venerdì 25 aprile 2014

Un'apparenza che seduce

«Se si considerano rapporti sociali che generano un sistema scarsamente sviluppato di scambio, di valori di scambio e di denaro, o ai quali corrisponde un grado non sviluppato degli stessi, è chiaro sin dal principio che gli individui, benché i loro rapporti appaiano più personali, entrano in relazione reciproca solo in quanto individui in una certa determinatezza, come signore feudale e vassallo, come proprietario fondiario e servo della gleba ecc., oppure come membri di caste ecc., o come appartenenti a un ceto ecc. Nel rapporto di denaro, nel sistema di scambio sviluppato (e quest'apparenza seduce la democrazia) i vincoli di dipendenza personale, le differenze di sangue, di formazione ecc. sono effettivamente saltati, lacerati (i vincoli personali si presentano almeno tutti come rapporti personali); e gli individui sembrano indipendenti (questa indipendenza che è pura illusione e più correttamente andrebbe chiamata indifferenza), sembrano liberamente entrare in contatto reciproco e scambiare in questa libertà; si presentano però in questa luce solo a chi astrae dalle condizioni, dalle condizioni di esistenza (e queste sono a loro volta indipendenti dagli individui e, pur essendo generate dalla società, appaiono quasi tutte come condizioni naturali, ossia incontrollabili dagli individui) nelle quali questi individui entrano in contatto. La determinatezza, che nel primo caso appare come una limitazione personale dell'individuo da parte di un altro, nel secondo si presenta sviluppata come una limitazione materiale dell'individuo da parte di rapporti da esso indipendenti e riposanti in se stessi. (Poiché il singolo individuo non può spogliarsi della sua determinatezza personale, ma può benissimo superare rapporti esterni e subordinarli a sé, nel secondo caso la sua libertà sembra maggiore. Un'analisi più precisa di quei rapporti esterni, di quelle condizioni, rivela però l' impossibilità per gli individui di una classe ecc. di superarli in massa senza sopprimerli. Il singolo può casualmente aver ragione di essi; non può invece farlo la massa di coloro che ne sono dominati, giacché il loro puro e semplice sussistere esprime la subordinazione, e la subordinazione necessaria degli individui ai rapporti stessi)
Karl Marx, Grundrisse (edizione Einaudi, pag. 95-96).

Dalla finestra aperta entra aria soleggiata al mattino e tiepida, confortevole, tempo adatto per le filarmoniche a spasso suonanti una mattina mi son svegliato.
Pomeriggio che pioggia, che cielo grigio, che calo della temperatura. Le ghirlande ai monumenti sfiorite da un soffio di vento, le foglie verdi cadute, il silenzio più duro dell'anno che viene.

Da soli non ci si salva, non date retta ai salvati. Ascoltate i sommersi.

1 commento:

Olympe de Gouges ha detto...

vedo che ti applichi, ne terrò conto per il giudizio di fine anno, può essere che ti promuova con un voto più alto della sufficienza
il brano che viene dopo chiarisce anche di più l'aspetto ideologico della questione (basterebbe questo per mandare al macero biblioteche di sociologia merdosa):

Questi rapporti esterni, nonché essere una
rimozione dei «rapporti di dipendenza», ne sono anzi soltanto la risoluzione in una forma
generale; sono piuttosto l’elaborazione del principio generale dei rapporti di dipendenza
personali. Anche qui gli individui entrano in relazione reciproca soltanto come individui
determinati. Questi rapporti di dipendenza materiali opposti a quelli personali (il rapporto di
dipendenza materiale non è altro che l’insieme di relazioni sociali che si contrappongono
autonomamente agli individui apparentemente indipendenti, ossia l’insieme delle loro
relazioni di produzione reciproche diventate autonome rispetto a loro stessi) si presentano
anche così: che gli individui sono ora dominati da astrazioni, mentre prima essi
dipendevano l’uno dall’altro. L’astrazione o l’idea non è però altro che l’espressione
teoretica di quei rapporti materiali che li dominano. Naturalmente i rapporti possono
essere espressi soltanto sotto forma di idee; e allora i filosofi hanno concepito come
caratteristica della nuova epoca il suo essere dominata da idee, identificando col crollo di
questo dominio delle idee la creazione della libera individualità. Dal punto di vista
ideologico l’errore era tanto più facile da commettere in quanto quel dominio dei rapporti
(quella dipendenza materiale, che del resto si rovescia di nuovo in determinati rapporti di
dipendenza personali, solo spogliati di ogni illusione) si presenta come dominio di idee
nella stessa coscienza degli individui, e la fede nella eternità di queste idee, cioè di quei
rapporti di dipendenza materiali, viene naturalmente consolidata, nutrita, inculcata in ogni
modo dalle classi dominanti.