giovedì 6 febbraio 2014

Quanto costa Volterra?


A malincuore, ma con spiccato senso di realismo, dopo aver letto le invettive di Salvatore Settis e Tomaso Montanari, ritorno su un'idea che pochi giorni or sono mi venne in mente - della quale non rivendico la paternità, beninteso - e cioè: vendere l'Italia intera (non solo Volterra o le Dolomiti) al miglior offerente, quale che sia il prezzo, io penso tanta roba porca miseria, si mettano insieme in una joint-venture Google, Apple, Facebook (e altri giganti dell'indotto new-economy) più il marpione di Murdoch, Nestlé, Glencore, e qualche altro figlio di puttana americano o russo, cinese o cingalese, arabo o messicano, insomma: il fior da fiore del capitalismo intercontinentale (quello italiano straccione non è ammesso) senza bisogno di passare da Sotheby, zacchete!, ci compra direttamente, tanti tanti soldi, cosa ce ne frega della democrazia rappresentativa, facciamoci rappresentare direttamente dal capitale. E, una volta acquisiti: rigorosa applicazione di metodi aziendali performanti in tutti i settori dell'apparato statale, liberismo estremo per intendersi, sì da fare contenti una volta tanto Boldrin e Seminerio (dei quali ho stima, si capisce, perché dicono cose giustissime dal loro punto di vista, che non coincide col mio, ma almeno hanno il merito di cogliere le falle e le frattaglie di quest'Italia squattrinata da una politica che lassamo perde).
Efficienza allo stato puro: quadruple A da Moody, Standard e Poverimortidifame, eccetera. Capitali internazionali che si accumulano  in ognidove, da Giannutri a Linosa, da Bordighera a Castallemare di Stabia, dalla Val d' Ossola alla Val di Noto.
E gli italiani finalmente inquadrati sul serio, tipo gli operai Fiat di Pomigliano: guai a sgarrare sennò, rauss, licenziati ovverosia esiliati in Grecia o in Turkmenistan. Immagino i giardini e le strade finalmente pulite, l'efficienza della pubblica amministrazione, la corruzione un lontano ricordo.

Chissà se un'Italia veramente efficiente, moderna e all'avanguardia in tutti i settori economici, faccia nascere negli italiani una nuova voglia di indipendenza.

Fuori Tema

Quelli del Kuwait hanno prestato/dato a Letta 500 milioni, più o meno la stessa cifra che Berlusconi ha dovuto dare a De Benedetti per risarcirlo di avergli fregato la Mondadori. Ma la Mondadori, scrive Settis, fa utili anche così: 
«secondo la sezione Lazio della Corte dei conti, nell'area archeologica di Roma il 69,8% degli incassi finisce al Gruppo Mondadori, alla Soprintendenza resta il 30,2%»   

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