domenica 6 aprile 2014

Chi ingannare

Non ho compagni di lavoro non ho sorveglianti
né necessariamente un luogo di fatica
è questo – ma una casa col mare davanti
potrebbe essere o casa di pena modello
o di piacere luogo di decenza
dove leggere o lucrare un'indulgenza.
Non ho sorveglianti né compagni ma un lavoro
sì d'un qualche decoro eppure noto a me solo
e non finisce anzi in parte marcisce
s'io mi distragga mettiamo
a guardare le nuvole o
l'altro pensando lavoro che farò
la morte che non vivrò.
Non ho compagni non posso misurare
quanto mi resta per arrivare.
E invisibili i miei sorveglianti
solo me stesso devo dunque ingannare
mio tempo mia casa col muro col mare
davanti.
(1966)

Giovanni Giudici, Autobiologia, Mondadori, Milano 1969

***
A parte la «casa col mare davanti», questa poesia potrei averla scritta io (magari), la casa col bosco davanti e un campo di grano dietro. 
Ma non insisto con l'autobiografismo, perché la domenica lo spazio dell'io è occupato tutto da Scalfari.
Potrei parlare in generale, ma i discorsi in generale mi vengono male.
Peggio ancora quelli in cui tento di parlare al noi.
Per forza, non hai compagni di lavoro coi quali misurare quanto ti resta per arrivare. Hai soltanto degli invisibili (?) sorveglianti.

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Prima ho visto a tratti Giovanni Toti da Fazio. Da come parla e da come muove la bocca mi sembra un degno erede dei tanti portavoce succedutesi nel ventennio.
Curiosità: se gli dessero i domiciliari, questa poesia andrebbe bene anche per Berlusconi?

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Quello che manca ai salariati, ai disoccupati, a tutti coloro che per vivere hanno bisogno di lavorare (o hanno avuto bisogno e adesso sono in pensione) è l'idea di essere compagni di lavoro, ovverosia l'idea di appartenere a una classe con un comune destino: quello di essere ingannati, sfruttati (secondo varie gradazioni), di avere altresì dei sorveglianti più o meno visibili.
Inoltre, manca fortemente un soggetto politico (vorrei dire partito, con tutte le perplessità del caso) che guidi e risvegli la coscienza di classe e diventi il portavoce non di uno, due, dieci persone: ma di molti, milioni.

***
Forse è necessario che questo soggetto politico non ci sia, o non ci sia più: proprio perché è necessario che l'inganno non sia sostituito da un altro inganno, da una dottrina: la coscienza di classe deve essere il frutto di una coscienza critica e non di un atto di fede.

1 commento:

Olympe de Gouges ha detto...

infatti, pensavo l'avessi scritta tu
e tu osservi giustamente che la domenica siamo presi da altre biografie
qui non è questione di partito di classe, ma almeno di un partito decente che si prendesse a cuore ANCHE le questioni del lavoro.
di chi quel lavoro lo vive e lo patisce senza più neppure qualcuno che almeno dica di farsene portavoce. e però ce lo meritiamo, non tutti, ma molti sì