sabato 13 aprile 2013

L'incontinenza politica degli italiani

Ogni tanto vado a vedere cosa dicono i mediologi, disciplina d'interconnessione di saperi proposta da Régis Debray. Sono stato per un paio d'anni abbonato a Medium, poi mi sono stufato, perché, boh, ho riposto le mie ambizioni da cercheur, il tempo è quello che è, e le cose da leggere si accumulano negli scaffali del non letto.
Bene, oggi ho scoperto che uno dei collaboratori della rivista, Paul Soriano, ha riportato nel suo sito il dizionario della mediologia apparso in uno dei Cahier de médiologie
Tra i 41 termini proposti ve n'è uno - ch'è l'unico nome proprio (di cosa) tra tutti - che riporto: Italie.
«Pour le meilleur et pour le pire, l’Italie est un laboratoire de la politique, des premières communes libres au totalitarisme, de Machiavel à Malaparte, auteur d’une Technique du coup d’État qui en actualise la dimension médiologique, plus d’un demi-siècle avant que Berlusconi invente la démocratie en vidéosphère. A l’encontre d’une idée inspirée par le malgoverno de l’après-guerre, les Italiens ne souffrent nullement d’incompétence mais plutôt d’incontinence politique.»
Se a tale definizione mediologica dell'Italia si aggiunge il recente exploit di Beppe Grillo e del M5S, si può senza tema affermare che gli italiani, anche questa volta, si sono (politicamente) pisciati addosso. E pisciarsi addosso è, come direbbe Crozza-Briatore, una cienciaccione da ciogno: lì per lì, sul momento, è quasi un godimento perché, soprattutto di febbraio, senti quel calduccio che t'inonda le mutande e scivola giù, piano, lungo le cosce. Però, dopo pochi attimi di benessere, la triste, fredda realtà. 
Bagnati di fascismo, di democristianismo, di clericalismo, di consociativismo, di craxismo e pentapartitismo, di berlusconismo, di leghismo e ora di grillismo. 
Pseudo rivoluzioni e stasi. E il passato che non passa e non vuol finire, solo una volta o due al massimo (piazzale Loreto e Mani Pulite) c'è stato uno pseudo spariglio della classe politica - pur sempre trascinandosi dietro livori e rancori, dato che i macchinisti che alimentavano, nel caso, la nave del fascismo e della prima repubblica non furono né fucilati e poi messi a testa in giù, né si costrinsero all'esilio per paura di finire in carcere.

E vabbè. 
Tra pochi giorni avremo un nuovo Presidente della Repubblica - e aldilà dei meriti (o demeriti) dei presidenti sin qui succedutisi, va detto che tale Istituzione è andata via via rappresentando, per gli italiani, una sorta di rifugio, una pseudo casa del padre alla quale ricorrere per confortarsi nella falsa retorica della cittadinanza e del potere del popolo sovrano. Questo perché, forse, il Quirinale è riuscito a incarnare una sorta di autorità impotente, la quale «non deve il suo dominio alla forza ma alla sua iscrizione in un ordine simbolico». 
«L’autorité n’est pas la puissance, elle ne doit pas sa domination à la force mais à son inscription dans un ordre symbolique. Celui qui la détient est donc assez différent de la « personnalité autoritaire » (qui échoue généralement à se faire respecter) ; la personne investie d’autorité – le magistrat, le chef militaire, le savant, le prêtre… – tient celle-ci d’une institution qui la dépasse, son autorité lui vient d’ailleurs ou d’un autre. L’ascendant ou le charisme pourvoyeurs d’autorité peuvent se gagner personnellement (le chef a pu le devenir par sa bravoure au combat, le savant ou le professeur ont des « titres » à faire valoir), mais la hiérarchie ainsi instaurée doit, dans tous les cas de figure, quelque chose d’essentiel à la durée écoulée, ou au passé. En bref, l’autorité, qui surplombe d’assez loin la personne présente ou actuelle, percole à travers le temps. Elle a pour ressort la durée.»
Vedremo dunque chi sarà e come terrà botta nella sua potente impotenza.

P.S.
Col senno di poi, per limitarsi agli ultimi rilevanti atti politici di Napolitano: ha sbagliato a non sciogliere le camere dopo le dimissioni di Berlusconi nel novembre 2011; ha sbagliato, dopo che Berlusconi lo scorso dicembre 2012 fece mancare l'appoggio al governo Monti, a sciogliere le camere anticipatamente senza verificare in Parlamento la sfiducia dello stesso Monti, così la campagna elettorale sarebbe iniziata in Parlamento e non in televisione, dalla bocca impastata della D'Urso e dalla salivale loquela di Santoro; ha sbagliato a non dare incarico pieno a Bersani, almeno a) avrebbe avuto la fiducia oppure b) non l'avrebbe avuta e il segretario del Pd avrebbe smesso completamente di illudersi.

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