domenica 23 giugno 2013

Sogno e ricordo

Stamani, forse all'alba, ho fatto un sogno che mi ha mandato di traverso il risveglio, sogno che mi ha precipitato in una costrizione per cui, da lunedì, sarei dovuto ad andare a lavorare in una segheria, turni di otto ore al giorno, un contratto di sei anni da rispettare, pena sanzioni. E mi sono alzato con la stessa, identica spiccicata sensazione di quando, poco più che ventenne, sempre d'estate, ero stato assunto a tempo indeterminato da una segheria nella quale lavorai effettivamente quasi cinque mesi. Era il 1989, ero innamorato pazzo della mia fidanzata e penso che anche lei di me, guadagnavo un milione e duecentomila lire al mese facendo un lavoro veramente di merda*, di quelli che uno timbra il cartellino e si sente immediatamente schiavo del capitale. Oh, quanto mi alzavo a collo torto le mattine d'estate per andare al lavoro, dopo che la sera avevo fatto tardi con la mia ragazza, molto tardi, incastrati a fare contorsionismo sessuale dentro una Mini Innocenti De Tommaso rosso bordeaux.
Del lavoro mi ricordo che, in pratica, dovevo stare a un nastro trasportatore a verificare se dei parallelepipedi di legno tropicale (mi pare il Samba), che un macchinario produceva a partire da grosse assi, rispettassero dei criteri di conformità facili da individuare; stavo lì, al nastro, insieme ad altri operai a girare le mani come se giocassimo a calcio balilla, e dopo un quarto d'ora avevo già le palle in terra, sfinite, e il sonno che tornava se, per un attimo, chiudevo gli occhi per riassaporare il profumo della pelle del mio amore.

E mi ricordo esattamente come sentivo la contrapposizione assoluta tra amore e lavoro, tra libertà e schiavitù, tra godimento e fatica, tra gioia e avvilimento. 
E, altresì, devo dire che, nonostante l'amore, meno male la mia ragazza non rimase incinta: anziché riprendere gli studi, mi sa che avrei dovuto continuare a lavorare oltre i cinque mesi, forse cinque anni, forse per svegliarmi una mattina di buon umore perché avevo sognato due mesi di vacanze e invece era un sogno e, domani, sarei dovuto andare a lavorare ad un nastro trasportatore per davvero..


*Sbaglio a dire che le attuali 1.200 euro al mese, all'incirca, corrispondono al 1.200.000 lire di ventiquattro anni fa? 

4 commenti:

Minerva ha detto...

L'altro giorno ero in ospedale, e una ragazza ormai prossima al parto stava per entrare nel reparto di ostetricia e ginecologia. Ridendo saluta con vociare intenzionalmente un po' grezzo il suo ragazzo dicendogli: "Oh, ciao, và, è stato bello". E lui risponde pronto: "Sì, qualche mese fa...". E giù entrambi a ridere. Invidiabile che la stessero prendendo così...

Anonimo ha detto...

(sbagli si; io nel 1989 con 1.050.000 pagavo vitto, affitto, tabacco, motocicletta, vino corrente; e andavo pure al cinema...)

Luca Massaro ha detto...

@ Minerva.
Le conseguenze dell'amore fatto ;-)

Luca Massaro ha detto...

@rs
Già. La mia era una domanda retorica, solo per constatare, ancora, masochisticamente, che guadagnavo più da apprendista segaiolo, che da segaiolo in cattedra.