lunedì 23 dicembre 2013

La svolta generazionale

«L'italia, di un colpo, dal 24 di aprile, ha recuperato trent'anni nel calendario. Il 2013 è l'anno che sarà ricordato come l'anno della svolta generazionale di un paese che è sempre stato raccontato al resto mondo come un paese non in grado di produrre una leadership e delle leadership, come capita nel resto del mondo, di quarantenni.
Il nostro paese quest'anno ha compiuto una svolta generazionale [...] senza precedenti nella storia repubblicana italiana. Credo che l'unico precedente sia l'immediato dopoguerra, quando la generazione dei trentenni e dei quarantenni fu la generazione alla quale il paese intero si affidò, e si affidò per motivi evidenti in quanto la generazione precedente era stata spazzata via dal ventennio e dalla guerra.
Oggi questa generazione è messa alla prova e questa generazione non può fallire. Se questa generazione fallisse vorrebbe dire che tutti gli auspici di questi anni non sono andati nella giusta direzione. Non abbiamo oggi, come generazione, la possibilità di fallire e non abbiamo, come generazione, alibi. Oggi dobbiamo essere in grado di farcela e di riuscire a far sì che il 2014 sarà l'anno in cui compiutamente si dimostra che una nuova generazione messa alla prova è in grado di affrontare e risolvere problemi che erano lasciati lì da decennî, ventennî, trentennî.»

- Perché hai sbobinato il suo discorso?
- Perché, in quanto appartenente d'ufficio al club dei quarantenni, mi sento chiamato in causa.
- In causa? Ma cosa stai dicendo? Hai ascoltato bene? Egli parla di quarantenni che vestono i panni di leader. Orbene, tu sei un leader? Ovvero, hai una leadership in qualcosa?
- No, penso proprio di no. Faccio il posteggiatore, nel senso che scrivo, più o meno quotidianamente, post da quando ho iniziato a gravitare in questa zona generazionale.
- E non sei diventato neanche assessore? Ma lévati! 
- Dunque non sono messo alla prova e posso permettermi di fallire?
- Sei già un fallito, perché non hai mai spremuto un'oncia del tuo essere per occupare una posizione da leader e, da un palco, fare discorsi a cazzo senza nessuno che in diretta alzi la mano e te lo faccia notare. 
- Ok, ma adesso spiegami perché sei così scettico sulla “svolta generazionale”.
- Perché Enrico Letta, quando avrà cinquant'anni, sarà sempre lì.
- Tuttavia, se sarà così, non sarà quello un segno che la sua leadership non avrà fallito?
- La sua leadership, no. La prossima generazione di quarantenni, sì.

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