martedì 27 gennaio 2015

Faccia a Presidente

Ammettiamo e concediamo che il nuovo Presidente della Repubblica sarà un politico avente la faccia a cazzo o la faccia a merda o la faccia a culo. Bene, come si dovrebbero porre davanti al nuovo presidente quei cittadini che reputavano avesse una di queste facce ben prima che costui (o costei) diventasse Capo dello Stato? Devono, come me, ingoiare il non detto, trattenersi, far finta di niente, fischiettare fiorin fiorello, l'amore è bello vicino a te, per non incorrere nel reato di vilipendio alla prima carica dello Stato?
In verità, neanche adesso oserei dire pubblicamente ad alcuna delle facce partecipanti al balletto presidenziale, che costui (o costei) ha una delle tre facce dette in precedenza. E non lo dico perché, in effetti, dirlo sarebbe un'ingiuria gratuita, perdipiù sanzionabile (credo), che prende origine da quella sorta di risentimento antipolitico che appartiene naturalmente alla plebe. 
Poi mi ricordo che appartengo alla plebe anch'io e, quindi, davanti alle figurine che appaiono in ordine sparso sui media, lascio libero sfogo al rosario di contumelie.

Nondimeno, continuo a chiedermi: possibile che nessuna delle facce proposte mi andrebbe a genio?

Sì, una. Quella che, ex post, appena insediato, si premurasse di sciogliere subito le camere per manifesta incongruenza costituzionale di un Parlamento composto di membri eletti da una legge elettorale dichiarata incostituzionale; e, dipoi, appena fatto ciò, rassegnasse subito le dimissioni. Subito. In pochi giorni, la sua diventerebbe una faccia memorabile, la faccia che tutti (o quasi tutti, cioè, io: la plebe) vorremmo avere. Una bella faccia, insomma.

4 commenti:

UnUomo.InCammino ha detto...

L'autodichia ha deciso: deve essere un poteritico.
Dunque un presidente della repubblica che sarà ovviamente espressione di parte.
Ma non dovrebbe rappresentare una (inesistente) unità nazionale?
Come fa, in un cesto di melanzane, ravanelli, peperoni, un peperone a rappresentare tutti? Metteteci 'na caciotta, ad esempio, no!?
:)

Romeo ha detto...

Vero, quello che hai scritto. Tu, presidente, faresti l'unico atto possibile per ripristinare le minime condizioni di democrazia. Noi, presidenti, dovremmo fare questo. Ma accade, forse, che i tanti, troppi anni di continue umiliazioni della nostra capacità di vedere la realtà, della nostra ragione, della nostra affettività, ci hanno tolto la capacità di essere presidenti di noi stessi, e di fare ciò che va fatto per ripristinare le minime condizioni di democrazia. Il divario, tra ciò che sarebbe giusto che fosse e ciò che è, si è talmente ampliato nel corso degli anni del berlusconismo in cui siamo ancora immersi da mettere in pericolo la nostra stessa sanità mentale, la nostra "normalità" democratica, la nostra capacità di pensare percorsi pratici realmente percorribili per cambiare le cose. Come, noi presidenti, possiamo fare ciò che va fatto?

Luca Massaro ha detto...

Penso, caro Romeo, che primo dovere sia quello di non cadere nell'irrazionalismo e di credere, disperatamente credere, nella ragione.

Marino Voglio ha detto...

ma no, che poteritico.

sarà un tapioco. o al limite un lonfo.

finché non accazza ci possiamo stare.