giovedì 24 luglio 2014

718 + o - 32?

Vorrei svolgere un temino breve breve sui fatti bellici che incorrono a Gaza.
No, per favore, no.
Perché no?
Perché non serve a niente, alla tua coscienza forse, quindi a niente.
Allora dici che sia meglio non svolga?
Esatto.
Va be’, ti darò retta. Nondimeno vorrei condividere l'analisi di Fabristol, il quale offre una prospettiva più ampia del perché Israele picchia così duro a Gaza contro Hamas.
Israele [...] sta facendo una difesa preventiva. La questione siriana è ad una empasse tra Russia e USA stile guerra fredda. Ovvero non si risolve. L’ISIS controlla buona parte di Iraq e Siria e ora si vuole spostare in Giordania. La Giordania è l’unico confine sicuro che Israele ha da almeno 30 anni. La guerra civile in Giordania è INEVITABILE e l’ISIS si troverebbe al confine con Israele nel giro di qualche mese o anno. Ora Israele si troverebbe in una morsa a tanaglia tra Hamas, Isis e Hezbollah che premono su tutti i fronti, compreso un Egitto continuamente in ebollizione nonostante i capi dei Fratelli Musulmani siano stati decapitati. Colpire Hamas ora è il momento perfetto perché eliminerebbe il doppio attacco a tenaglia Hamas-ISIS che arriverà per forza (almeno fin quando la situazione in Ucraina non si risolve: sembra incredibile che due guerra così lontante siano così interconnesse). Inoltre Hezbollah non è più presente al confine israelo-libanese perché sta combattendo sul fronte al fianco di Assad in Siria e Al Maliki-Iran in Iraq
Ma la domanda decisiva se l'è posta Leonardo, qualche giorno fa:
E tutto questo quanto dovrebbe durare? Più o meno per sempre. Magari Gaza non si presterà per sempre al gioco - c'è un limite al piombo fuso che può cadere su una striscia di sabbia e cemento prima che tutto si riduca a un cratere - ma ci saranno altri recinti, altre strisce. Nei suoi tweet il primo ministro chiama la sua gente "il popolo eterno". Israele sarà sempre una piccola nazione orgogliosa e vincitrice, e la sua vittoria consisterà nel trionfare su piccoli nemici isolati, recintati, incattiviti, addomesticati. Qualcuno ogni tanto dovrà morire per mantenere l'odio e l'istinto di vendetta entro una certa soglia di tolleranza. 
La tolleranza per ora si è amplificata: 718 palestinesi vs 32 israeliani morti e senza che alcuna cancelleria occidentale abbia tossicchiato al telefono con Netanyahu.

Infine, protocolli di cazzon a parte, è lecito dimandare in che modo Israele finanzia le spese belliche? I Buoni del Tesoro dei nipoti di David non temono lo spread?

6 commenti:

giovanni ha detto...

Certo che è lecito, Luca; Israele le armi le compra con i suoi di soldi, ma dopo aver dato condizioni di vita decenti al proprio popolo. Ai palestinesi glieli paghiamo noi.

Luca Massaro ha detto...

Giovanni, mi domandavo implicitamente come l'economia israeliana da sola riesca a far quadrare i conti. Ho capito che non deve rispettare i parametri di Maastrich ma a qualcuno (cioè: a qualche creditore) dovrà pure rendere conto.

Rachel ha detto...

Scusate se intervengo.
Luca basta navigare un po' su internet per prendere le informazioni sull'economia israeliana che stai cercando.

Luca Massaro ha detto...

Non hai niente di che scusarti, forse io sì, che sono accidioso e dunque ti chiedo per favore di linkarmi un esempio.

Rachel ha detto...

Avrei piacere li trovassi tu i link.
Poi, magari quando la situazione sarà più tranquilla, fai un viaggio in Israele, rimarrai incantato.

Anonimo ha detto...

Ecco, sì, Luca. Indaghiamo sui motivi per cui Israele è un paese prospero che si paga le armi. In rete c'è tanta roba.

Ecco un link, ad esempio. Ce ne sono altri.

http://bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-sulbds/968-boom-economico-occupazione

Naturalmente è vero che Israele è un paese dal punto di vista naturale, bellissimo. Almeno, suppongo.
Massimo