martedì 5 novembre 2013

Pensieri italiani

Ciò che più sgomenta pensando all'Italia, è che quando vengono fuori casi politici come quello Cancellieri-Ligresti risulta impossibile circoscriverli a scandali episodici, perché in Italia la politica vive - dalla nascita della Repubblica, ma in particolar modo da Mani Pulite in poi - in una condizione di scandalo permanente.
Dico da Mani pulite in poi, perché prima gli scandali, oltre al fatto che avevano minore possibilità di venire alla luce, avevano - quelli “scoperti” - minore visibilità mediatica. Per carità, i cittadini sapevano che era tutto un magna magna tra politica e capitale, però il tutto era “tollerato” perché la prospettiva economica e sociale del Paese era in costante crescita e miglioramento e questo, unitamente a una spesa pubblica a gogò finanziata dal debito pubblico, garantiva comunque un cospicuo consenso al sistema.

Ma adesso, Cancellieri a parte, le vacche non sono grasse (messaggio in codice). Date crisi economica e, conseguente, recessione, la tollerabilità popolare del così fan tutti è venuta pressoché meno, siamo a livello di incazzatura generale; incazzatura che rimane contrita, impotente, non trova altro di meglio che sfoghi populistici individuali o collettivi, compresa l'inutilmente rituale - a volte ahinoi violenta - manifestazione di piazza. Gli scandali e le incapacità politiche si susseguono a iosa uno peggio dell'altro dimostrando, sempre più, quanto le posizioni occupate dal potere siano tutte compromesse. Tuttavia, il problema non è mandare a casa gli occupanti (anche se dovrebbero essere mandati a casa quanto prima): in poche parole, non credo che se al posto dell'attuale classe politica nostrana arrivassero i politici norvegesi o i grillini (pianeta Casaleggio), le cose per l'Italia cambierebbero magicamente, d'emblée. Se non viene cambiata la natura stessa del potere, se cioè non si spezza l'accordo privilegiato tra politica e capitale restituendo, o meglio, donando per intero la centralità al lavoro, (anche se questo non basta in un contesto internazionale in cui il capitale la fa da padrone), del Belpaese tra pochi anni non resterà neanche più la merda (ottimo letame), solo cenere radioattiva.
Beninteso: come fare non lo so. Intanto l'ho pensato.

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