domenica 2 giugno 2013

Il proprio foro interiore

«La libertà religiosa vuol dire alla fine null'altro che la libertà della coscienza, cioè il non essere obbligati per nessuna ragione ad abbracciare idee o comportamenti contrari ai dettami accettati nel proprio foro interiore.»
In un primo momento ho pensato al buco del culo, poi mi sono ricomposto e sono addivenuto ad altre considerazioni.
A quanto mi è dato d'intendere, le preoccupazioni di Ernesto Galli Della Loggia si vogliono liberali poiché tentano di difendere la libertà di religione che è uno dei fondamenti dell'Europa moderna: ma com'è premuroso il nostro politologo!
Perché delle libertà minacciate che egli elenca io non vedo alcuna minaccia alla libertà di fede? Sono prevenuto? Sono politicamente corretto? Vediamo.
Non conosco la materia del concordato tra Stato e Chiesa in Irlanda, ma se il primo “obbliga” la seconda ad affittare a chi ne fa richiesta i locali, eventualmente anche per i matrimoni omosessuali, vorrà dire che, presumibilmente, la chiesa irlandese avrà dei benefici sulla tassazione degli immobili.
Inoltre, non ho visto il concerto del Primo Maggio e non mi sono accorto dello scandalo del cantante che ha esibito un preservativo come fosse un'ostia consacrata: ma davvero questo fatto ha urtato la sensibilità dei cattolici italiani? Di quanti poi, visto che la Rai, subito dopo la sceneggiata, ha mandato la pubblicità per oscurare l'esibizione del gruppo? Quale libertà in questo caso è stata più minacciata e offesa?
E ancora: in Danimarca lo stato obbliga la Chiesa luterana evangelica a celebrare i matrimoni omosessuali nonostante un terzo dei ministri si sia dichiarato contrario: e i due terzi? Ché forse per Galli Della Loggia si deve governare a colpi di minoranza?
E, infine, tra le varie minacce contro la libertà di religione che il professore riporta v'è anche il video di David Bowie, The Next Day. Riguardo a ciò, per tranquillizzare il nostro esimio politologo, riportiamo il giudizio di qualcuno che s'intende veramente di libertà minacciata, senza sciorinare elenchi così, alla cazzo di Budda:
«Un inqualificabile polpettone che può trovare ragione solo nell’intento di provocare la reazione di qualche associazione cattolica, come d’altronde è immancabilmente accaduto, per lucrarne un poco di pubblicità. Il problema non sta nella sensibilità che è stata ferita – allarte è consentito stressare ogni permalosità – ma nella sgangherata struttura concettuale del prodotto e nella deprimente soluzione formale che gli è stata data: siamo davanti a un plot che non ha alcuna consistenza, che scorre sciatto, senza alcuna logica a sostenerlo, tanto meno quella che muove il testo della canzone. Una vera cagata. »
Per concludere, animati da profondo spirito libertario, suggeriamo al professor Galli Della Loggia di esperire la vita del chierico, per constatare se, anche da grande, è possibile «non essere obbligati per nessuna ragione ad abbracciare idee o comportamenti contrari ai dettami accettati nel proprio foro interiore

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