sabato 5 aprile 2014

Il pensiero non coincide con le parole

«Il pensiero non coincide immediatamente con l'espressione verbale. Il pensiero non si compone di parole isolate, come il linguaggio. Se voglio rendere il pensiero che oggi ho visto un bambino con una camicetta blu correre a piedi nudi per la strada, non vedo separatamente il bambino, separatamente la camicetta, non vedo separatamente che questa è blu, separatamente che è senza scarpe, separatamente che egli corre. Vedrò tutto questo insieme in un solo atto di pensiero, ma lo decompongo nel pensiero in parole separate. Il pensiero rappresenta sempre un tutto, assai più grande in estensione e volume della parola separata. Un oratore spesso sviluppa un solo pensiero per parecchi minuti. Questo pensiero è come un tutto nella sua mente e non compare affatto progressivamente, in unità separate, come si sviluppa nel linguaggio. Ciò che nel pensiero esiste simultaneamente, nel linguaggio si sviluppa successivamente. Il pensiero potrebbe essere paragonato ad una nuvola incombente che rovescia una pioggia di parole. Perciò il processo di passaggio dal pensiero al linguaggio è un processo estremamente complesso di decomposizione del pensiero e della sua ricostituzione in parole. Proprio perché il pensiero non coincide non solo con le parole, ma anche con i significati delle parole in cui esso si esprime, la via del pensiero alla parola passa attraverso il significato. Nel vostro discorso c'è sempre un pensiero retrostante, un sottotesto celato. Poiché il passaggio diretto dal pensiero alla parola è impossibile, ma richiede sempre l'interposizione della parola e ci si lamenta della incapacità di espressione del pensiero.»

Lev S. Vygotskij, Pensiero e linguaggio, Mosca-Leningrado 1934, Roma-Bari 1990, a cura di Luciano Mecacci (pag. 390 edizione 2003).

Oggi pomeriggio ho visto una donna con dei jeans attillati, stinti nei punti giusti, camminare coi tacchi tra gli scaffali della coop e io, che ero dietro, le ho guardato insistentemente il didietro, che non era bello, però era bello, nel senso che esso rifletteva il mio desiderio di toccarlo.
Certo, con Vygotskij, posso affermare che non vedevo separatamente donna, jeans attillati e scarpe coi tacchi: vedevo solo il culo non bello ma bello della signora, e in esso figgevo il mio sguardo, così come si guarda una nuvola che incombe mentre siamo all'aperto, in una strada senza ripari e senza ombrelli a portata di mano, e inizia piovere. Pioggia, non orina - non fate pensieri retrostanti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ammazza come sei vigoroso
ammazza come sei esuberante
ammazza come sei precipitoso.

giovinezza...

Luca Massaro ha detto...

Ma no, è tutto in (o im?) potenza.