martedì 21 aprile 2015

Tutta quella confusione

« Il commendatore insistette:
Colui che non scrive tutto quello che gli fermenta in testa è un eunuco della Cappella Sistina. Non è un uomo.
Penso anch'io che uno scrittore debba donarsi interamente, affermò Requena. Le contraddizioni non contano; l'importante è riversare sulla carta tutta quella confusione che è l'essere umano. »

J.L. Borges – A. Bioy Casares, Sei problemi per Don Isidro Parodi, Buenos Aires 1942, Palazzi Editore, Milano 1971 (traduzione di Vanna Brocca).

La carta sia risparmiata, sia aggiunto soltanto qualche milioncino di byte alla rete. Il rischio di essere eunuchi è remoto, anche se, beninteso, le erezioni sono riservate ad altre pratiche.
Come non essere confusi, d'altronde? L'ordine mentale è messo a dura prova dalla complessità del reale e, nondimeno, dalle personali vicissitudini. Chi sceglie la scrittura come modalità espressiva lo fa, forse, perché nella confusione prodotta sulla carta (o sullo schermo) si trova sempre un filo sul quale raggomitolarsi e darsi forma. Quale forma? È stato detto che colui che scrive non è un eunuco.

2 commenti:

UnUomo.InCammino ha detto...

Uno può anche scrivere tutto ciò che gli "fermenta" nella crapa.
Il risultato poi di questo che spesso è peristalsi non necessariamente deve essere reso pubblico ovvero scaricato su altri.
Esiste anche un'ecologia della scrittura.

Anonimo ha detto...

e dei commenti