po' di sforzo si possono (devono) trovare, portarli alla luce e crederci che esistano i fatti, giacché è incontrovertibile che esistano per esempio i padroni e che esistano gli schiavi, che esista «chi muore per un sì o per un no» e che ci siano coloro che li pronunciano questi  e questi no, ci vuole poco a riconoscere chi ha questo potere, a volte è sufficiente solo l'odore per fuggirli, o per tentare di combatterli, per quanto si può (e si deve), ed esercitare resistenza come dovere imprescindibile.
Almeno potremo dire di averci provato a non aspettare che qualcuno abbia tirato i dadi per noi e abbia deciso il risultato.
Immaginare di cambiare le cause che determinano la realtà presente.
Son pronto per sostituire George Clooney nella pubblicità. Progresso.

via Daniel González


6 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

pensa un po' che danni provocano le sciocchezze di questo chiaromonte stampate a decine di migliaia di copie

Luca Massaro ha detto...

No, non credo siano sciocchezze, ma riflessioni stimolanti, anche perché offrono uno sprone critico.
Infine, non sarei sicuro che i libri di Nicola Chiaromonte abbiano venduto decine di migliaia di copie :-)

Massimo ha detto...

Non mi sembrano affatto sciocchezze. Piuttosto è una visione lucida della vita umana.
Noi (tutti) non sappiamo mai veramente quello che facciamo.
Il potente arrogante di oggi, è il manichino appeso di domani e lui non lo sospetta nemmeno, magari.
Resistere è fondamentale. Se poi serve a qualcosa, potremmo anche non scoprirlo mai.
Grazie per questo post.

Anonimo ha detto...

Chiaromonte, per quello che capisco dall' estratto, parte con il piede sbagliato: siamo liberi quindi nessuna conoscenza è vera (o non valida e in alternativa ci rimane solo un credo o una proiezione mentale) perchè se lo fosse non saremmo liberi è una tautologia


da

Luca Massaro ha detto...

@ Massimo.
Prego, grazie a te.

@ da
È evidente che, come quasi sempre, ogni estratto che riporto non esaurisce il pensiero dell'autore. Più avanti, Chiaromonte scrive:
«L'errore principale dei filosofi della storia [...] è di aver cercato la verità, la razionalità, la libertà negli avvenimenti temporali. Invece, più l'uomo s'impegna nel tempo e nel vortice delle azioni storiche e più, dal fondo stesso della sua libertà, riemerge la sua dipendenza dal caso e da una necessità incalcolabile».

Anonimo ha detto...


se coloro che hanno studiato Hegel e Marx oscillano tra caso e necessità a mio avviso si è capito pochino..e parlo di questi due pensatori perchè prima di essi non c'era un vero e proprio concetto unificato di storia di tutta l'umanità

da