domenica 9 febbraio 2014

Sul ponte sventola maglietta bianca

La questione non è che Aldo Grasso abbia scritto questo editoriale
La prima cosa che colpisce di Maurizio Landini è quella T-shirt bianca che fa capolino dalla camicia. Ormai un segno distintivo, come usava negli anni Sessanta nei film americani. Lui dice che è per la salute: «Senza la maglietta sto male. La porto da quando ero bambino e non ho mai smesso». Non è vero, è solo civetteria, un segno distintivo. Da quando va in tv, e ci va spesso, anche un sindacalista duro e puro, in fabbrica a 15 anni come saldatore, ha capito che l’immagine ha la sua importanza.
ma che il direttore Ferruccio De Bortoli l'abbia pubblicato senza dire pio. E un direttore che - non dico censuri - non biasimi, con una noticina, il rincoglionimento dei suoi editorialisti, allo stesso tempo non salvaguarda l'intelligenza dei suoi lettori. 
Se Aldo Grasso voleva soltanto fare lo spiritoso e trovare un appiglio per una critica estetica a Landini, che facesse il paio alla presa in giro dei golfini di cachemire di Marchionne, doveva restare, appunto, sul piano di estetico, legittimo e fors'anche divertente. Ma mescolare i campi, cioè: da una maglietta della salute far discendere una critica politica mi sembra, non dico inopportuno - niente è inopportuno -, bensì talmente ridicolo e inefficace che, arrivati a fine lettura, si prova un senso di spaesamento e di vergogna per interposta persona. 
(Sia chiaro: per quanto preferisca la posizione di Landini a quella di Marchionne, non è che abbracci e sposi tutte le sue tesi; anzi, a volte, noto, nelle posizioni del segretario della Fiom, delle ingenuità palesi che non colgono affatto le contraddizioni dell'attuale sistema economico e produttivo e la conseguente impossibilità di addomesticare il capitalismo.)

Nota a parte molto fuori tema.
Mi ritrovo nella giustificazione di Landini: ho avuto una mamma che mi ha imposto la maglietta della salute (in inverno di lana e di cotone in estate), tanto che l'ho indossata anche dopo che potevo liberamente scegliere se indossarla o no, perché senza stavo male. La prima vera emancipazione fu infatti quando decisi di dismettere totalmente quella di lana e portare esclusivamente quella in cotone. La seconda emancipazione è stata, or non è molto, quando ho smesso di portare la camicia: porto solo la maglietta di cotone, di vari colori, un golf sopra in inverno, e via.

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