mercoledì 13 novembre 2013

La morte in una sillaba

«Se morto di novembre sarò»

Sillaba

L'esperienza di morte
ci rimpicciolisce: di molto?
o come stoffa nuova
lavata per la prima volta?

È dunque meglio dirla
con tuo parlar materno
la mort, pallida sillaba
(francese di Montaigne).


Grammatica, si può vivere senza?
«Et tous deux s'avouèrent qu'ils étaient las des philosophes. Tant de systèmes vous embrouillent. 
La métaphysique ne sert à rien. On peut vivre sans elle.» (Bouvard et Pécuchet, cap. VIII)

Un poco di grammatica fa bene
due gocce al dì in un bicchiere d'acqua:
osservare le feci quando evacui
perché la lingua ha in sé un suo veleno;

di grammatica un poco fa più belli:
è deposito fossile di stile
cioè dell'espressione: né pallida et umìle
serva né passe-partout per stenterelli;

di grammatica un poco fa più belli
lo dice il prete il politico l'oste
il lapicida i pittator di croste
lo dice un santo: san Giovanni Orelli.

***

Due giorni fa, è morto Giovanni Orelli, nato a Bedretto (Canton Ticino) nel 1928 (scrivo la data di nascita per pedanteria in quanto il link ove ho appreso notizia riporta data errata). 
Un po' di anni fa, in un periodo di irrequietezza mia generale, pensai di costruire sulla sua produzione poetica una proposta di dottorato da presentare a un'università elvetica; poi non ne feci niente perché le competenze mie d'italianistica sono poco professionali, altresì non ho titoli di studio d'uopo e quindi niente.
Le due poesie trascritte, compresa l'epigrafe (da Se), sono tratte da Un eterno imperfetto, Garzanti, Milano 2006.
Questa che segue, invece, è tratta da Né timo né maggiorana, Marcos y Marcos, Milano 1995

***

Dimenticatemi, figli, come io ho dimenticato mio padre.
Trascuratemi come io ho trascurato mia madre.
Colui che visto fu picchiare il padre
rispose che era nella tradizione della casa.

Il padre aveva così picchiato il nonno e il nonno
il bisnonno; poi, mostrando il figlio,
costui, disse, picchierà me quando sarà negli anni
che ora ho. O al modo degli indiani, senza batter ciglio,

(metaforicamente) mangiatemi! seppellitemi tra le vostre piume.
Gli indiani hanno in orrore di bruciare il padre
o darlo in cena, sotto terra, a squadre

di vermi. Farmi mummificare? aggiungere al numero
dei rattrappiti nella cripta di Palermo
mentre l'anima sverna a Buchenwald-Inferno?

***
La poesia italiana del Novecento è, oramai, quasi tutta dentro un reliquiario. 

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