sabato 8 febbraio 2014

A li mortè

(avvertenza: post scritto col polpastrello del pollice della mano destra puntato filosoficamente sotto il mento)

A pensarci bene, l'anima potrebbe essere qualcosa che si ricicla. Per tal motivo, se ti capita, lettore, di buttarla via, non gettarla nell'indifferenziato, potresti rischiare di vederla finire in discarica o, peggio, nell'inceneritore (un'anima finita in diossina, una finuccia). A mio parere, dunque, la miglior cosa è deporla in appositi cassonetti differenziati: o per la raccolta della carta (caso sopraillustrato), oppure in quelli per la plastica; o anche nelle campane destinate al vetro, oppure ancora in quelle predisposte per l'umido. Qualche esperto suggerisce invece di inserirla negli appositi contenitori per le pile scariche (lasciando intendere al Grande Progettista di provvedere quanto prima ad un'anima ricaricabile); altri, di parere opposto, ritengono che l'anima, in virtù del suo continuo lavoro di lubrificante corporale, dovrebbe essere destinata al barile per gli olî esausti, 
Sia come sia, l'importante è non ostacolare la metempsicosi: che l'anima passi pure da un corpo all'altro del regno vegetale e di quello animale, salvo i volatili, Romeo, altrimenti Elisa non la finisce di rompere l'anima.

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